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Don’t trip over
Secondo un’arguta definizione – assai in voga nel mondo dell’arte – la scultura è “quella cosa su cui inciampi mentre indietreggi per guardare un quadro”. Monito che la tripersonale don’t trip over intende fare proprio, invitando gli spettatori a prestare attenzione alle sculture/installazioni.
Comunicato stampa
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Secondo un’arguta definizione – assai in voga nel mondo dell’arte – la scultura è “quella cosa su cui inciampi mentre indietreggi per guardare un quadro”. Monito che la tripersonale don’t trip over intende fare proprio, invitando gli spettatori a prestare attenzione alle sculture/installazioni di Markus Hofer, Adriano Persiani e Andrea Salvatori (non solo per il fatto d’essere disseminate nello spazio della galleria, ma perché si rifanno a un mimetismo errante: pantomima che rispecchia la gioviale insol[v]enza delle singole opere). Sia fenomenicamente che per istinto d’emulazione, le sculture dei tre artisti sono degli “oggetti” e come tali vogliono essere fra-intesi; malgrado esse attingano all’immaginario della quotidianità, se ne discostano per il loro carattere extra-ordinario, revocando il senso comune e il proprio valore d’uso.
A legare tra loro gli artisti è una sottile ironia e un atteggiamento “fuorviante”, trait d’union che l’allestimento della mostra ripropone in una sorta di cerchio metodico. Infatti: se le sculture in porcellana di Salvatori tendono a richiamarsi alle ceramiche infisse da Persiani sulla seduta di alcune sedie, queste ultime fanno da raccordo ai micro-interventi che Hofer perpetra ai danni dei suppellettili domestici.
Trattando lo spazio espositivo con la stessa leggerezza con cui agisce nello spazio urbano, Markus Hofer (Haslach 1977. Vive e lavora a Vienna) produce serendipities che si palesano all’occhio dello spettatore. Piccoli eventi imprevedibili frutto di una capace predisposizione all’improvvisazione che investe qualsiasi luogo/ disciplina con cui si confronta, sia esso la città, l’architettura o il design.
Adriano Persiani (Bologna 1972. Vive e lavora a Bologna) ricrea complementi d’arredo che si affastellano gli uni sugli altri, in posizioni funamboliche e circensi. Tavoli, sedie o specchiere incorporano non di rado una ceramica che connota ogni oggetto di un virile erotismo. A contrastare l’austerità delle forme, il ricco decoro delle texture: prezioso infingimento di pacchiani e umili materiali industriali.
Andrea Salvatori (Faenza 1975. Vive e lavora a Solarolo - Ravenna) mette alla berlina le “innocenti” statuine che affollano i mercatini e le vetrine degli antiquari. L’artista dissipa, fino quasi a sovvertire, l'indifferenza e la spensierata gaiezza delle comuni chincaglierie facendole interloquire con algide forme geometriche o imponendo loro situazioni squisitamente grottesche.
A legare tra loro gli artisti è una sottile ironia e un atteggiamento “fuorviante”, trait d’union che l’allestimento della mostra ripropone in una sorta di cerchio metodico. Infatti: se le sculture in porcellana di Salvatori tendono a richiamarsi alle ceramiche infisse da Persiani sulla seduta di alcune sedie, queste ultime fanno da raccordo ai micro-interventi che Hofer perpetra ai danni dei suppellettili domestici.
Trattando lo spazio espositivo con la stessa leggerezza con cui agisce nello spazio urbano, Markus Hofer (Haslach 1977. Vive e lavora a Vienna) produce serendipities che si palesano all’occhio dello spettatore. Piccoli eventi imprevedibili frutto di una capace predisposizione all’improvvisazione che investe qualsiasi luogo/ disciplina con cui si confronta, sia esso la città, l’architettura o il design.
Adriano Persiani (Bologna 1972. Vive e lavora a Bologna) ricrea complementi d’arredo che si affastellano gli uni sugli altri, in posizioni funamboliche e circensi. Tavoli, sedie o specchiere incorporano non di rado una ceramica che connota ogni oggetto di un virile erotismo. A contrastare l’austerità delle forme, il ricco decoro delle texture: prezioso infingimento di pacchiani e umili materiali industriali.
Andrea Salvatori (Faenza 1975. Vive e lavora a Solarolo - Ravenna) mette alla berlina le “innocenti” statuine che affollano i mercatini e le vetrine degli antiquari. L’artista dissipa, fino quasi a sovvertire, l'indifferenza e la spensierata gaiezza delle comuni chincaglierie facendole interloquire con algide forme geometriche o imponendo loro situazioni squisitamente grottesche.
22
maggio 2008
Don’t trip over
Dal 22 maggio al 12 luglio 2008
arte contemporanea
Location
NT ART GALLERY
Bologna, Via Michelino, 33, (Bologna)
Bologna, Via Michelino, 33, (Bologna)
Orario di apertura
da martedì ore 11-13 e 16-20
Vernissage
22 Maggio 2008, ore 18.30
Autore
Curatore