Anche una città come Genova, generalmente refrattaria alle mode passeggere, fu contagiata nei primi decenni dell´800 dall´egittomania che si diffuse in Europa in seguito alla spedizione di Bonaparte in Egitto . A partire da allora e con contributi che arrivano alla metà del ´900, si è formata la collezione egizia del Museo di Archeologia Ligure di Genova (nella “Terra di Ponente”) grazie ai lasciti di liguri illustri che ebbero modo di recarsi nella “Terra Nera”, come i suoi abitanti chiamavano l´Egitto a causa del limo nero lasciato nei campi dalle inondazioni del Nilo.
Spiccano, nella collezione, il sarcofago, la mummia ed il corredo funerario di Pasherienaset, sacerdote di Horo e Hathor nel tempio di Edfu durante la XXVI dinastia (664-525 a.C.).
Il ricongiungimento con la statuetta che lo ritrae, di cui si erano perse le tracce dal 1960 e recuperata grazie al mecenatismo della Fondazione Edoardo Garrone, rappresenta un caso raro nella storia dell´egittologia: il catalogo dell´intera collezione vuole essere anche un omaggio a quanti si sono impegnati per consentire questa riunione.
La presentazione del volume dedicato alla collezione egizia del Museo di Archeologia Ligure si terrà mercoledì 2 marzo alle ore 17 presso la sede della Fondazione Garrone in Via S. Luca 2 e sarà anche un´occasione per scoprire, assieme a Maria Cristina Guidotti direttrice del Museo Egizio di Firenze, i piccoli tesori egizi che la città di Genova possiede.