Eleonora Fiorani, Panorami del contemporaneo, Lupetti, Milano, 2005

La città contemporanea, che ha sostituito la città industriale e quella tradizionale, è nello stesso tempo un sistema territoriale locale e un nodo di reti globali. Essa privilegia le dinamiche di relazione e le logiche di flusso, che coinvolgono dall’interno la sua stessa struttura. È una città plurale, polifonica onnivora che non può più essere raccontata in un unico registro, ma attraverso le modalità in cui territori e reti si interconnettono e i sistemi socioterritoriali si trasformano.
È questo il tema centrale de “I panorami del contemporaneo” di Eleonora Fiorani che indaga gli scenari della città polifonica, dalle molte lingue e identità, attraversata dalle diaspore, volgendo lo sguardo al corpo del territorio urbano: al modo in cui si offre alla visione, al tatto, all’olfatto, e interrogando l’architettura e il design, per mostrare l’emergere degli “iperspazi”, e dei nuovi tipi di “spazi del sé” e della comunicazione, del transito e della sosta, del consumo, della festa, del temporaneo, del margine, dell’assenza.
Si rendono allora visibili le tante città che abitano la città. Ed emerge la radicale novità della progettazione strettamente connessa con la qualità della vita in tutta la sua portata fisico-ambientale, estetica, architettonica, e della cultura del progetto come cultura del contemporaneo.

Eleonora Fiorani, teorica delle nuove scienze, insegna antropologia al Politecnico di Milano.
I suoi ultimi libri in edizione Lupetti sono: Il mondo senza qualità (1995), La comunicazione a rete globale (1998), Grammatica della comunicazione (1998, 2° ed. 2002), Leggere i materiali, con l'antropologia, con la semiotica (2000), Il sogno del giardino (2000), Il mondo degli oggetti (2001), La nuova condizione di vita (2003), Abitare il corpo: la Moda (2004).
Dirige dal 2003 la rivista “Tutto da capo”.