Austria e Italia si trovano entrambe rispettivamente “oltremonte”. Le Alpi ci dividono e ci uniscono. Il titolo “Eco” indica il riferimento. L’eco, il riecheggio acustico, nasce dalla rifrazione prodotta dall’urto contro ostacoli di relativa entità. L’eco simboleggia i confini del singolo e la nostra conformità a questa limitatezza. L’eco unisce nell’isolare. I concetti, o meglio, le realtà definite come „confine“, “ponte”, “estraneo”, “integrazione”, “multiculturalità”, „linguaggio“, hanno destato in Austria sempre particolare attenzione per via della situazione geografica e storica. L’accresciuta responsabilità europea generata dal turno di presidenza nella prima metà del 2006 così come il giubileo che celebra la presenza culturale e scientifica austriaca a Roma, sottolineano ulteriormente questa responsabilità e la trasformano in una sfida specificamente austriaca.

Installazioni e performance di due rinomate artiste italiane - Annie Ratti e Bruna Esposito - così come quelle di Oswald Oberhuber, originario dell’Alto Adige e residente a Vienna e quelle di Gottfried Bechtold (Bregenz), si confrontano con questi temi. La mostra segue concettualmente uno dei progetti altrettanto importanti curati da Oscar Sandner che prevede una presentazione reciproca di arte italiana e austriaca in città poste anch’esse “oltremonte”, vale a dire Bregenz e Roma. Così la serie di stampe di Annie Ratti diviene una citazione di Wittgenstein: „I limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo“ parallelamente alla mostra allestita nel giardino del Forum su vari schermi collocati nella Bahnhofsstraße di Bregenz.