Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Edmondo Dobrzanski – L’opera, l’impegno
tre grandi mostre che si aprono in Ticino. Nelle tre sedi sono esposte quasi trecento opere
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sono circa cinquanta le opere tra disegni, grandi oli, matite grasse. I temi della mostra di Minusio sono quelli - costanti nell’opera di Dobrzanski - di esplicito impegno. Sociale, politico, sui diritti umani, contro la violenza.
A Minusio nei vasti ed articolati spazi dell’Elisarion, si mette a fuoco una vecchia nozione del catalogo culturale della generazione dell’artista: “l’engagement”. Pittura engagé, ma certo non in senso neorealista. Dobrzanski è scosso sempre dagli eventi sociali e politici e li affronta rappresentandoli.
Alcune delle opere presenti sono capisaldi della pittura europea d’impegno. C’è tutto il ciclo sulla “negritudine” non più come rimorso dell’Europa coloniale, ma come denuncia esplicita alla luce della consapevolezza che è il modello di sviluppo capitalista a desertificare l’Africa. La carestia nel Sahel, straordinaria opera a colori grassi, può simboleggiare tutta la serie di immagini a tempera ed olio che ritraggono nere e neri, feriti o minacciosi, in rivolta o raccolti in danze “tribali” che sembrano preparare la rivolta.
A Minusio sono esposti tutti i temi, le occasioni di rappresentazione esplicita, i manifesti della pittura di Dobrzanski: l’assassinio di monsignor Romero, nel 1980 - dentro la chiesa in cui officia - da parte degli squadroni della morte salvadoregni; il sacrificio di Nelson Mandela e la sua intelligenza politica; le lotte di liberazione operaie e studentesche dall’impero sovietico in Cecoslovacchia, in Ungheria, in Polonia; la condizione operaia di lavoro (mirabile la serie di disegni sul lavoro operaio) e di abilità professionale; il protagonismo sulla scena del secolo - che termina con le guerre balcaniche - dei profughi, dei dispersi.
La mostra termina con una piccola matita grassa dipinta dall’artista pochi mesi prima della morte, in cui su un paesaggio desertificato, fitto di strutture aggressive, egli scrive “no man’s land” nella sua riconoscibile metalingua.
A Minusio nei vasti ed articolati spazi dell’Elisarion, si mette a fuoco una vecchia nozione del catalogo culturale della generazione dell’artista: “l’engagement”. Pittura engagé, ma certo non in senso neorealista. Dobrzanski è scosso sempre dagli eventi sociali e politici e li affronta rappresentandoli.
Alcune delle opere presenti sono capisaldi della pittura europea d’impegno. C’è tutto il ciclo sulla “negritudine” non più come rimorso dell’Europa coloniale, ma come denuncia esplicita alla luce della consapevolezza che è il modello di sviluppo capitalista a desertificare l’Africa. La carestia nel Sahel, straordinaria opera a colori grassi, può simboleggiare tutta la serie di immagini a tempera ed olio che ritraggono nere e neri, feriti o minacciosi, in rivolta o raccolti in danze “tribali” che sembrano preparare la rivolta.
A Minusio sono esposti tutti i temi, le occasioni di rappresentazione esplicita, i manifesti della pittura di Dobrzanski: l’assassinio di monsignor Romero, nel 1980 - dentro la chiesa in cui officia - da parte degli squadroni della morte salvadoregni; il sacrificio di Nelson Mandela e la sua intelligenza politica; le lotte di liberazione operaie e studentesche dall’impero sovietico in Cecoslovacchia, in Ungheria, in Polonia; la condizione operaia di lavoro (mirabile la serie di disegni sul lavoro operaio) e di abilità professionale; il protagonismo sulla scena del secolo - che termina con le guerre balcaniche - dei profughi, dei dispersi.
La mostra termina con una piccola matita grassa dipinta dall’artista pochi mesi prima della morte, in cui su un paesaggio desertificato, fitto di strutture aggressive, egli scrive “no man’s land” nella sua riconoscibile metalingua.
27
marzo 2007
Edmondo Dobrzanski – L’opera, l’impegno
Dal 27 marzo al primo luglio 2007
arte contemporanea
Location
CENTRO CULTURALE E MUSEO ELISARION
Minusio, Via Rinaldo Simen, (Locarno)
Minusio, Via Rinaldo Simen, (Locarno)
Orario di apertura
Martedì - domenica 15.00 - 18.00
chiuso il lunedì e 30 marzo, 11 e 25 aprile
Ufficio stampa
UESSEARTE
Autore