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Costantino Ruggeri / Giancarlo Nucci – Alla stessa fonte
Padre Costantino Ruggeri (1925-2007), frate, artista, maestro della luce e dell’architettura sacra e Giancarlo Nucci, pittore riminese (classe 1944), abile sperimentatore di tecniche e materiali, dialogano insieme
Comunicato stampa
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Padre Costantino Ruggeri (1925-2007), frate, artista, maestro della luce e dell’architettura sacra e Giancarlo Nucci, pittore riminese (classe 1944), abile sperimentatore di tecniche e materiali, dialogano insieme nella mostra Alla stessa fonte, che presenta un’accurata selezione di opere di due artisti che, seguendo percorsi differenti eppure spiritualmente paralleli, hanno attinto alla stessa fonte, quella della Terrasanta.
Crocifissi, deserti, silenzi, le tele e le installazioni di Padre Costantino Ruggeri si rispecchiano in quelle di Nucci e viceversa, in un dialogo serrato tra “due spiritualità diverse, due espressioni artistiche sincere, due modi di indagare il mistero secondo le proprie sensibilità e le esperienze di vita, ma tese ambedue a cercare la luce di Dio nell’ombra delle limitazioni del creato. Le tele e i crocifissi esposti in mostra sono testimonianza sulla via della Terrasanta, intesa come viaggio e pellegrinaggio che dalla meditazione sul senso primo del sacrificio di Cristo continua sui luoghi, sullo spazio, sul paesaggio a cui conduce chi vive quei luoghi come Terra Promessa, così desiderata, cercata e mai completamente stretta tra le mani”, scrive Marilisa Di Giovanni nel testo di presentazione alla mostra.
È forte l’esigenza di “dire” con segni e colori almeno un poco di quello che l’occhio ha visto, il cuore ha provato, la mente ha riflettuto. Alcuni elementi rivelano l’intensità del cammino sui passi di Gesù: la luce diffusa e abbagliante come segno di grazia, lo spazio che avvolge nella luminosità del giorno e nel buio altrettanto intenso delle notti, il silenzio del deserto che è capacità d’ascolto interiore, la pietra, la terra, la sabbia e la polvere, segni di durata attraverso i millenni e quindi di eternità, la parola di Dio pronunciata non solo in chiesa ma anche in un’oasi, sotto la Cascata del re David, sulle strade polverose. La Terrasanta è piccola in rapporto al fatto fondante che vi è accaduto, la venuta di Gesù, e alla storia di popoli che ancora se la contendono: tutto vi è concentrato e vi crea contraddizioni, anche il deserto che pure sembra così statico e sempre uguale.
I crocifissi realizzati da Padre Costantino Ruggeri esprimono un chiaro richiamo formale alla croce, mentre Nucci sceglie di realizzare crocefissi di grande impatto, capaci di suscitare emozione nella semplicità ed essenzialità della forma, di emanare una intensa spiritualità nel corpo che contiene, nel momento estremo, senso della vita e angoscia esistenziale e rassegnazione. Sono destinati a una devozione privata, sono una scrittura intima, un atto di meditazione sul mistero che sta alla base del nostro credere. Particolarmente intenso è quello in cui la materia nella pennellata corposa si fa corpo con tutta la drammaticità della carne martoriata diventata grumo di sangue: è il corpo di Cristo fatto uomo che reca su di sé tutta la sofferenza dell’umanità, scrive la curatrice. Ne risultano tele di forte matrice materica e di grande intensità cromatica, con un linguaggio che si fa sempre più astratto, quasi a voler sottolineare una raggiunta spiritualità, rielaborata nell’intimo di Nucci, un lavoro di purificazione fino ad identificare quella forma ormai divenuta simbolo con una ferita inferta sulla tela in un mare rosso sangue.
Note biografiche
Giancarlo Nucci (Rimini, 1944) vive e lavora a Monza. Spinto dalla passione per l’indagine scientifica e per segni e colori, ha abbinato esperienza professionale nel settore biochimico ed esperienza pittorica, che poi lo ha assorbito interamente. La lunga sperimentazione a partire dagli anni ’70, dal figurativo al naturalismo astratto, all’informale, delinea con chiarezza una ricerca tenace e articolata, feconda di risultati e riconoscimenti e un percorso artistico, ispirato dalla natura e dalla prospettiva spirituale della condizione umana. Ne risultano tele di forte matrice materica e di grande intensità cromatica, i cui contenuti si aggregano intorno a cicli tematici quali i concerti, i paesaggi, l’oro, la Croce, la montagna, il mare, gli eventi del nostro tempo, l’ambiente.
