L’ ineffabile suggestione del Sogno perso nelle lande glaciali del Sidhr germanico vivrà a Soncino il 19 gennaio- vernissage alle ore 18- fino al 19 febbraio 2008, presso le sfarzose sale della Rocca Sforzesca, nella delicatezza impalpabile dell’ opera di Daniele Giunta, giovanissimo artista emergente la cui sensibilità estetica sta già trovando ampio gradimento nei caveaux dei più raffinati collezionisti italiani ed esteri. Giunta, attratto dalla dimensione evanescente del Grande Nord dei poemi, ma anche del cyber- sound dei Sigur Ros e dei Knife, infonde nella sua opera tutto l’ incanto di un moderno viaggiatore atemporale, che sceglie la delicatezza della seta o la fragilità della carta di riso per far sì che il suo pennello tracci il percorso di uno spirito errante alla ricerca dell’ astrazione, della dimensione più sfuggente delle cose, colte nella ‘ levitas’ del loro ‘ Ether ‘: le sue velature che si disciolgono in osmosi con gl’ indaci inchiostri creano le fantasmagoriche apparizioni che solo la nebbia del ricordo, o la mente malinconica del sognatore, possono concepire, silfidi dell’ Asgard o spettri del folklore giapponese, insostanziali, eteree figure femminili che si sciolgono nelle brume fumose o si dissolvono in frammenti siderali di cristalli, Regine delle Nevi che svaniscono, lasciando di sé solo una vaga scìa ‘ charmante’ dal profumo di nevischio: tutti si cade dormienti nello stesso sortilegio con cui Brocéliade stregò Merlino, tutti noi si aspetta il canto della Dama di Lorién, in un’ atmosfera sospesa che tra purezza innocente e fascinazione remota ci disperde nella stessa, impalpabile visione respirata da Daniele.