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Duel: Wang Yuyang – Lucciole per lanterne
Le opere di Yuyang – tre cicli pittorici e due installazioni luminose – in aperto dialogo con una Natura morta (1923-24) di Giorgio Morandi proveniente dalla collezione Alberto Della
Ragione
Comunicato stampa
Segnala l'evento
È l’artista cinese Wang Yuyang (Harbin,
1979), alla sua prima personale in Europa, il protagonista del sesto
appuntamento del ciclo Duel, ideato dal direttore artistico del Museo
Novecento Sergio Risaliti, che vede curatori ospiti chiamati di volta in
volta a collaborare con artisti attivi sulla scena internazionale per
realizzare interventi site-specific ispirati alla collezione del Museo.
Questa nuova mostra Lucciole per lanterne, ideata in collaborazione
con Massimo De Carlo Milano/London/Hong Kong e curata da
Lorenzo Bruni, vede le opere di Yuyang - tre cicli pittorici e due
installazioni luminose - in aperto dialogo con una Natura morta (1923-
24) di Giorgio Morandi proveniente dalla collezione Alberto Della
Ragione.
L'opera di Morandi è stata individuata da Wang per le analogie con la
propria ricerca sull’illusione dell'oggettività e sull'equilibrio tra
immagine astratta e figurativa, oltre che per ricordare gli anni della sua
formazione, quando il giovane artista studiava e riproduceva le opere
del maestro bolognese nelle aule della Central Academy of Fine Arts di
Beijing in Cina, dove adesso è professore di arte sperimentale.
Il titolo - Lucciole per lanterne - chiama in causa quell'errore di
interpretazione in cui si può facilmente cadere quando, fidandosi di
un’osservazione superficiale, si giudicano i fenomeni del reale.
L’esposizione fiorentina è una tappa importante nella ricerca artistica
di Wang Yuyang legata ad una riflessione su come i mezzi di
riproduzione tecnica, sia di tipo analogico che digitale, possano
influenzare la percezione della vita quotidiana, della memoria
collettiva e del ruolo dell'arte.
“Con il ciclo espositivo Duel il Museo Novecento intende combinare la
valorizzazione della collezione con l’aggiornamento sulle avanguardie
mondiali - spiega Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo
Novecento -. Le mostre che abbiamo ospitato hanno rappresentato
occasioni uniche di riscrittura dei nostri paradigmi di interpretazione
tanto delle opere quanto degli artisti presenti nel museo. L’esposizione
di Wang Yuyang rappresenta quindi un evento di assoluto valore
scientifico e di apertura alla ricerca internazionale. Dopo aver ospitato
gli artisti Ulla von Brandenburg e Jose Dávila, rispettivamente
dall’Europa e dal Centro America, il museo volge il suo sguardo all’Asia
presentando la prima personale in Europa di Yuyang, protagonista
dell’arte contemporanea cinese. Il fatto che Yuyang abbia deciso di
dialogare con Morandi, sottolinea ancora una volta la centralità
dell’artista bolognese nell’evoluzione dei linguaggi dell’arte. Assieme al
curatore Lorenzo Bruni e all’artista abbiamo scelto di incentrare la
mostra sul tema della luce e di rendere omaggio al cinquantesimo
anniversario della prima camminata sulla Luna presentando una tela di
dimensioni monumentali che occuperà una parete della cappella
rinascimentale”.
“La mostra - scrive il curatore Lorenzo Bruni - è costituita da cinque
nuovi gruppi di lavori che permettono di far conoscere gli attuali
interessi di Wang Yuyang rispetto al tema della luce.
La luce, come immagine, fenomeno, ma anche concetto, è esaminata e
proposta attraverso opere pittoriche di differenti soggetti, risultato di
diverse processualità. Questo è evidente nei quadri dal titolo 2 in 1
Series – pitture ad olio su stampe fotografiche, realizzate a partire da
alcune fotografie scattate alle tele grezze illuminate da luce radente –
così come nella nuova serie di dipinti in cui la luce di tubi al neon non
illumina più le opere ma diviene soggetto stesso di esse. Queste ultime
sono tele intime, di piccole dimensioni, che l'artista descrive come un:
‘presente che è stato sbiadito dal futuro’. Le due installazioni luminose,
Relationship e Square Moon, adottando l'uso di tubi al neon come
oggetti scultorei e cinetici, oltre che reali, spostano la riflessione dalla
rappresentazione/presentazione della luce al dialogo tra simbologia e
scienza e osservazione e fruizione. Il grande quadro dal titolo The
Moon – che occupa l’intera parete di fronte all'altare della cappella
rinascimentale – propone, nell'anno del cinquantesimo anniversario
dello sbarco sul satellite naturale della Terra, un’immagine inusuale
della Luna, fatta di colori sgargianti.
