Don McCullin è uno dei più celebri fotogiornalisti del nostro tempo: ha attraversato in mezzo secolo i più terribili scenari di guerra del travagliato mondo della guerra e purtroppo non è alle nostre spalle. La tragicità e la secchezza delle sue foto in Vietnam, nel Biafra e in altre regioni dell’Africa sono parenti strette della più grande tradizione del fotogiornalismo: da Robert Capa a Eugen Smith, a Henri Cartier-Bresson. Dapprima ha lavorato in diverse Agenzie fotografiche, compresa la mitica Magnum,, poi ha deciso di seguire il suo istinto e la sua voglia di documentare i disastri della guerra – come Goya dice lui stesso – e di una pace terribile come quelli colpiti come mosche dall’Aids in Africa. Da alcuni anni per prendere fiato da questo spettacolo terrificante di morte e di dolore, si è dedicato a fotografare – in grandi formati orizzontali – i placidi paesaggi del Sumerset dove risiede. Di qui l’idea di affidargli un servizio originale su Ravello, un luogo che Don McCullin non aveva mai visitato e dalla cui malia è stato subito preso.


Don McCullin
Nato a Londra nel 1935, Don McCullin ha documentato per trent'anni i conflitti dei punti più caldi del globo, mostrando gli orrori della guerra lontano da qualsiasi ricerca estetica. Nel 1959 diviene responsabile del servizio fotografico della rivista "The Observer" e nel 1961 parte per Berlino per documentare la costruzione del Muro. Nel '64 il suo lavoro di documentazione della guerra civile di Cipro gli vale il primo premio della Fondazione del World Press di Amsterdam. Nello stesso anno parte per documentare la guerra del Vietnam. Successivamente segue l'evolversi dei conflitti in Nigeria (1968), Cambogia (1970), Pakistan (1971), Uganda (1972), Medio Oriente per la guerra del Kippur (1973), di nuovo Vietnam per la caduta di Phnom Penh (1975). Per questi reportage di importanza capitale ha ricevuto molte onorificenze e premi, fra cui il Commander of the British Empire, prestigioso riconoscimento d’oltre-Manica. Ma McCullin non smette ancora adesso di seguire le situazioni più laceranti del nostro tempo. Negli ultimi anni si è dedicato alla fotografia di paesaggio, scegliendo come soggetto la campagna inglese. L’ultima suo lavoro “the tribes of southern ethiopia” è stato esposto nella primavera 2004 ai Mercati di Traiano nell’ambito di FotoGrafia, festival internazionale di Roma. Oggi vive in Gran Bretagna, in un paese del Somerset.