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Edoardo Piermattei – Patroni
L’artista continua la sua pratica di costruire un luogo dentro un luogo e, nelle ampia sala della galleria, costruisce un ciborio medievale dal disegno essenziale e privo di decorazioni esterne. Saranno inoltre installati anche una serie di tabernacoli o modelli architettonici.
Comunicato stampa
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La galleria Thomas Brambilla è orgogliosa di presentare la prima mostra personale di Edoardo Piermattei, "Patroni".
Il titolo della mostra è esplicito e dichiarativo pur nella sua aulica ambiguità: Patroni. Definizione che proviene da Padre/Pater che, negli albori della Roma antica, designava una figura autorevole e protettiva, che il cattolicesimo mutuò nella figura del santo protettore delle città e dei mestieri. L’artista sa che i Patroni debbono essere necessariamente un esempio, un modello a disposizione della comunità, una forza esemplare che non appartiene alla mutevolezza delle chiacchiere social, ma alla maestosa presenza degli elementi architettonici. Qualche mese fa il pubblico di Art Basel Hong-Kong si metteva in fila per entrare nella “Porziuncola” di Piermattei, installazione ispirata alla chiesetta situata nella enorme Basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi, riproducendo la stessa situazione di variazione in scala: una grande edificio che ospitava la prestigiosa fiera d’arte e una piccola “Porziuncola” nella quale meditare. Nella megalopoli globale della prestigiosa fiera d’arte, l’artista esponeva un piccolo edificio, un gesto concreto e solido che stabiliva un ponte di secoli, anzi di millenni, una connessione culturale che per Piermattei è un compito dell’arte.
Anche qui, per la sua prima mostra personale, l’artista continua la sua pratica di costruire un luogo dentro un luogo e, nelle ampia sala bianca della galleria, costruisce su colonne di tubi di ferro, un ciborio medievale dal disegno essenziale e privo di decorazioni esterne. L’interno invece è dipinto con il proprio stile, simile ad una scialbatura policroma. Nelle chiese cattoliche il ciborio è un baldacchino di legno, sorretto da quattro colonne, che sovrasta l’altare dove viene officiato il rito. Diversamente, nella galleria d’arte, l’artista sostituisce l’altare e la ritualità con il pubblico che transita sotto la costruzione e deve alzare lo sguardo per ammirare l'interno della cupola. Il gesto di alzare lo sguardo è il movimento verso l’alto, tipico di chi è avvezzo ad ammirare le architetture e i cicli pittorici nelle chiese. Alzare gli occhi al cielo per Piermattei è la posizione dell’artista e anche dello spettatore. Una posizione di ammirazione che vorrebbe conservare anche nell’altro importante lavoro esposto, la grande Pala d’Altare, le cui “pennellate” di cemento colorato traggono spunto dall’affresco del Baciccio: “Trionfo nel Nome di Gesù” nell’omonima chiesa a Roma. In mostra saranno installati altri dieci piccoli modelli architettonici, un compendio di tempietti e tabernacoli che, obbedendo alla loro funzione di modello ed esempio, diventano sculture che ci costringono ad abbassare lo sguardo verso di esse.
Le opere di Piermattei dialogano sempre con l’arte classica, ma viene espulsa la figurazione, cancellata e scialbata da un fitto intrico di pennellate di malte colorate che formano un arriccio policromo. Ancora una volta diventa fondamentale costringere lo sguardo verso l’opera stabilendo una relazione che non è mai paritaria. E’ sempre l’opera a richiamare a se lo sguardo dello spettatore, assumendosi la responsabilità di essere necessaria all’arte e quindi alla vita.
Il titolo della mostra è esplicito e dichiarativo pur nella sua aulica ambiguità: Patroni. Definizione che proviene da Padre/Pater che, negli albori della Roma antica, designava una figura autorevole e protettiva, che il cattolicesimo mutuò nella figura del santo protettore delle città e dei mestieri. L’artista sa che i Patroni debbono essere necessariamente un esempio, un modello a disposizione della comunità, una forza esemplare che non appartiene alla mutevolezza delle chiacchiere social, ma alla maestosa presenza degli elementi architettonici. Qualche mese fa il pubblico di Art Basel Hong-Kong si metteva in fila per entrare nella “Porziuncola” di Piermattei, installazione ispirata alla chiesetta situata nella enorme Basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi, riproducendo la stessa situazione di variazione in scala: una grande edificio che ospitava la prestigiosa fiera d’arte e una piccola “Porziuncola” nella quale meditare. Nella megalopoli globale della prestigiosa fiera d’arte, l’artista esponeva un piccolo edificio, un gesto concreto e solido che stabiliva un ponte di secoli, anzi di millenni, una connessione culturale che per Piermattei è un compito dell’arte.
Anche qui, per la sua prima mostra personale, l’artista continua la sua pratica di costruire un luogo dentro un luogo e, nelle ampia sala bianca della galleria, costruisce su colonne di tubi di ferro, un ciborio medievale dal disegno essenziale e privo di decorazioni esterne. L’interno invece è dipinto con il proprio stile, simile ad una scialbatura policroma. Nelle chiese cattoliche il ciborio è un baldacchino di legno, sorretto da quattro colonne, che sovrasta l’altare dove viene officiato il rito. Diversamente, nella galleria d’arte, l’artista sostituisce l’altare e la ritualità con il pubblico che transita sotto la costruzione e deve alzare lo sguardo per ammirare l'interno della cupola. Il gesto di alzare lo sguardo è il movimento verso l’alto, tipico di chi è avvezzo ad ammirare le architetture e i cicli pittorici nelle chiese. Alzare gli occhi al cielo per Piermattei è la posizione dell’artista e anche dello spettatore. Una posizione di ammirazione che vorrebbe conservare anche nell’altro importante lavoro esposto, la grande Pala d’Altare, le cui “pennellate” di cemento colorato traggono spunto dall’affresco del Baciccio: “Trionfo nel Nome di Gesù” nell’omonima chiesa a Roma. In mostra saranno installati altri dieci piccoli modelli architettonici, un compendio di tempietti e tabernacoli che, obbedendo alla loro funzione di modello ed esempio, diventano sculture che ci costringono ad abbassare lo sguardo verso di esse.
Le opere di Piermattei dialogano sempre con l’arte classica, ma viene espulsa la figurazione, cancellata e scialbata da un fitto intrico di pennellate di malte colorate che formano un arriccio policromo. Ancora una volta diventa fondamentale costringere lo sguardo verso l’opera stabilendo una relazione che non è mai paritaria. E’ sempre l’opera a richiamare a se lo sguardo dello spettatore, assumendosi la responsabilità di essere necessaria all’arte e quindi alla vita.
07
ottobre 2017
Edoardo Piermattei – Patroni
Dal 07 ottobre al 30 novembre 2017
arte moderna e contemporanea
Location
THOMAS BRAMBILLA CONTEMPORARY ART
Bergamo, Via Del Casalino, 25, (Bergamo)
Bergamo, Via Del Casalino, 25, (Bergamo)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 14-19
Vernissage
7 Ottobre 2017, ore 18
Autore