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Dirtmor – Creazione
La performance a cura di Dirtmor in collaborazione con Marialetizia Pivato, Miriam Russo, Enzo Comin, Fabio De Meo, Rachele Muzzarelli, 1≠5, Piumalunadanza, Dezroy Adam, I.R.I. , Enki Giusto, si svolgerà alle ore 18.00.
Comunicato stampa
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La performance ”Creazione” afferma il proprio carattere sacrale attraverso una riflessione sulla ritualità in quanto percorso scandito da tappe e sezioni. Numerosi elementi sono stati distorti o manipolati: la nascita, la transustanziazione, la prova e il tradimento (il bacio di Giuda) come tappa fondamentale per la catarsi e l’immolazione di un idolo, di un messia. Un’aura sprigionata da riti, da simboli e da reliquie religiose e che oggi riusciamo talvolta a rintracciare nell’arte e nel fare artistico. Il mondo “concreto” che ci attornia è ormai incapace di provare meraviglia e di riconoscere il sacro, per cui il collettivo Dirtmor si pone il quesito se l’arte non sia forse l’ultima religione rimasta?
Dirtmor è una religione che propone con questa performance anche una meta-riflessione: la performance -rito è un processo per questionare la sua stessa essenza, seguendo, con più o meno libertà, uno schema che vede una successione di fasi: la presentazione, il climax, un punto di culmine e apice massimo e uno scioglimento, il tutto celebrato mutando, trasponendo, invertendo più elementi caratteristici del rito stesso. In questo contesto compaiono suggestioni visive inconsce: dai feticci alla sessualità manifesta, dalla danza alla musica come fattore aggregazione, dal cibo come catarsi collettiva del sacrificio alla rielaborazione personale di credenze pagane che inneggiano alla fecondità, alla nascita, al parto, alla vita oltre alla morte e alla festa. La coscienza del singolo si perde nel rito, il quale unisce la collettività in un’unica cellula che segue gli schemi della setta massonica e della gang, grazie anche a un uso smisurato di simboli, oggetti da idolatrare e sacerdoti. Il rituale e la festa sono strettamente connessi, e varie componenti religiose come i miti, le prescrizioni, le formule vengono rimaneggiate in un modo del tutto inedito, diventando reali e normative per tutti i partecipanti. L’unico elemento che sfugge alla Creazione Dirtmor, strettamente connesso alla ritualità, è l’elemento vdella ripetibilità dello stesso: Creazione è una fenice che nasce dalle ceneri di un rito funebre e che è destinata a vivere pochi istanti per poi auto-distruggersi. In modo del tutto nuovo questo rito celebra gradualmente i momenti più critici dell’esistenza personale e della collettività nella prospettiva Dirtmor: la nascita, la morte, il raggiungimento della pubertà, la violenza. Grazie a Creazione la ricerca non sta più nel mantenimento della propria identità e di quella della comunità di appartenenza ma nella percezione più lucida e ludica della fugacità complessiva delle tappe del vissuto.
Dirtmor è una religione che propone con questa performance anche una meta-riflessione: la performance -rito è un processo per questionare la sua stessa essenza, seguendo, con più o meno libertà, uno schema che vede una successione di fasi: la presentazione, il climax, un punto di culmine e apice massimo e uno scioglimento, il tutto celebrato mutando, trasponendo, invertendo più elementi caratteristici del rito stesso. In questo contesto compaiono suggestioni visive inconsce: dai feticci alla sessualità manifesta, dalla danza alla musica come fattore aggregazione, dal cibo come catarsi collettiva del sacrificio alla rielaborazione personale di credenze pagane che inneggiano alla fecondità, alla nascita, al parto, alla vita oltre alla morte e alla festa. La coscienza del singolo si perde nel rito, il quale unisce la collettività in un’unica cellula che segue gli schemi della setta massonica e della gang, grazie anche a un uso smisurato di simboli, oggetti da idolatrare e sacerdoti. Il rituale e la festa sono strettamente connessi, e varie componenti religiose come i miti, le prescrizioni, le formule vengono rimaneggiate in un modo del tutto inedito, diventando reali e normative per tutti i partecipanti. L’unico elemento che sfugge alla Creazione Dirtmor, strettamente connesso alla ritualità, è l’elemento vdella ripetibilità dello stesso: Creazione è una fenice che nasce dalle ceneri di un rito funebre e che è destinata a vivere pochi istanti per poi auto-distruggersi. In modo del tutto nuovo questo rito celebra gradualmente i momenti più critici dell’esistenza personale e della collettività nella prospettiva Dirtmor: la nascita, la morte, il raggiungimento della pubertà, la violenza. Grazie a Creazione la ricerca non sta più nel mantenimento della propria identità e di quella della comunità di appartenenza ma nella percezione più lucida e ludica della fugacità complessiva delle tappe del vissuto.
21
dicembre 2012
Dirtmor – Creazione
21 dicembre 2012
performance - happening
Location
A PLUS A GALLERY
Venezia, Calle Malipiero (San Marco), 3073, (Venezia)
Venezia, Calle Malipiero (San Marco), 3073, (Venezia)
Vernissage
21 Dicembre 2012, h 18.00
Autore
Curatore