L’esposizione rientra nell’ambito dell’iniziativa “L’Arte si Mostra in Succursale” che il Gruppo Banca Sella sta portando avanti su tutto il territorio nazionale e che si pone l’obiettivo di rafforzare il legame tra il Gruppo e il mondo dell’arte, segnato dagli oltre 100 eventi organizzati negli ultimi 5 anni. Con “L’Arte si Mostra in Succursale” Il Gruppo Banca Sella ha impresso un’ulteriore accelerazione all’iniziativa che permette agli artisti di disporre gratuitamente degli spazi delle proprie succursali al fine di trasformarli in gallerie per le loro opere: sono più di 130 gli appuntamenti in programma per il 2008 nelle succursali italiane del Gruppo.

Elisa Mazza è nata a Milano ma vive e lavora in Toscana, a Carrara, città alla quale è giunta guidata dal suo grande amore per l’arte e la scultura. Artista e curatrice di rubriche d’arte, oltre che guida della creatività del sito Dada.net. A Verona Elisa Mazza porta la sua esposizione “Pittura da Toccare”, segnata da una particolare ricerca artistica sia nelle forme espressive che nei materiali utilizzati. Le opere non sono infatti semplicemente bidimensionali, ma grazie all’utilizzo del bassorilievo si pone l’obiettivo di sviluppare altri sensi oltre alla vista. Come dice il nome della personale, i visitatori potranno infrangere il tabù del “guardare e non toccare” anzi, proprio l’approccio tattile permetterà di avere un’esperienza più completa delle opere che, grazie all’utilizzo di materiali come carta, gesso e schiume sintetiche, potranno comunica re molti più stimoli agli organi sensoriali.
Elisa Mazza ha partecipato a numerose collettive e mostre personali: Tra le più recenti ricordiamo la collettiva via internet “Con l’America Latina nel cuore” in collaborazione con la convocazione internazionale della manifestazione Arte y Dignidad (2006); la collettiva di Arte Postale “Lavoro, fatica, creatività” (2006); Moltitudine X-Collettiva presso il Convento di S. Croce S. Anatolia di Narco (2007); “I Colori della Vita” presso lo Spazio Espositivo della RSA a San Giorgio di Milano (2007).