Ha esposto le opere delle varie fasi della sua produzione artistica in numerose mostre personali e collettive a partire dal 1976. E' socio della Permanente di Milano e membro del Direttivo dell'UCAI Milano e dell'Associazione “P. Borsa” di Monza.
È presente con foto e scheda critica nel volume “La via italiana all’Informale”, sezione “Ultime tendenze”, a cura di Virgilio Patarini, ed. Giorgio Mondadori 2013 e nel volume “Percorsi d'Arte in Italia 2015”, a cura di Giorgio Di Genova ed Enzo Le Pera, con nota di Paolo Bolpagni, ed. Rubbettino 2015.
Padre Costantino Ruggeri, nato ad Adro (Brescia) nel 1925, compie gli studi classici nei conventi francescani di Saiano e di Sabbioncello e quelli teologici nel convento di Busto Arsizio, ove realizza un ciclo di affreschi.
Alla pittura dedica la sua giovinezza, sotto la guida e la stima di Mario Sironi, che in Lui riconosce il talento e ne ammira la dedizione.
Nel 1951, terminati gli studi di teologia, è ordinato sacerdote nel Duomo di Milano dal cardinal Schuster e dello stesso anno è la sua prima mostra di pittura alla Galleria “S. Fedele” di Milano presentata da Mario Sironi.
Nel Convento di S. Antonio in Milano svolge il suo ministero sacerdotale e si dedica alla pittura.
Nel 1954 riceve il 1° Premio di pittura “S. Fedele” ed il 3° Premio “Marzotto”.
Si accosta alla scultura alla fine degli anni 50.
Dal 1958 al 1962 frequenta L’Accademia di Brera e riceve al termine degli studi il diploma di scultura con una tesi sui simboli epigrafici cristiani delle catacombe – relatore Luciano Minguzzi.
Coltiva incontri con artisti e architetti tra cui: Fontana, Dova, Capogrossi, Crippa, Le Corbusier, Alvar Aalto.
Nel 1959 lascia Milano e stabilisce il suo studio d’arte nel Convento di Canepanova in Pavia, ove prosegue nell’attività di pittore e scultore con la realizzazione di terracotte e ceramiche per dedicarsi successivamente allo studio dello spazio sacro con il progetto di cappelle e la ricerca di nuove forme per l’arredo e la suppellettile sacra nonché dei paramenti sacri.
Degli anni ’60 sono le esperienze di vetrate con cristalli colorati di Murano incastonati in pannelli di cemento e dal 1966 inizia la serie di vetrate artistiche in vetro antico soffiato legate in piombo.
Collabora con alcuni architetti italiani, tra cui Figini e Pollini, Giò Ponti, Gardella, Vaccaro, Gresleri, Trebbi e Nervi, per la costruzione di nuove chiese e, appassionatosi al tema, affronta, assieme all’architetto Luigi Leoni, la realizzazione di propri progetti di architettura sacra: chiese e complessi parrocchiali, santuari, cappelle e cenacoli di preghiera di istituti religiosi. Del 1977 è la prima chiesa di Santa Maria della Gioia a Varese, successivamente le chiese del Tabernacolo e della Madonna della Provvidenza a Genova, la chiesa di San Paolo a Rho, di Santo Spirito a Pavia, di San Bernardo a Roma e tre chiese nel Burundi.
Nel 1986 è incaricato dei lavori alla Cappella Feriale nel Duomo di Milano, realizzando in bronzo patinato tutti gli elementi del nuovo spazio liturgico.
Nel 1987 riceve la commissione della costruzione del nuovo Santuario della Madonna del Divino Amore a Roma, consacrato il 4 luglio del 1999 da Papa Giovanni Paolo II.
Nel 1993, dopo alcuni viaggi di studio in Giappone, progetta, per la città di Yamaguchi, il nuovo santuario di San Francesco Saverio, che viene solennemente inaugurato il 29 aprile 1998.
Dal 1993 promuove, grazie alla Fondazione Frate Sole da lui creata, la valorizzazione dell’arte sacra istituendo il premio quadriennale “Frate Sole”.
Dal 1993 al 2004 assegna i premi internazionali a Tadao Ando, Alvaro Siza e Richard Meier.
Alla fine del 2006 è consacrata a Betlemme la nuova cappella della Theotokos, Madre di Dio, accanto al Santuario della Grotta del Latte di cui viene eseguito il restauro.
Il 24 giugno 2007, ad Adro, suo paese di origine, si inaugura l’ultima sua opera scultorea raffigurante il “volto della Franciacorta”.
Il giorno seguente, il 25 giugno 2007, Padre Costantino si spegne all’ospedale di Merate, nei pressi del Convento di Sabbioncello, dove ha trascorso le sue ultime settimane di vita.
