In mostra i caratteristici lavori in ferro di Domenico Narduzzi. I soggetti raffigurati sono soprattutto animali dalle pose elastiche e sottili intrichi di rami di quercia. L’artista ci mostra i lievi movimenti che un materiale forte come il ferro può assumere conferendo alla forma dina-mismi acrobatici. Con la fusione l’artista imprime nella materia quelle particolari forme e sem-bianze assunte dalla natura e che egli da attento osservatore riesce a cogliere ed interpretare.Alla vitalità dei lavori di Domenico si affiancano, nello spazio del Palazzo, i disegni e le terre-cotte di Francesco Narduzzi, incise da fitte linee recanti sinuosi effetti chiaroscurali e da codici propri di un linguaggio iconico che l’artista stesso ha ideato traendo spunto dalla natura. Il movimento che suscitano nell’occhio i tratti ondosi contrasta con la perenne staticità evocata dall’estetica primitiva dei simboli, che si fanno nell’opera di Francesco, valori secolari da tramandare ai posteri.Centro operativo dei due fratelli è la provincia di Viterbo, rispettivamente Tarquinia e Monte Romano. È da qui, dai paesaggi boschivi e dalle distese dei campi agricoli, che derivano i soggetti cardine delle loro opere. Lo stretto legame con la terra e con gli animali sottolinea la discendenza etrusca, propria ad entrambi, fonte di preziose tradizioni rurali.Domenico Narduzzi è nato a Monte Romano (VT) il 16 gennaio 1943. Da anni lavora con il ferro studiando le infinite possibilità che la fusione di questo materiale può offrire. L’energia che scaturisce dai suoi lavori è frutto di una mente dinamica sempre attenta a captare l’unicità di un particolare. Spesso i suoi lavori hanno origine da singolari oggetti che recupera così come sono per conferire loro un nuovo impiego come:sassi, conchiglie, tavole, vetro bruciato. Tra le realizzazioni dell’artista si ricorda il Monumento ai caduti in guerra di Blera (VT). Ha par-tecipato poi a mostre in varie città d’Italia come Roma, Viterbo e Bologna. Vive e lavora a Tarquinia.Francesco Narduzzi vive e lavora a Monte Romano (VT). La sua coerente ricerca artistica insegue le potenzialità della materia e la formulazione di un nuovo linguaggio cifrato fatto di simboli tratti dal mondo naturale. La natura è sempre centrale nell’opera di Francesco, soprat-tutto attratto dalle vaste distese di campi arati che riecheggiano nelle fitte linee tracciate sul supporto. Tra i più significativi interventi dell’artista si ricorda "Grande libro aperto, all'aperto" un progetto per cui l’artista ha realizzato due interventi, uno nelle gole del Biedano a Blera, l'altro nella valle sottostante la Rocca Respanpani. Ha inoltre ideato e fondato il “Gruppo Studio e Ricerca” di Tarquinia (VT). Francesco Narduzzi ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero; in particolare ha fatto conoscere il suo lavoro a Parigi dove ha vissuto e lavorato per diversi anni