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Dea Belusco / Francesco Tabusso – Il Cantico delle creature
L’esposizione propone nelle splendide sale della Crociera del Castellamonte circa trenta lavori di varie dimensioni ed eseguiti con diverse tecniche (olio su tela, olio su tavola, china su carta applicata e tecnica mista) del maestro Francesco Tabusso e della sua giovane allieva pittrice Dea Belusco.
Comunicato stampa
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Il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino inaugura, Venerdì 26 marzo 2010 la mostra di Francesco Tabusso e Dea Belusco dal titolo “Il Cantico delle creature”.
L’esposizione propone nelle splendide sale della Crociera del Castellamonte circa trenta lavori di varie dimensioni ed eseguiti con diverse tecniche (olio su tela, olio su tavola, china su carta applicata e tecnica mista) del maestro Francesco Tabusso e della sua giovane allieva pittrice Dea Belusco.
Le opere ritraggono gli animali tassidermizzati ospiti silenziosi dell’Arca e del Museo Storico di Zoologia del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino nell’intento di restituire a questi esemplari, attraverso il gesto pittorico, una rinnovata forza espressiva. Fortemente spinti dalla volontà di rappresentarne l’istinto i due autori, in uno scambio di pennelli, sposteranno l’attenzione dall’animale all’opera e dall’opera all’etica. L’etica della ragione, quella che distingue il principio di “giustizia” da quello di “responsabilità” dell’essere umano nei confronti del “non umano” che lo circonda.
Francesco Tabusso, pittore torinese conosciuto e stimato sia dalla critica sia dal pubblico, è stato allievo di Felice Casorati di cui ha fatto propria la lezione su “la classicità nella quotidianità”, aggiungendovi una vena fiabesca e un’attenzione profonda, quasi uno stupore, di fronte alla natura, uccelli e fiori, alberi e farfalle, ricci e pesci, senza dimenticare la presenza dell’uomo e soprattutto delle belle ragazze, avvolgendo i suoi soggetti preferiti con un poetico candore che incanta. La sua realtà spruzzata in ogni quadro con un’aura di leggenda e di fiaba, che circonda gente, animali, cose e le fa vivere in un mondo incantato eppure non estraneo né impossibile, spesso da tutti sognato.
Francesco Tabusso ha la capacità di trasferire in ogni dipinto, grande quadro o piccolo acquerello, una pagina della sua vita, della sua giovinezza, della sua passione di adolescente salito dai nonni a Rubiana, all’imbocco della Valle Susa, per sfuggire alla guerra, alla scoperta del bosco, dei nidi dei merli, delle tane dei tassi, delle tracce della lepre e della volpe inseguite nella neve, del gallo cedrone che si alza improvviso e delle trote guizzanti nel torrente Messa.
Francesco Tabusso, accademico di San Luca, è stato artista precocissimo.
Nato nel 1930, ventiquattrenne partecipa alla Biennale Internazionale di Venezia, dove presenta tre capolavori che gli valgono i primi riconoscimenti ufficiali e gli inviti alle più prestigiose esposizioni: “Comizio”, “Festa campestre” e “Albero caduto”. Vi sarà invitato anche nel 1956 e nel 1958 e nel 1966 gli sarà dedicata una sala personale. Nel 1956 la mostra alla galleria “La Strozzina” di Firenze, con la presentazione di Felice Casorati. L’anno successivo il Premio “Fiorino”, il Premio “Michetti” e la personale alla galleria Medusa di Roma, dove nel 1958 è invitato alla Quadriennale. Nel 1959 la prima mostra alla “Bussola”, presentato da Luigi Carluccio.
Ormai trentenne Tabusso è pittore affermato, con inviti alle più prestigiose rassegne internazionali, tra cui Bruxelles, New York, Mosca, Alessandria d’Egitto.
Del 1963 la personale alla Galleria milanese di Ettore Gian Ferrari”, con cui inizia un fecondo rapporto di lavoro e di amicizia che durerà fino alla sua scomparsa. Da quest’anno insegna Discipline Pittoriche al Liceo Artistico dell’Accademia di Brera a Bergamo, ed in seguito, fino al 1984, al Liceo Artistico dell’Accademia Albertina di Torino. Nel 1975 realizza la Grande Pala Absidale “Il Cantico delle Creature” per la Chiesa di San Francesco d’Assisi a Milano, progettata da Giò Ponti, ed i quattro trittici dedicati ai “Fioretti di San Francesco”. Segue l’importante mostra “Hommage a Grünewald”, a Colmar, Torino e Milano. Nel 1983 la Mostra Antologica a “Palazzo Robellini” di Acqui Terme, la prima di tante: nel 1991 ad Asti, in occasione della realizzazione del Palio; nel 1997 al “Palazzo Salmatoris”, di Cherasco; nel 1998 alla Sala “Bolaffi” di Torino; nel 2000 al “Centre Sain Bènin” di Aosta; nel 2002 al “Complesso Monumentale di S. Michele a Ripa Grande, a Roma; nel 2006 nel settecentesco Palazzo Piozzo di Rivoli; nel 2009 alla Galleria d’arte moderna di Spoleto. Di grande successo l’imponente retrospettiva allestita alla Promotrice di Torino nel 2007, a cura di Elena Pontiggia e Gianfranco Schialvino, con oltre ventimila visitatori.
