Al fine di leggere l'idea di spazio come prodotto del pensiero, Casella crea uno strumento-display a partire da un green screen. Continuamente, una porzione di un dato luogo è sostituita con l'immagine di un altro. Tale gesto diventa parte di un processo di frammentazione, che mira a trasferire il significato convenzionale dei luoghi in un discorso più ampio, capace di concentrarsi sul legame tra essi e le architetture del pensiero.
In questa direzione l'opera di Pajè mira invece a comprimere la classica dicotomia tra contenuto e contenitore allo scopo di attivare il luogo-galleria attraverso le frequenze cromatiche del verde. Qui, la vivificazione dell’inanimato apre nuove probabilità nella considerazione dello stesso.