Crocifissi, deserti, silenzi, le tele e le installazioni di Padre Costantino Ruggeri si rispecchiano in quelle di Nucci e viceversa, in un dialogo serrato tra “due spiritualità diverse, due espressioni artistiche sincere, due modi di indagare il mistero secondo le proprie sensibilità e le esperienze di vita, ma tese ambedue a cercare la luce di Dio nell’ombra delle limitazioni del creato. Le tele e i crocifissi esposti in mostra sono testimonianza sulla via della Terrasanta, intesa come viaggio e pellegrinaggio che dalla meditazione sul senso primo del sacrificio di Cristo continua sui luoghi, sullo spazio, sul paesaggio a cui conduce chi vive quei luoghi come Terra Promessa, così desiderata, cercata e mai completamente stretta tra le mani”, scrive Marilisa Di Giovanni nel testo di presentazione alla mostra.
È forte l’esigenza di “dire” con segni e colori almeno un poco di quello che l’occhio ha visto, il cuore ha provato, la mente ha riflettuto. Alcuni elementi rivelano l’intensità del cammino sui passi di Gesù: la luce diffusa e abbagliante come segno di grazia, lo spazio che avvolge nella luminosità del giorno e nel buio altrettanto intenso delle notti, il silenzio del deserto che è capacità d’ascolto interiore, la pietra, la terra, la sabbia e la polvere, segni di durata attraverso i millenni e quindi di eternità, la parola di Dio pronunciata non solo in chiesa ma anche in un’oasi, sotto la Cascata del re David, sulle strade polverose. La Terrasanta è piccola in rapporto al fatto fondante che vi è accaduto, la venuta di Gesù, e alla storia di popoli che ancora se la contendono: tutto vi è concentrato e vi crea contraddizioni, anche il deserto che pure sembra così statico e sempre uguale.
I crocifissi realizzati da Padre Costantino Ruggeri esprimono un chiaro richiamo formale alla croce, mentre Nucci sceglie di realizzare crocefissi di grande impatto, capaci di suscitare emozione nella semplicità ed essenzialità della forma, di emanare una intensa spiritualità nel corpo che contiene, nel momento estremo, senso della vita e angoscia esistenziale e rassegnazione. Sono destinati a una devozione privata, sono una scrittura intima, un atto di meditazione sul mistero che sta alla base del nostro credere. Particolarmente intenso è quello in cui la materia nella pennellata corposa si fa corpo con tutta la drammaticità della carne martoriata diventata grumo di sangue: è il corpo di Cristo fatto uomo che reca su di sé tutta la sofferenza dell’umanità, scrive la curatrice. Ne risultano tele di forte matrice materica e di grande intensità cromatica, con un linguaggio che si fa sempre più astratto, quasi a voler sottolineare una raggiunta spiritualità, rielaborata nell’intimo di Nucci, un lavoro di purificazione fino ad identificare quella forma ormai divenuta simbolo con una ferita inferta sulla tela in un mare rosso sangue.
Note biografiche
Giancarlo Nucci (Rimini, 1944) vive e lavora a Monza. Spinto dalla passione per l’indagine scientifica e per segni e colori, ha abbinato esperienza professionale nel settore biochimico ed esperienza pittorica, che poi lo ha assorbito interamente. La lunga sperimentazione a partire dagli anni ’70, dal figurativo al naturalismo astratto, all’informale, delinea con chiarezza una ricerca tenace e articolata, feconda di risultati e riconoscimenti e un percorso artistico, ispirato dalla natura e dalla prospettiva spirituale della condizione umana. Ne risultano tele di forte matrice materica e di grande intensità cromatica, i cui contenuti si aggregano intorno a cicli tematici quali i concerti, i paesaggi, l’oro, la Croce, la montagna, il mare, gli eventi del nostro tempo, l’ambiente.
Ha esposto le opere delle varie fasi della sua produzione artistica in numerose mostre personali e collettive a partire dal 1976. E' socio della Permanente di Milano e membro del Direttivo dell'UCAI Milano e dell'Associazione “P. Borsa” di Monza.
È presente con foto e scheda critica nel volume “La via italiana all’Informale”, sezione “Ultime tendenze”, a cura di Virgilio Patarini, ed. Giorgio Mondadori 2013 e nel volume “Percorsi d'Arte in Italia 2015”, a cura di Giorgio Di Genova ed Enzo Le Pera, con nota di Paolo Bolpagni, ed. Rubbettino 2015.