L’esposizione propone nelle splendide sale della Crociera del Castellamonte circa trenta lavori di varie dimensioni ed eseguiti con diverse tecniche (olio su tela, olio su tavola, china su carta applicata e tecnica mista) del maestro Francesco Tabusso e della sua giovane allieva pittrice Dea Belusco.
Le opere ritraggono gli animali tassidermizzati ospiti silenziosi dell’Arca e del Museo Storico di Zoologia del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino nell’intento di restituire a questi esemplari, attraverso il gesto pittorico, una rinnovata forza espressiva. Fortemente spinti dalla volontà di rappresentarne l’istinto i due autori, in uno scambio di pennelli, sposteranno l’attenzione dall’animale all’opera e dall’opera all’etica. L’etica della ragione, quella che distingue il principio di “giustizia” da quello di “responsabilità” dell’essere umano nei confronti del “non umano” che lo circonda.
Francesco Tabusso, pittore torinese conosciuto e stimato sia dalla critica sia dal pubblico, è stato allievo di Felice Casorati di cui ha fatto propria la lezione su “la classicità nella quotidianità”, aggiungendovi una vena fiabesca e un’attenzione profonda, quasi uno stupore, di fronte alla natura, uccelli e fiori, alberi e farfalle, ricci e pesci, senza dimenticare la presenza dell’uomo e soprattutto delle belle ragazze, avvolgendo i suoi soggetti preferiti con un poetico candore che incanta. La sua realtà spruzzata in ogni quadro con un’aura di leggenda e di fiaba, che circonda gente, animali, cose e le fa vivere in un mondo incantato eppure non estraneo né impossibile, spesso da tutti sognato.
Francesco Tabusso ha la capacità di trasferire in ogni dipinto, grande quadro o piccolo acquerello, una pagina della sua vita, della sua giovinezza, della sua passione di adolescente salito dai nonni a Rubiana, all’imbocco della Valle Susa, per sfuggire alla guerra, alla scoperta del bosco, dei nidi dei merli, delle tane dei tassi, delle tracce della lepre e della volpe inseguite nella neve, del gallo cedrone che si alza improvviso e delle trote guizzanti nel torrente Messa.
Francesco Tabusso, accademico di San Luca, è stato artista precocissimo.
Nato nel 1930, ventiquattrenne partecipa alla Biennale Internazionale di Venezia, dove presenta tre capolavori che gli valgono i primi riconoscimenti ufficiali e gli inviti alle più prestigiose esposizioni: “Comizio”, “Festa campestre” e “Albero caduto”. Vi sarà invitato anche nel 1956 e nel 1958 e nel 1966 gli sarà dedicata una sala personale. Nel 1956 la mostra alla galleria “La Strozzina” di Firenze, con la presentazione di Felice Casorati. L’anno successivo il Premio “Fiorino”, il Premio “Michetti” e la personale alla galleria Medusa di Roma, dove nel 1958 è invitato alla Quadriennale. Nel 1959 la prima mostra alla “Bussola”, presentato da Luigi Carluccio.
Ormai trentenne Tabusso è pittore affermato, con inviti alle più prestigiose rassegne internazionali, tra cui Bruxelles, New York, Mosca, Alessandria d’Egitto.
Del 1963 la personale alla Galleria milanese di Ettore Gian Ferrari”, con cui inizia un fecondo rapporto di lavoro e di amicizia che durerà fino alla sua scomparsa. Da quest’anno insegna Discipline Pittoriche al Liceo Artistico dell’Accademia di Brera a Bergamo, ed in seguito, fino al 1984, al Liceo Artistico dell’Accademia Albertina di Torino. Nel 1975 realizza la Grande Pala Absidale “Il Cantico delle Creature” per la Chiesa di San Francesco d’Assisi a Milano, progettata da Giò Ponti, ed i quattro trittici dedicati ai “Fioretti di San Francesco”. Segue l’importante mostra “Hommage a Grünewald”, a Colmar, Torino e Milano. Nel 1983 la Mostra Antologica a “Palazzo Robellini” di Acqui Terme, la prima di tante: nel 1991 ad Asti, in occasione della realizzazione del Palio; nel 1997 al “Palazzo Salmatoris”, di Cherasco; nel 1998 alla Sala “Bolaffi” di Torino; nel 2000 al “Centre Sain Bènin” di Aosta; nel 2002 al “Complesso Monumentale di S. Michele a Ripa Grande, a Roma; nel 2006 nel settecentesco Palazzo Piozzo di Rivoli; nel 2009 alla Galleria d’arte moderna di Spoleto. Di grande successo l’imponente retrospettiva allestita alla Promotrice di Torino nel 2007, a cura di Elena Pontiggia e Gianfranco Schialvino, con oltre ventimila visitatori.
26
marzo 2010
Dea Belusco / Francesco Tabusso – Il Cantico delle creature
Dal 26 marzo al 26 aprile 2010
arte contemporanea
Location
MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI
Torino, Via Giovanni Giolitti, 36, (Torino)
Torino, Via Giovanni Giolitti, 36, (Torino)
Biglietti
Biglietto Intero: Euro 5,00; Ridotto: Euro 2,50 (per studenti universitari dai 18 ai 26 anni, gruppi di oltre 10 persone paganti); Gratuito (per ragazzi fino ai 18 anni e over 65).
Orario di apertura
ore 10,00-19,00 tutti i giorni, chiuso il martedì.
Vernissage
26 Marzo 2010, ore 18
Autore