Nel cuore di Ortigia, in piazza Duomo, uno dei luoghi più affascinanti d'Italia, nasce At Borgia del Casale, uno spazio polifunzionale dedicato all’arte, alla cultura, ad esposizioni e mostre, business meeting, conferenze, eventi e banchetti.

Il progetto, nato dall’idea di recuperare e portare all’antico splendore il palazzo settecentesco Borgia del Casale che diede i natali alla celebre “Regina Lucia”, parte con una mostra d’arte contemporanea intitolata Direzione Sud-Est, Arte Contemporanea in Sicilia, allestita nello spazio dei dammusi, le antiche stalle del palazzo.

La mostra, a cura di Luigi Cerutti e Stefania Giazzi, è stata realizzata grazie alla prestigiosa collaborazione con la Galleria Bonelli Arte Contemporanea di Mantova e sarà aperta ai collezionisti e al pubblico dal 25 maggio al 29 giugno.

L'intento della mostra, come si evince dal titolo, è quello di riunire in una collettiva alcuni dei migliori giovani artisti siciliani che negli ultimi anni si sono fatti apprezzare in Italia e all’estero per qualità pittorica e ricerca artistica personale.

Come afferma il giovane curatore Luigi Cerutti, “il valore di una collettiva che riunisca artisti della stessa estrazione geografica, nati nel lasso temporale di un decennio, risiede nell'identificazione di uno spaccato socio-culturale profondo e veritiero”.

Questi i presupposti di una ambiziosa collettiva che avrà come cornice il meraviglioso spazio At Borgia del Casale, un luogo che mette il fruitore, come gli artisti, in relazione con la conterraneità del progetto ed il radicamento profondo dell’arte contemporanea siciliana.


Gli artisti selezionati si distinguono per il loro duplice rapporto con la Sicilia: l'affrancazione mediante l'uso di tecniche originali, come l'asintotismo al fumetto di Alessandro Bazan o la scultura irreverente di Marco Prestia ed il confronto necessario con le tematiche tipiche del territorio che si ritrovano anche nelle serrande abbassate o nei cancelli chiusi di un inviolabile silenzio di Andrea Di Marco.

Fulvio Di Piazza gioca con la realtà inventando paesaggi visionari e pulsanti come anche William Marc Zanghi, legato a questa visionarietà, immagina la presenza dell'uomo ai margini di micromondi irreali.

Infine Francesco De Grandi indaga e rivela il disagio dell'uomo attraverso le raffigurazioni di uomini schiacciati da pesanti fardelli.