Dàimon 1 è la prima di una serie di mostre sull’ invisibile:

l’invisibile evocato, decriptato, rintracciato attraverso altri sensi.

L’invisibile come memoria.

Nel caso specifico, memoria di un luogo: il primo cimitero torinese del XVIII secolo. Qui furono sepolte - a nord-ovest, fuori dalle mura - un gran numero di persone che per la società del periodo avevano lasciato tristi ricordi.

Sono gli impiccati, i suicidi. E i non battezzati.

Dàimon, concetto positivo per gli antichi greci, nel Cristianesimo parla di anime, di angeli caduti.

Poter intervistare le anime rimaste incastrate in questo luogo da morte violenta, interloquire con loro, è il senso dell’indagine che propongono gli artisti Simona Galeotti, Flavio_G, Loredana Longo,

Andrea G. Marte, Ovidio Piras, Turi Rapisarda.

“Credo che tutto ciò che accade, prima di svanire debba subire un processo fisico.”

Simona Galeotti