“…la poesia, per sua natura, dovendo ubbidire ad altre leggi che non siano quelle del tempo, dello svolgimento, della sottostruttura logica, della dimostrazione, più sinteticamente, suggestivamente, significativamente e sonoramente può dare il senso di una realtà”.
(Vincenzo Consolo, Di qua dal faro, 1999)


Sabato 6 novembre 2004 alle ore 18.00 s’inaugurerà presso la Galleria Sessantuno (via XX Settembre, 61) la mostra collettiva “Di là dal faro” con opere di Sonia Alvarez, Alessandro Bazan, Sandro Bracchitta, Carmelo Candiano, Giuseppe Colombo, Graziella Da Gioz, Andrea Di Marco, Giovanni Frangi, Piero Guccione, Giovanni Iudice, Giovanni La Cognata, Giuseppe Modica, Salvatore Paolino, Franco Polizzi, Giuseppe Puglisi, Ninni Sacco, Franco Sarnari, Croce Taravella, Velasco Vitali, William Marc Zanghi, Pietro Zuccaro.


La mostra Di là dal faro è la prima tappa di un progetto che si propone di sviluppare sinergie tra la cultura contemporanea e la ricerca sociale per lo studio e la partecipazione attiva alle problematiche odierne. Il progetto sarà portato avanti in collaborazione con l’Istituto di Formazione Politica dei Padri Gesuiti “Pedro Arrupe”, Centro Studi Sociali e l’Associazione Culturale ARIES.

Il titolo della mostra deriva dall’espressione “di là dal faro” che i Borboni usavano per indicare le terre di Sicilia e le sue genti, come se si trattasse di un altro mondo, di un confine totale. Vincenzo Consolo ha ripreso questa concezione e capovolgendola, ha intitolato un suo libro “Di qua dal faro” ponendosi dal punto di vista della Sicilia come dalla parte degli infedeli, rovesciando la prospettiva e raccontando l’isola partendo dal mare che la circonda.

La mostra “Di là dal faro” diventa l’indicazione di un viaggio che attraversa l’Isola passando attraverso il simbolico, un percorso fra la produzione culturale che segna il volto del territorio entro cui si assesta.

I lavori esposti offriranno la specchio della figurazione contemporanea tesa fra la Sicilia e la penisola; la pittura, rappresentata dal numero significativo di artisti presenti in mostra fra maestri affermati e giovani talenti, si farà ponte di significato valorizzando i processi culturali come affermazione d’identità.





Il linguaggio pittorico è capace di trovare delle soste riconoscibili e condivisibili, territori di frescura e conforto, nuovi sensi. La poesia ritrova la consapevolezza dei termini del simbolico, il rinnovamento del linguaggio, un nuovo accesso al territorio, alla sua produttività più alta quella culturale e immateriale.

Gli artisti coinvolti mostreranno il loro sguardo, coinvolgeranno quello dei visitatori e, a partire dalla condivisione di una “vista” nuova, comincerà un viaggio fra le pieghe della cultura.

Testi in catalogo di Vincenzo Consolo, Gianni Notari (direttore dell’Istituto Arrupe), Cristina Alaimo e Davide Lacagnina.