"...mi porto dietro da sempre qualche pezzo di carta" Elisabetta Mariani. Ammissione calzante per un viaggio assieme a un materiale dalle origini perdute nel tempo. Memoria che riaffiora nelle tappe cromatiche condotte passo dopo passo da Elisabetta Mariani, custode- sperimentatrice della decorazione di questo materiale, prima volte alla marmorizzazione della superficie per proseguire alla ricerca modulare-teorica di Josef Albers e alla lettura del suo testo Interazione del colore. Esercizi per imparare a vedere.
I fogli presentati nella mostra "Enclosures" conducono all'interno di un sapere artigianale affiancato a uno slancio artistico-spirituale: percorso di studio elaborato nel tempo e mai arrivo, perché costante reinvenzione. Un segreto cintato nella professione che vede il suo concreto riflesso nelle forme palpabili delle superfici, ora terse, ora addormentate, come membrane circondanti nucleoli, archetipi o simboli di misteri vitali; oppure forme geometriche dentro un corri corri dinamico, strutture che nello spazio perdono via via informazioni cromatiche.
Le dimensioni e le qualità tattili della carta costituiscono le fondamenta solide sulle quali edificare il discorso pittorico, e il discorso pittorico diviene il muro per sostenere la trabeazione interiore, significato dell'opera. I fogli di Elisabetta gettano un ponte estetico fra l'Occidente e l'Oriente, fra l'Artigiano e l'Artista, fra la Decorazione e la Sintesi: un itinerario curioso, come lo sguardo che s'appresta a coglierne i reconditi significati.