Il convegno dismissioni creative, evento inaugurale di Festarch, Primo Festival di Architettura in Sardegna, è l’occasione per segnare la riapertura al pubblico dei cancelli della ex Manifattura Tabacchi di Cagliari, che secondo i programmi della Regione Autonoma della Sardegna sarà oggetto di una “dismissione creativa” e si trasformerà in Fabbrica della Creatività.

Il convegno nasce da un progetto di ricerca sugli spazi europei che, in seguito alla riqualificazione di edifici industriali dismessi, hanno ritrovato una propria “missione” legata alla cultura e alla creatività. Lo studio, svolto da goodwill nell’ambito delle sue attività di consulenza strategica per il distretto culturale evoluto, ha messo in evidenza il ruolo di questi spazi, spesso collocati in punti nevralgici del contesto urbano, nei processi di riqualificazione del territorio e di ri-orientamento delle sue direzioni di sviluppo post-industriale.

Il confronto con centri di produzione artistica e culturale europei, invitati a presentare il percorso che, da spazi industriali, li ha portati a sviluppare la propria “missione creativa”, è finalizzato a proiettare il progetto della Fabbrica della Creatività di Cagliari in una dimensione internazionale e offrire un momento di riflessione e condivisione sul futuro dei 16.000 mq di spazi, testimoni di 150 anni di lavoro operaio nell’isola.

Finita l’era dei sigari e del tabacco, la nuova fabbrica produrrà arte, musica, cinema, teatro, danza, architettura, design: sarà un luogo in cui arte e cultura incontrano il mondo delle imprese e i cittadini, verso forme di investimento innovative nello sviluppo culturale e al tempo stesso economico e sociale del territorio. La nuova Manifattura sarà un incubatore di creatività, dove coniugare produzione e fruizione di cultura, coinvolgendo competenze artistiche, attività imprenditoriali e circuiti distributivi.

Testimonianze visibili del passaggio da un’economia di tipo post-industriale ad un’economia basata sulla conoscenza, gli edifici di archeologia industriale divengono centri propulsori di processi di trasformazione e riqualificazione del territorio: simboli dell’epoca industriale e, allo stesso tempo, contenitori contemporanei di creatività e innovazione.