Le attese in fotografia: Emanuele Cascapera espone al Caffé Bohemièn di Roma.

Uno sguardo, uno scatto. Dalla naturalezza di questi gesti, dalla semplice riproduzione del dato visibile della realtà, si dispiegano i gomitoli emozionali in cui ciascuno silenziosamente può riconoscersi e può riconoscere chi convive con lui su questo suolo. L'attesa è prodotta da una combinazione di eventi, di oggetti-soggetti messi insieme in un'immagine. Ma è anche e soprattutto un tempo interiore e soggettivo che si mescola ai pensieri e alle sensazioni di ognuno.

A questo stato d'essere fuori e dentro l'uomo, nel flusso continuo del tempo e nella casualità dello spazio, il giovane giornalista Emanuele Cascapera dedica la sua prima esposizione fotografica negli spazi del Caffé Bohemièn, nel Rione Monti di Roma.

Le attese di Cascapera sono mere coincidenze o effetto di scelte programmate, sono misteriosi déja-vu e insieme scoperta di nuovi palpiti.

L'autore scopre il fianco mostrando le composizioni reali su cui è solito posarsi il suo sguardo e, a partire da ogni suo scatto, crea un reticolato di sguardi incrociati, dall'obiettivo al soggetto, dal soggetto allo spettatore.

Nulli i confini di ricerca fotografica: non appartenenti ad un unico genere, i lavori in esposizione abbracciano la ritrattistica quanto il reportage, l'inchiesta quanto la fotografia naturalistica.

Appena venticinquenne, Emanuele Cascapera è laureato in Antropologia all'università La Sapienza di Roma. Da anni svolge attività giornalistica collaborando con diverse testate di Roma e provincia, occupandosi principalmente di inchiesta. Prevista per venerdì 7 dicembre la sua mostra fotografica che proseguirà fino al periodo natalizio. La scelta degli spazi de l Caffé Bohemièn non è casuale: il suggestivo punto di incontro romano di degustazione e lettura ben si addice ad una esposizione fatta anch'essa di suggestioni da assaporare, dove la voce del semplice spettatore ha forse più autorevolezza di quella del critico artistico.