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Diaspora – e/o Il corpo trasportatore
La circolazione di performances genera essa stessa una posizione fisica e un atteggiamento mentale, rispetto al corpo. Tutte queste questioni di limite sono intrinsecamente legate alle modalità performative di ognuno-a di questi-e artisti-e.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Ideato e costituito nel 2002, Diaspora è un progetto che coinvolge gli artisti performativi Kinga ARAYA, Constanza CAMELO, Besnik e Flutura HAXILLARI, Myriam LAPLANTE, Vessna PERUNOVICH e Boja VASIC includendo un nuovo artista che abbia lo stesso profilo in ognuno dei nuovi luoghi di diffusione.
Ali ASSAF (artista invitato)
Fino ad oggi il progetto è stato presentato in alcune città canadesi tra cui Montréal, Québec, Alma, Hamilton, Toronto.
Dal 18 giugno 2004 sarà presentato all'estero a Roma, Tirana, Belgrado, Berlino e in Polonia.
Questo collettivo è stato generato sulla base del concetto di "dispersione ed esilio", visto dalla prospettiva di artisti diversi per origine culturale, e la cui pratica è essenzialmente legata alla performance.
Di fatto, l'azione artistica sembra essere il modo espressivo più immediato per affermare la sopravvivenza, la resistenza e la coabitazione delle differenze.
Questo incontro, che ha per motore di ricerca il concetto di identità (transcultura, ibridazione, appartenenza, erranza, e transfert culturale), ci permette di intravedere in che modo lo statuto precario di artista residente all'estero possa ricondurci contemporaneamente alla nostra propria cultura e allo statuto di artista in generale.
La circolazione di performances genera essa stessa una posizione fisica e un atteggiamento mentale, rispetto al corpo. Tutte queste questioni di limite sono intrinsecamente legate alle modalità performative di ognuno-a di questi-e artisti-e.
Allo stesso tempo è un tentativo di riconfigurare e dare un nuovo sguardo al termine "Diaspora".
Le azioni performative sono portatrici di tracce culturali, ma fino a quale "dove" possiamo rintracciarne l'appartenenza, in un mondo ancora polarizzato tra la cultura occidentale e la non occidentale?
E' necessario, nel mondo dell'arte, sottolineare questa confusione tra i concetti di "globalizzazione" e di "internazionalismo"?
Prima di tutto, non ci auguriamo che l'idea di base o i discorsi fatti abbiano un'egemonia in tutto questo processo.
Al contrario il nostro scopo è che le pratiche degli artisti lo nutriscano e lo trasformino.
Perché, prima di tutto, vogliamo conservare l'essenza del multiplo, dell'eterogeneità, dell'impurità e del cosmopolitismo.
Diaspora è dunque un gruppo formato per costruire e decostruire la sua propria identità, per sopravvivere e convivere con le differenze. E' un gruppo di persone che si occupa in prima istanza del legame e dell'interrelazione necessaria all'avvicinamento umano.
Ali ASSAF (artista invitato)
Fino ad oggi il progetto è stato presentato in alcune città canadesi tra cui Montréal, Québec, Alma, Hamilton, Toronto.
Dal 18 giugno 2004 sarà presentato all'estero a Roma, Tirana, Belgrado, Berlino e in Polonia.
Questo collettivo è stato generato sulla base del concetto di "dispersione ed esilio", visto dalla prospettiva di artisti diversi per origine culturale, e la cui pratica è essenzialmente legata alla performance.
Di fatto, l'azione artistica sembra essere il modo espressivo più immediato per affermare la sopravvivenza, la resistenza e la coabitazione delle differenze.
Questo incontro, che ha per motore di ricerca il concetto di identità (transcultura, ibridazione, appartenenza, erranza, e transfert culturale), ci permette di intravedere in che modo lo statuto precario di artista residente all'estero possa ricondurci contemporaneamente alla nostra propria cultura e allo statuto di artista in generale.
La circolazione di performances genera essa stessa una posizione fisica e un atteggiamento mentale, rispetto al corpo. Tutte queste questioni di limite sono intrinsecamente legate alle modalità performative di ognuno-a di questi-e artisti-e.
Allo stesso tempo è un tentativo di riconfigurare e dare un nuovo sguardo al termine "Diaspora".
Le azioni performative sono portatrici di tracce culturali, ma fino a quale "dove" possiamo rintracciarne l'appartenenza, in un mondo ancora polarizzato tra la cultura occidentale e la non occidentale?
E' necessario, nel mondo dell'arte, sottolineare questa confusione tra i concetti di "globalizzazione" e di "internazionalismo"?
Prima di tutto, non ci auguriamo che l'idea di base o i discorsi fatti abbiano un'egemonia in tutto questo processo.
Al contrario il nostro scopo è che le pratiche degli artisti lo nutriscano e lo trasformino.
Perché, prima di tutto, vogliamo conservare l'essenza del multiplo, dell'eterogeneità, dell'impurità e del cosmopolitismo.
Diaspora è dunque un gruppo formato per costruire e decostruire la sua propria identità, per sopravvivere e convivere con le differenze. E' un gruppo di persone che si occupa in prima istanza del legame e dell'interrelazione necessaria all'avvicinamento umano.
18
giugno 2004
Diaspora – e/o Il corpo trasportatore
Dal 18 al 19 giugno 2004
performance - happening
Location
RIALTOSANTAMBROGIO
Roma, Via Di Sant'ambrogio, 4, (Roma)
Roma, Via Di Sant'ambrogio, 4, (Roma)
Orario di apertura
ORE 21,30>24,00
Vernissage
18 Giugno 2004, ore 21.30
Curatore