SABRINA RIBELLI
IL COLORE DELLA LUCE
I cieli, le albe, i tramonti e i fiori.
Nei colori di Sabrina,
nel suoi gialli, nei suoi blu, nei suoi rossi, vibra una tensione cromatica che affascina e inchioda l'osservatore infondendogli una gioia di vivere, un intenso desiderio di lasciare sfogare l'anima a cantare con la natura e con l'uomo...
Sabrina dipinge a colore pieno, che esce impetuoso dalla tavolozza accesa e si espande a macchie, componendosi nel grande formato delle tele in cui la pittrice dà vita a rappresentazioni emozionate con i verdi di luce e d'ombra e i cieli di rosso e nero.
I colori stesi man mano emergono e si stratificano dando plasticità alle composizioni, con giochi di velature e trasparenze, dove palpita diffusa una malinconia ed il tumulto dell’anima che si riflette nel paesaggio interiore della pittrice.
Un lirismo istintivo, figlio di una natura primitiva e di un'umanità forte di passioni che sa cantare il fulgore procace di una fioritura che porterà frutti o la forza di un cielo che non dà pace come l'oscuro manto del destino. Così affiora nei suoi dipinti e filtra tra il verde e il rosso, fervido sempre e colmo di stupore, il creativo inventare il colore della luce.
Sabrina Ribelli ha esposto in diverse mostre collettive riscuotendo sempre un notevole successo.
Vive e lavora a Polpenazze

ELENA MARELLI
BIANCO SU NERO
Quasi una sfida. Una sfida all’ovvio, al rassicurante.
Alla foto tessera che ci accompagna ovunque, dalla patente alla tomba.
All’immagine del viso che ci rimanda il ricordo delle persone conosciute, incontrate anche una sola volta.
La nostra memoria ha bisogno di ricordare il viso per poter dimenticare il resto dei corpi che si muovono nel nostro quotidiano.
Questi quadri ci costringono quindi a guardare altrove, a quei dettagli che quotidianamente ignoriamo o che osserviamo con sguardo distratto, eccetto quando un lembo di carne, prima coperto dal vestito, si svela fugace al nostro sguardo indiscreto.
Ma nella pittura di Elena non c’è nessuna concessione al vuaiorismo, anche dove i corpi si mostrano nudi o cinti in un appassionato abbraccio.
Perché anche l’erotismo ci allontanerebbe dalla necessità di osservare quei corpi, memorizzarli, scoprire che ci sono familiari.
Noi sappiamo riconoscere le persone a noi care dal particolare delle mani, di una spalla, dei fianchi o del dorso.
Questo vale per la donna che abbiamo sposato e che dorme da anni accanto a noi, per i figlie che mille volte abbiamo cambiato, accompagnato nella loro crescita e visti cambiare lentamente sotto i nostri occhi attenti, per i nostri affetti più cari, in casa e nel mondo.


Elena Marelli vive e lavora a Salò.