La Galleria IL GABBIANO ospita la prima mostra personale di Danilo Sergiampietri intitolata GAS. La poetica dell’artista, incentrata sui temi della ripetizione, della riproduzione seriale e del biblico che si istituisce tra segno e immagine, attinge un nuovo approdo in quest’ultima fase di lavoro.
Il ciclo GAS consiste in una serie di ritratti realizzati su una superficie di lamiera zincata – gli sportelli comunemente usati per proteggere i contatori del gas - mediante la foratura del supporto, dove l’immagine si determina attraverso un continuo alternarsi di pieni e di vuoti, di luce e di ombra. Le immagini di partenza si riferiscono a vittime della Shoah, attivando una particolare relazione concettuale fra l’immagine e il supporto stesso del lavoro.
Danilo Sergiampietri, nato nel 1964 a Castelnuovo Magra (La Spezia), diplomato al Liceo Artistico di Carrara, dopo aver lavorato per alcuni anni nel campo del restauro, nel 1989 si è laureato in Architettura all’Università di Genova, città dove ha fondato uno Studio Associato attivo fino al 2001. Attualmente vive e lavora alla Spezia, dove si occupa di architettura e di arte sviluppando una ricerca personale che si muove lungo la sottile e instabile linea di confine tra le due discipline. In alcune delle sue opere tale percorso viene sperimentato attraverso l’uso di tecnologie digitali, proprie della progettazione e della rappresentazione architettonica contemporanea, accanto a una più materica reiterazione seriale, numerazione e catalogazione di oggetti di uso comune. Negli ultimi anni l’attività espositiva si è intensificata, sia attraverso la partecipazione a numerose collettive e a diverse fiere d arte, sia con mostre personali: nel 2007, alla Spezia presso il Centro Allende nell’ambito della rassegna “Nuove proposte”, Pisa, Castelnuovo Magra; nel 2009 nuovamente alla Spezia, presso il CAMeC nell’ambito della rassegna “Finestra sul Golfo”; nel 2011 Alassio, Genova.
catalogo edito da IL GABBIANO arte contemporanea | testo di Lara Conte | grafica Marta Manini | fotografie Roberto Buratta | coordinamento Mario Commone