Forma di comunicazione epidermica, le textures animano le superfici grafiche e la pelle degli oggetti contemporanei. Come risulta evidente dall’etimologia del termine – dal latino texere – i tessuti sono il paradigma di questo aspetto visivo e tattile. Dalla medesima radice etimologica ha origine anche la parola testo, rappresentata dalla pagina scritta solcata e seminata dai segni neri delle parole.

La produzione del Lanificio Leo dimostra che le textures sono un fertile terreno di scambio e di incontro tra grafica, tessitura e design. Da tempo al lanificio che ha sede a Soveria Mannelli le sperimentazioni della grafica contemporanea hanno trovato applicazione nei prodotti della manifattura tessile, all’interno di una progetto di coinvolgimento e di collaborazione con giovani designer e artisti.

La presentazione dell’attività e delle iniziative del Lanificio Leo, presso la sede del corso di laurea in Design della moda dello IUAV, sarà anche un’occasione di confronto su questo aspetto della cultura contemporanea del progetto.

All’incontro, assieme ad Emilio Leo, art director e titolare del lanificio di calabrese, sarà presente Giorgio Camuffo, direttore del corso di laurea specialistica in Comunicazioni visive e Multimediale dello IUAV, per presentare alcuni lavori di giovani progettisti che, in diverso modo, sperimentano nuove forme e applicazioni grafiche. Francesco Calzolaio interverrà per presentare il volume di prossima pubblicazione “Cattedrali dell’Archeologia industriale costiera” nel quale è descritta la storia del Lanificio, esempio di fabbrica che ha partecipato alla formazione di una realtà locale in cui hanno agito positivamente l’intreccio tra territorio, uomo e tecnologie.

Il Lanificio Leo ha creato una forma innovativa per allargare questo intreccio, promuovendo e ospitando nell’antico opificio esperienze artistiche e culturali, come nel caso di “Dinamismi museali”, la rassegna di arte contemporanea e design che quest’anno è giunta alla nona edizione. Questa iniziativa fa parte di un complesso programma di manegement culturale dal titolo “Sheep”, piattaforma di sperimentazione a più livelli che ha ottenuto il riconoscimento del “Premio Cultura di Gestione” per la sezione Valorizzazione del territorio e che ha consentito all’azienda di classificarsi tra i sedici finalisti del “Premio Guggenheim” 2001.