Rimangono alcune tracce di nero profondo, di rosso vivo e bianco ad invadere il campo a dettare una possibile intesa visiva, un gesto forse vano ma significativo, un’impronta che addita un percorso, un labile pensiero. Una scia. Il campo d’azione è saturo. Nessuna alchimia. La sensazione è di essere al centro, se un centro esiste, di un vortice e di galleggiare. Perdersi e ritrovarsi. Il colore acido e cadente esige attenzione. Nell’epoca dell’iperveloce, della saturazione iconografica, dell’apparire, queste superfici pittoriche ristabiliscono un’uguaglianza con le coscienze, con il drago interiore. Pongono interrogativi. E’ un fluttuare nel caos primordiale, carne e pensiero, abbandono ed estasi, impulso e gesto ritmato. E’ il mistero non svelato dell’arte. Una costante: L’ATTESA…il ritmo cadenzato dei passi nell’universo…IL RITMO…il nuovo ritmo, battere e levare…costante.



ATTESA.PROLOGO.AZIONE.





Emiliano Recchia (Roma, 1971)

Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma. Ha partecipato a diversi eventi artistici con le sue installazioni.

1992: “Orestiadi” di Ghibellina, a cura di A. Bonito Oliva. Trapani.

1996: “Il Desiderio preso per la coda” . A cura di Achille Bonito Oliva. Palazzo delle Esposizioni.

1999 “immagini Artificiali” Sala della Ragione-Anagni.

1999: “Uno spazio dopo l’altro” Mercato Romano Coperto. (Fr)

2000: “Nello spirito del tempo”, Chiesa del Carmine, Ortigia-Siracusa.

2001: “Mille volti della stessa faccia”, Cantina Quionez, Veroli.

2004: “eXpLosion” spazio eventi Circolo Culturale “XL”.