Padre Costantino Ruggeri, nato ad Adro (Brescia) nel 1925, compie gli studi classici nei conventi francescani di Saiano e di Sabbioncello e quelli teologici nel convento di Busto Arsizio, ove realizza un ciclo di affreschi.
Alla pittura dedica la sua giovinezza, sotto la guida e la stima di Mario Sironi, che in Lui riconosce il talento e ne ammira la dedizione.
Nel 1951, terminati gli studi di teologia, è ordinato sacerdote nel Duomo di Milano dal cardinal Schuster e dello stesso anno è la sua prima mostra di pittura alla Galleria “S. Fedele” di Milano presentata da Mario Sironi.
Nel Convento di S. Antonio in Milano svolge il suo ministero sacerdotale e si dedica alla pittura.
Nel 1954 riceve il 1° Premio di pittura “S. Fedele” ed il 3° Premio “Marzotto”.
Si accosta alla scultura alla fine degli anni 50.
Dal 1958 al 1962 frequenta L’Accademia di Brera e riceve al termine degli studi il diploma di scultura con una tesi sui simboli epigrafici cristiani delle catacombe – relatore Luciano Minguzzi.
Coltiva incontri con artisti e architetti tra cui: Fontana, Dova, Capogrossi, Crippa, Le Corbusier, Alvar Aalto.
Nel 1959 lascia Milano e stabilisce il suo studio d’arte nel Convento di Canepanova in Pavia, ove prosegue nell’attività di pittore e scultore con la realizzazione di terracotte e ceramiche per dedicarsi successivamente allo studio dello spazio sacro con il progetto di cappelle e la ricerca di nuove forme per l’arredo e la suppellettile sacra nonché dei paramenti sacri.
Degli anni ’60 sono le esperienze di vetrate con cristalli colorati di Murano incastonati in pannelli di cemento e dal 1966 inizia la serie di vetrate artistiche in vetro antico soffiato legate in piombo.
Collabora con alcuni architetti italiani, tra cui Figini e Pollini, Giò Ponti, Gardella, Vaccaro, Gresleri, Trebbi e Nervi, per la costruzione di nuove chiese e, appassionatosi al tema, affronta, assieme all’architetto Luigi Leoni, la realizzazione di propri progetti di architettura sacra: chiese e complessi parrocchiali, santuari, cappelle e cenacoli di preghiera di istituti religiosi. Del 1977 è la prima chiesa di Santa Maria della Gioia a Varese, successivamente le chiese del Tabernacolo e della Madonna della Provvidenza a Genova, la chiesa di San Paolo a Rho, di Santo Spirito a Pavia, di San Bernardo a Roma e tre chiese nel Burundi.
Nel 1986 è incaricato dei lavori alla Cappella Feriale nel Duomo di Milano, realizzando in bronzo patinato tutti gli elementi del nuovo spazio liturgico.
Nel 1987 riceve la commissione della costruzione del nuovo Santuario della Madonna del Divino Amore a Roma, consacrato il 4 luglio del 1999 da Papa Giovanni Paolo II.
Nel 1993, dopo alcuni viaggi di studio in Giappone, progetta, per la città di Yamaguchi, il nuovo santuario di San Francesco Saverio, che viene solennemente inaugurato il 29 aprile 1998.
Dal 1993 promuove, grazie alla Fondazione Frate Sole da lui creata, la valorizzazione dell’arte sacra istituendo il premio quadriennale “Frate Sole”.
Dal 1993 al 2004 assegna i premi internazionali a Tadao Ando, Alvaro Siza e Richard Meier.
Alla fine del 2006 è consacrata a Betlemme la nuova cappella della Theotokos, Madre di Dio, accanto al Santuario della Grotta del Latte di cui viene eseguito il restauro.
Il 24 giugno 2007, ad Adro, suo paese di origine, si inaugura l’ultima sua opera scultorea raffigurante il “volto della Franciacorta”.
Il giorno seguente, il 25 giugno 2007, Padre Costantino si spegne all’ospedale di Merate, nei pressi del Convento di Sabbioncello, dove ha trascorso le sue ultime settimane di vita.
19
dicembre 2015
Costantino Ruggeri / Giancarlo Nucci – Alla stessa fonte
Dal 19 dicembre 2015 al 15 gennaio 2016
arte contemporanea
Location
SPAZIO PER LE ARTI CONTEMPORANEE DEL BROLETTO
Pavia, Piazza Della Vittoria, 27, (Pavia)
Pavia, Piazza Della Vittoria, 27, (Pavia)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 16-19, sabato e domenica 10.30-12.30; 16-19. Chiuso il 24, 25, 26 dicembre e 1 gennaio.
Vernissage
19 Dicembre 2015, ore 18
Autore
Curatore