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Daniela Simoncini – Rêverie, dedicato ad Ale
Le opere di Daniela Simoncini, giovane artista toscana, sono caratterizzate da un duplice percorso di indagine: da un lato epistemologico, dall’altro immaginativo, tratto caratteristico questo della poetica di Bachelard di cui l’artista non nasconde le influenze, anzi ne esplicita il richiamo attraverso i concetti di “rêverie” nell’urgenza di cogliere attraverso il video e le fotografie tutte le vertigini e le suggestioni poetiche della materia immaginale dell’acqua: flutti, riflessi, cadute, turbolenze, spirali, volute, scarti fuori dall’equilibrio
Comunicato stampa
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“La poetica dell’acqua è la poetica della “rêverie” è presente in ogni nostro gesto o pensiero” Gaston Bachelard
Le opere di Daniela Simoncini, giovane artista toscana, sono caratterizzate da un duplice percorso di indagine: da un lato epistemologico, dall’altro immaginativo, tratto caratteristico questo della poetica di Bachelard di cui l’artista non nasconde le influenze, anzi ne esplicita il richiamo attraverso i concetti di “rêverie” nell’urgenza di cogliere attraverso il video e le fotografie tutte le vertigini e le suggestioni poetiche della materia immaginale dell’acqua: flutti, riflessi, cadute, turbolenze, spirali, volute, scarti fuori dall’equilibrio.
Dice la Simoncini: “il mio lavoro nasce dall’esigenza di indagare i meccanismi della dimensione acqua, il suo respiro, il suono, l’immagine che è capace di evocare…ne faccio uno studio con il corpo attraverso l’esercizio dello yoga e del Tai chi chuan”.
L’urgenza di creare e di vedere immagini per l’artista nasce dunque dal modello fluido, direi da una teoria fisica dell’elemento acqua, dall’indagine dell’infinitamente piccolo, dal mettere in mostra molecole dai corpi galleggianti ma anche dal fare esperienza della memoria immaginativa.
E’ evidente come l’artista, orienti la propria ricerca movendosi fra i due estremi dei concetti e delle immagini, non sacrificando o ri(co)inducendo l’uno all’altro, bensì completando l’uno con l’altro nell’incontro con le verità più profonde di noi stessi.
La “rêverie” quotidiana messa in atto dall’artista si rivela una riflessione sul formarsi e il ri-formarsi della verità scientifica e l’immaginazione con un’apertura verso l’affettività, le pulsioni, l’inconsio e il corpo.
Il rumore di un ruscello, così come quello di un qualsiasi corso d’acqua, di una cascata o della risacca del mare, è dovuto alla pulsazione delle bolle d’aria che si formano all’interno del liquido a causa del suo rivolgimento vorticoso. Le bolle si comportano come sistemi oscillanti e in guisa di microscopiche campane emettono onde sonore che si trasmettono all’aria e vi si propagano con frequenze sonore emesse che coprono una vasta gamma e il rumore prodotto si avvicina al cosiddetto rumore bianco.
L’installazione della Simoncini costruita da fotografie e da un video, riproduce come un esperimento scientifico gli effetti della luce e dell’acqua, materiale che ci apre un universo immaginario attraverso i mezzi ragione-immaginazione, capace di generare costellazioni mitico-metaforiche che a loro volta generano un mondo onirico-fantastico.
Il fare dell’arte diventa un luogo se non unico certo privilegiato per cogliere in azione l’immaginazione poetica dove l’artista ci sembra voglia ritrovare il campo privilegiato in cui studiare i moti dell’affettività, le pulsioni del desiderio inconscio, le sue figurazioni, un tentativo quindi di ristabilire un ponte fra razionale ed irrazionale dove l’immaginazione si istituisce nello spazio scoperto della ragione e viceversa.
Dino Ferruzzi
Le opere di Daniela Simoncini, giovane artista toscana, sono caratterizzate da un duplice percorso di indagine: da un lato epistemologico, dall’altro immaginativo, tratto caratteristico questo della poetica di Bachelard di cui l’artista non nasconde le influenze, anzi ne esplicita il richiamo attraverso i concetti di “rêverie” nell’urgenza di cogliere attraverso il video e le fotografie tutte le vertigini e le suggestioni poetiche della materia immaginale dell’acqua: flutti, riflessi, cadute, turbolenze, spirali, volute, scarti fuori dall’equilibrio.
Dice la Simoncini: “il mio lavoro nasce dall’esigenza di indagare i meccanismi della dimensione acqua, il suo respiro, il suono, l’immagine che è capace di evocare…ne faccio uno studio con il corpo attraverso l’esercizio dello yoga e del Tai chi chuan”.
L’urgenza di creare e di vedere immagini per l’artista nasce dunque dal modello fluido, direi da una teoria fisica dell’elemento acqua, dall’indagine dell’infinitamente piccolo, dal mettere in mostra molecole dai corpi galleggianti ma anche dal fare esperienza della memoria immaginativa.
E’ evidente come l’artista, orienti la propria ricerca movendosi fra i due estremi dei concetti e delle immagini, non sacrificando o ri(co)inducendo l’uno all’altro, bensì completando l’uno con l’altro nell’incontro con le verità più profonde di noi stessi.
La “rêverie” quotidiana messa in atto dall’artista si rivela una riflessione sul formarsi e il ri-formarsi della verità scientifica e l’immaginazione con un’apertura verso l’affettività, le pulsioni, l’inconsio e il corpo.
Il rumore di un ruscello, così come quello di un qualsiasi corso d’acqua, di una cascata o della risacca del mare, è dovuto alla pulsazione delle bolle d’aria che si formano all’interno del liquido a causa del suo rivolgimento vorticoso. Le bolle si comportano come sistemi oscillanti e in guisa di microscopiche campane emettono onde sonore che si trasmettono all’aria e vi si propagano con frequenze sonore emesse che coprono una vasta gamma e il rumore prodotto si avvicina al cosiddetto rumore bianco.
L’installazione della Simoncini costruita da fotografie e da un video, riproduce come un esperimento scientifico gli effetti della luce e dell’acqua, materiale che ci apre un universo immaginario attraverso i mezzi ragione-immaginazione, capace di generare costellazioni mitico-metaforiche che a loro volta generano un mondo onirico-fantastico.
Il fare dell’arte diventa un luogo se non unico certo privilegiato per cogliere in azione l’immaginazione poetica dove l’artista ci sembra voglia ritrovare il campo privilegiato in cui studiare i moti dell’affettività, le pulsioni del desiderio inconscio, le sue figurazioni, un tentativo quindi di ristabilire un ponte fra razionale ed irrazionale dove l’immaginazione si istituisce nello spazio scoperto della ragione e viceversa.
Dino Ferruzzi
16
gennaio 2007
Daniela Simoncini – Rêverie, dedicato ad Ale
Dal 16 al 26 gennaio 2007
arte contemporanea
Location
CRAC – CENTRO RICERCA ARTE CONTEMPORANEA
Cremona, Via Carlo Vittori, 8, (Cremona)
Cremona, Via Carlo Vittori, 8, (Cremona)
Orario di apertura
da Lun. a Ven. 10 - 16 - Sab. 10 - 13 e su appuntamento,festivi chiuso
Vernissage
16 Gennaio 2007, ore 18
Autore
Curatore