“Nella Città della Moda,
la moda è tale che anche chi non la compra,
prima o poi compra.
Le miss e le bambole si vestono, si truccano, ingannano?
Alla festa conquistano…
Specchio specchio delle mie brame
chi è la più bella di questo pazzo reame?
Regine cattive, animali fantastici,
divinità creatrici unitevi al ritmo della folle sarabanda dell’apparire!”


Francesca Giraudi
Igor Zanti




Fashionfascination è il titolo della prima mostra personale di Davide Mancosu. La inaugura giovedì 4 marzo 2004 la SILBERNAGL UNDERGALLERY nel suo spazio di Via Borgospesso a Milano.

Davide Mancosu, classe 1970, da dieci anni art director per un’agenzia di pubblicità a Milano e illustratore di alcune pagine e delle copertine per una rivista di design, da sempre dipinge. Ha frequentato l’istituto d’arte e poi la scuola di illustrazione.

L’ingresso nel mondo dell’arte avviene nel 2003 quando Mancosu inizia a partecipare a mostre collettive, attirando l’attenzione dei visitatori e di giovani collezionisti, che nei suoi lavori intravedono la chance di impossessarsi oltre che di un oggetto d’arte anche di un oggetto di culto. Le sue tele dipinte ad acrilico seguono il filone del New Pop e raccontano, con l’uso di colori accesi dagli effetti a volte psichedelici, il mondo delle ‘fashion victims’.

Una curiosità a tutto raggio, l’interesse per i fenomeni mediatici, per le inclinazioni (o inquietudini) esistenziali, alla base della scelta per la professione di creativo, hanno portato Mancosu a elaborare dal punto di vista artistico un mondo di ‘bambole’ tutte griffe e occhioni, pronte al saccheggio delle migliori boutiques per acquistare l’ultimo capo di Hermes, Gucci o Chanel. Sono le Dirty Babies quelle che vedremo nelle venti tele in mostra e hanno una missione: perpetuare la globalizzazione di loghi, marchi, etichette, status symbols nel mondo, conquistare le luci della ribalta e diventare delle vere e proprie Superstars, meglio ancora se accompagnate da un bulldog o un bassotto con il collare firmato Chanel o il pelo tatuato Vitton.

Il contesto socio-culturale dal quale le Dirty Babies provengono è quello delle zone periferiche e degradate di una qualsiasi grande città e il loro isolamento, sono convinte, lo supereranno attraverso ciò che possiedono e che mostrano, diventando brand di loro stesse.
Anche gli animali, quali pecore, cani, ippopotami, polipi, che con i loro tentacoli cercano di arraffare ciò che possono, sono dei cari amici delle bambine cattive e vivono, agiscono per loro, con loro.

Quando le bambine anziché essere dipinte, escono dalla tela costruite in panno lenci, si conquista la terza dimensione e si entra nell’universo fisico dell’osservatore: forse che le bambole vogliano essere un invito a riderci sopra, a non considerare la vanità e la fragilità con occhio severo e servano a creare solamente il desiderio di abbracciarle?