Con una mostra personale dedicata a Carsten Nicolai, resa possibile dal sostegno della Direzione generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte Contemporanee, un nuovo progetto espositivo prende avvio presso il Museo Hendrik Christian Andersen di Roma. Il progetto, intitolato da Hendrik, è volto a riflettere sul rapporto tra protagonisti dell’arte contemporanea internazionale e l’Italia e offre al pubblico l’opportunità, in alcuni casi la prima volta, di apprezzare la produzione di esponenti particolarmente rappresentativi della creatività odierna ma scarsamente presenti, se non del tutto assenti, nella scena espositiva pubblica italiana. Ancora oggi molti artisti stranieri, così come al principio del XX secolo Hendrik Christian Andersen (1872-1940), nato in Norvegia, naturalizzato statunitense, romano di adozione, si confrontano con il contesto storico e culturale italiano, rinnovando un’antica tradizione e reinterpretandone canoni e modalità esecutive. Ciascun autore è chiamato a realizzare un intervento originale concepito espressamente per le sale al piano terra del museo, in stretta relazione alle loro caratteristiche storiche e strutturali. Il primo piano dell’edificio ospita, invece, un nucleo di opere storiche e recenti dell’artista, individuate tra quelle in grado di documentare i suddetti legami culturali.
In sintonia col progetto generale Carsten Nicolai ha concepito per lo Studio, ambiente destinato al tempo di Andersen a laboratorio per l’ideazione delle opere, la traduzione plastica dal bozzetto alla grande dimensione e la modellazione, Maßstabsbilner, un’installazione volta a riflettere sul concetto di proporzione. Essa si basa sull’azione compiuta da alcuni laser rotanti che proiettano sulle pareti della stanza e sulle statue una luce visibile attraverso l’uso di speciali apparecchi ottici e, posta all’altezza media di un individuo (175 cm), istituisce nuovi equilibri nel rapporto tra lo spettatore e le componenti plastiche ed architettoniche che lo circondano. Il salone centrale e le stanze laterali al piano superiore di Villa Helene, in origine appartamento privato di Andersen, sono occupati da una selezione di lavori legati in qualche modo all’esperienza italiana di Nicolai. Tra loro Zone, un elaborato complesso audio-video-fotografico ispirato al film Stalker di Andrej Tarkovskij ed esposto a Firenze nel 2007, ed Ora, un’originale rielaborazione di un dipinto eseguito da Emmanuel Maignan nel 1642 al Convento di Trinità dei Monti a Roma. Un nucleo di scatti fotografici testimonia ulteriormente il rapporto appena accennato.

La mostra è realizzata in collaborazione con l’Accademia Tedesca, Roma - Villa Massimo









Carsten Nicolai (Karl-Marx-Stadt, attuale Chemnitz, 1965), compiuti gli studi architettonici a Dresda, esordisce sulla scena creativa nel corso degli anni Ottanta. La sua presenza espositiva comprende una lunga lista di voci che va da Documenta a Kassel (1997), alla Biennale di Venezia (2001, 2003) a mostre personali a Berlino (Neue Nationalgalerie), Francoforte (Kunsthalle) e Gent (Smak) nel 2005, Stoccarda (Kunstmuseum) nel 2006, Amburgo (Kunsthalle) nel 2008, fino alla monumentale installazione concepita per Piazza Plebiscito a Napoli alla fine del 2009. Ha vinto varie borse di studio e premi tra cui quello dell’Accademia Tedesca di Roma che lo ha portato, nel 2007, a soggiornare per alcuni mesi a Villa Massimo. Egli si applica contemporaneamente alle ricerche in campo visivo e musicale coniugando spesso le due discipline con un atteggiamento noncurante delle norme precostituite, che procede spedito attraverso generi linguistici differenti aprendoli alla contaminazione reciproca. Quelle stesse che lo inducono ad esprimersi con disinvoltura tanto attraverso il lessico plastico che pittorico, grafico, installativo, video, performativo, architettonico e musicale (ambito nel quale è meglio conosciuto sotto lo pseudonimo di Alva Noto). Vive e lavora a Berlino.