Le opere in mostra sono molto differenti tra loro per tecniche e
soggetti, tuttavia sono accomunate dalla fiducia nel potere
dell'immaginazione, ovvero nella possibilità di interrogare
incessantemente la validità del reale, sia a livello scientifico che
poetico. Qualità che da sempre l’essere umano possiede ma che in
quest'epoca sembra essere stata barattata con un’attitudine a non
porsi domande, sviluppatasi con la diffusione dei social network che
spesso propongono verità illusorie sostitutive alla realtà”.
L'artista stesso descrive il suo interesse nei confronti della scienza e
delle nuove tecnologie: “I miei quadri Moon - spiega Yuyang - sono la
copia fedele delle immagini prodotte dalle agenzie spaziali,
caratterizzate da varie gradazioni di grigio. Per realizzarli per prima
cosa indosso un paio di occhiali digitali che mi permettono di vedere
tutto in bianco e nero; in un secondo momento inizio a dipingere
scegliendo i colori ad olio da una tavolozza su cui precedentemente ho
cancellato il nome delle varie cromie. Di conseguenza, alla fine del
processo, tutti i colori che vediamo sulla tela sono accostati tra loro in
maniera casuale, l'immagine finale corrisponde al colore che la Luna
potrebbe avere in un altro spazio. Se il pubblico però guarda il quadro
colorato usando lo schermo del proprio smartphone in modalità bianco
e nero è come se tornasse immediatamente alla nostra realtà”.
Wang Yuyang (nato nel 1979, Harbin, Cina) si è laureato presso la
China Central Academy of Drama e la Central Academy of Fine Arts.
Attualmente l'artista vive a Pechino, dove insegna dal 2008 alla School
of Experiment Art presso la Central Academy of Fine Arts. Il suo lavoro
è stato esposto in importanti collezioni pubbliche come: K11 Art
Foundation, Hong Kong; Long Museum, Shanghai; Museo d'arte della
Central Academy of Fine Arts, Pechino; 21st Century Minsheng Art
Museum, Shanghai; Ullens Center for Contemporary Art (UCCA),
Pechino e Power Station of Art, Shanghai.
La mostra Lucciole per lanterne è realizzata con la collaborazione della
galleria Massimo De Carlo, Milano/Londra/Hong Kong.
Si ringrazia CAFA Central Academy of Fine Arts, Beijing.
1979), alla sua prima personale in Europa, il protagonista del sesto
appuntamento del ciclo Duel, ideato dal direttore artistico del Museo
Novecento Sergio Risaliti, che vede curatori ospiti chiamati di volta in
volta a collaborare con artisti attivi sulla scena internazionale per
realizzare interventi site-specific ispirati alla collezione del Museo.
Questa nuova mostra Lucciole per lanterne, ideata in collaborazione
con Massimo De Carlo Milano/London/Hong Kong e curata da
Lorenzo Bruni, vede le opere di Yuyang - tre cicli pittorici e due
installazioni luminose - in aperto dialogo con una Natura morta (1923-
24) di Giorgio Morandi proveniente dalla collezione Alberto Della
Ragione.
L'opera di Morandi è stata individuata da Wang per le analogie con la
propria ricerca sull’illusione dell'oggettività e sull'equilibrio tra
immagine astratta e figurativa, oltre che per ricordare gli anni della sua
formazione, quando il giovane artista studiava e riproduceva le opere
del maestro bolognese nelle aule della Central Academy of Fine Arts di
Beijing in Cina, dove adesso è professore di arte sperimentale.
Il titolo - Lucciole per lanterne - chiama in causa quell'errore di
interpretazione in cui si può facilmente cadere quando, fidandosi di
un’osservazione superficiale, si giudicano i fenomeni del reale.
L’esposizione fiorentina è una tappa importante nella ricerca artistica
di Wang Yuyang legata ad una riflessione su come i mezzi di
riproduzione tecnica, sia di tipo analogico che digitale, possano
influenzare la percezione della vita quotidiana, della memoria
collettiva e del ruolo dell'arte.
“Con il ciclo espositivo Duel il Museo Novecento intende combinare la
valorizzazione della collezione con l’aggiornamento sulle avanguardie
mondiali - spiega Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo
Novecento -. Le mostre che abbiamo ospitato hanno rappresentato
occasioni uniche di riscrittura dei nostri paradigmi di interpretazione
tanto delle opere quanto degli artisti presenti nel museo. L’esposizione
di Wang Yuyang rappresenta quindi un evento di assoluto valore
scientifico e di apertura alla ricerca internazionale. Dopo aver ospitato
gli artisti Ulla von Brandenburg e Jose Dávila, rispettivamente
dall’Europa e dal Centro America, il museo volge il suo sguardo all’Asia
presentando la prima personale in Europa di Yuyang, protagonista
dell’arte contemporanea cinese. Il fatto che Yuyang abbia deciso di
dialogare con Morandi, sottolinea ancora una volta la centralità
dell’artista bolognese nell’evoluzione dei linguaggi dell’arte. Assieme al
curatore Lorenzo Bruni e all’artista abbiamo scelto di incentrare la
mostra sul tema della luce e di rendere omaggio al cinquantesimo
anniversario della prima camminata sulla Luna presentando una tela di
dimensioni monumentali che occuperà una parete della cappella
rinascimentale”.
“La mostra - scrive il curatore Lorenzo Bruni - è costituita da cinque
nuovi gruppi di lavori che permettono di far conoscere gli attuali
interessi di Wang Yuyang rispetto al tema della luce.
La luce, come immagine, fenomeno, ma anche concetto, è esaminata e
proposta attraverso opere pittoriche di differenti soggetti, risultato di
diverse processualità. Questo è evidente nei quadri dal titolo 2 in 1
Series – pitture ad olio su stampe fotografiche, realizzate a partire da
alcune fotografie scattate alle tele grezze illuminate da luce radente –
così come nella nuova serie di dipinti in cui la luce di tubi al neon non
illumina più le opere ma diviene soggetto stesso di esse. Queste ultime
sono tele intime, di piccole dimensioni, che l'artista descrive come un:
‘presente che è stato sbiadito dal futuro’. Le due installazioni luminose,
Relationship e Square Moon, adottando l'uso di tubi al neon come
oggetti scultorei e cinetici, oltre che reali, spostano la riflessione dalla
rappresentazione/presentazione della luce al dialogo tra simbologia e
scienza e osservazione e fruizione. Il grande quadro dal titolo The
Moon – che occupa l’intera parete di fronte all'altare della cappella
rinascimentale – propone, nell'anno del cinquantesimo anniversario
dello sbarco sul satellite naturale della Terra, un’immagine inusuale
della Luna, fatta di colori sgargianti.
Le opere in mostra sono molto differenti tra loro per tecniche e
soggetti, tuttavia sono accomunate dalla fiducia nel potere
dell'immaginazione, ovvero nella possibilità di interrogare
incessantemente la validità del reale, sia a livello scientifico che
poetico. Qualità che da sempre l’essere umano possiede ma che in
quest'epoca sembra essere stata barattata con un’attitudine a non
porsi domande, sviluppatasi con la diffusione dei social network che
spesso propongono verità illusorie sostitutive alla realtà”.
L'artista stesso descrive il suo interesse nei confronti della scienza e
delle nuove tecnologie: “I miei quadri Moon - spiega Yuyang - sono la
copia fedele delle immagini prodotte dalle agenzie spaziali,
caratterizzate da varie gradazioni di grigio. Per realizzarli per prima
cosa indosso un paio di occhiali digitali che mi permettono di vedere
tutto in bianco e nero; in un secondo momento inizio a dipingere
scegliendo i colori ad olio da una tavolozza su cui precedentemente ho
cancellato il nome delle varie cromie. Di conseguenza, alla fine del
processo, tutti i colori che vediamo sulla tela sono accostati tra loro in
maniera casuale, l'immagine finale corrisponde al colore che la Luna
potrebbe avere in un altro spazio. Se il pubblico però guarda il quadro
colorato usando lo schermo del proprio smartphone in modalità bianco
e nero è come se tornasse immediatamente alla nostra realtà”.
Wang Yuyang (nato nel 1979, Harbin, Cina) si è laureato presso la
China Central Academy of Drama e la Central Academy of Fine Arts.
Attualmente l'artista vive a Pechino, dove insegna dal 2008 alla School
of Experiment Art presso la Central Academy of Fine Arts. Il suo lavoro
è stato esposto in importanti collezioni pubbliche come: K11 Art
Foundation, Hong Kong; Long Museum, Shanghai; Museo d'arte della
Central Academy of Fine Arts, Pechino; 21st Century Minsheng Art
Museum, Shanghai; Ullens Center for Contemporary Art (UCCA),
Pechino e Power Station of Art, Shanghai.
La mostra Lucciole per lanterne è realizzata con la collaborazione della
galleria Massimo De Carlo, Milano/Londra/Hong Kong.
Si ringrazia CAFA Central Academy of Fine Arts, Beijing.
26
settembre 2019
Duel: Wang Yuyang – Lucciole per lanterne
Dal 26 settembre 2019 al 16 gennaio 2020
arte contemporanea
Location
MUSEO NOVECENTO
Firenze, Piazza Di Santa Maria Novella, 10, (Firenze)
Firenze, Piazza Di Santa Maria Novella, 10, (Firenze)
Vernissage
26 Settembre 2019, ore 18.30
Autore
Curatore