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Emilio Scanavino. Dare forma
Il legame tra Emilio Scanavino e Dep Art Gallery sottolinea come la memoria storica di questo artista, così come l’interesse del collezionismo milanese (e non solo) non sia mai mancato, ma sia andato a modificarsi nel tempo. Fondata nel 2006, la galleria ha presto riconosciuto l’importanza di Scanavino, dedicandogli una mostra già nel 2008, sotto la guida del giovane fondatore Antonio Addamiano, allora neanche trentenne. Questa scelta dimostra un profondo apprezzamento per l’opera di Scanavino, sottolineando il desiderio della galleria di perpetuare la sua eredità artistica alle future generazioni.
Comunicato stampa
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Emilio Scanavino (1922-1986) è stato un artista che ha saputo attraversare e reinterpretare le correnti artistiche del Novecento, dando vita a un linguaggio espressivo unico, segnato da una costante ricerca formale e concettuale. La mostra "Dare Forma" si propone di esplorare l'evoluzione artistica di Scanavino, focalizzandosi sulle modalità con cui ha saputo dare forma alla sua visione interiore, tra astrazione e simbolismo, trasformando il tormento esistenziale e la riflessione filosofica in opere di profonda intensità emotiva.
L’esposizione propone oltre 15 opere, tra dipinti e sculture; in particolare, due sono state scelte come focus per il progetto Museocity:
Pane, 1976,
Ceramica smaltata a secondo fuoco, 27x16x h10 cm
(Tiratura 1-25)
Il pane è uno dei temi ricorrenti nella produzione ceramica di Scanavino; infatti, i primi "pani" sono degli anni '50. Simbolo potente, legato alla casa, alla vita, alla religione, alla quotidianità e al fare con le mani, il pane, nella sua forma più elementare e primitiva, evoca un archetipo universale che attraversa culture e epoche, simboleggiando nutrimento, condivisione, e vita. Per Emilio Scanavino, il pane diventa metafora della creazione artistica: un atto che, come il plasmare il pane, è profondamente umano e istintivo. Questa scelta simbolica sottolinea il legame intrinseco tra l'arte e gli aspetti fondamentali dell'esistenza, il pane, quindi, non è solo cibo, ma rappresenta il frutto del lavoro umano, la sacralità del quotidiano, e la trasformazione della materia in qualcosa che sostiene e arricchisce la vita.
Il cavalletto, 1980,
Olio su tela, 200x140 cm
Di opere intitolate "Il cavalletto" ne esistono solo due. Ma ne esiste una terza, dalla estetica molto simile, che è intitolata "Come l'edera" e omaggia un antico proverbio "come l'edera, dove attacca muore" allora l'arte quando entra negli animi è impossibile da eradicare.
La scelta di esporre "Il cavalletto", un'opera di dimensioni notevoli, rappresenta una riflessione profonda sulla pittura di Scanavino. Il cavalletto regge la sua stessa pittura e diventa punto di osservazione. Un nuovo punto di vista sulla pittura di Emilio Scanavino che di negli anni '80, circa, subisce una nuova evoluzione, le forme chiuse e aggrovigliate, già ordinate nei cosiddetti "alfabeti" e in alcune "geometrie", si aprono leggermente e lasciano uscire, a volte, un leggero bagliore.
"Il Cavalletto" si configura come un atto di contemplazione dell'arte, che si distanzia dalle tematiche più interiori e religiose tipiche dei lavori precedenti dell'artista, soprattutto degli anni '50.
Queste opere sono state accuratamente scelte per accompagnare la mostra "A Milano. Emilio Scanavino. Opere e documenti degli anni ‘50", presso la sede dell’Archivio Scanavino, un progetto che racconta l’attività dell’Artista a Milano, con una selezione di opere di quel periodo (maggiori info www.archivioscanavino.it).
L’esposizione presso Dep Art Gallery in collaborazione con l'Archivio enfatizza il legame storico ma anche l'interesse vivo e in evoluzione verso l'opera di Scanavino, dimostrando l'impegno della galleria nel preservare e celebrare la sua memoria attraverso il tempo.
--
La mostra è accompagnata da un catalogo in italiano e inglese, comprensivo delle immagini dell’esposizione e alcune immagini storiche, apparati bio-bibliografici aggiornati oltre ad un testo critico dedicato.
In collaborazione con Archivio Emilio Scanavino
nell'ambito del progetto promosso da Comune di Milano Musei in Galleria
Presenta "Emilio Scanavino, Dare forma"
a cura di Antonio Addamiano e Amanda Nicoli
@DepArtGallery @Archivioemilioscanavino
L’esposizione propone oltre 15 opere, tra dipinti e sculture; in particolare, due sono state scelte come focus per il progetto Museocity:
Pane, 1976,
Ceramica smaltata a secondo fuoco, 27x16x h10 cm
(Tiratura 1-25)
Il pane è uno dei temi ricorrenti nella produzione ceramica di Scanavino; infatti, i primi "pani" sono degli anni '50. Simbolo potente, legato alla casa, alla vita, alla religione, alla quotidianità e al fare con le mani, il pane, nella sua forma più elementare e primitiva, evoca un archetipo universale che attraversa culture e epoche, simboleggiando nutrimento, condivisione, e vita. Per Emilio Scanavino, il pane diventa metafora della creazione artistica: un atto che, come il plasmare il pane, è profondamente umano e istintivo. Questa scelta simbolica sottolinea il legame intrinseco tra l'arte e gli aspetti fondamentali dell'esistenza, il pane, quindi, non è solo cibo, ma rappresenta il frutto del lavoro umano, la sacralità del quotidiano, e la trasformazione della materia in qualcosa che sostiene e arricchisce la vita.
Il cavalletto, 1980,
Olio su tela, 200x140 cm
Di opere intitolate "Il cavalletto" ne esistono solo due. Ma ne esiste una terza, dalla estetica molto simile, che è intitolata "Come l'edera" e omaggia un antico proverbio "come l'edera, dove attacca muore" allora l'arte quando entra negli animi è impossibile da eradicare.
La scelta di esporre "Il cavalletto", un'opera di dimensioni notevoli, rappresenta una riflessione profonda sulla pittura di Scanavino. Il cavalletto regge la sua stessa pittura e diventa punto di osservazione. Un nuovo punto di vista sulla pittura di Emilio Scanavino che di negli anni '80, circa, subisce una nuova evoluzione, le forme chiuse e aggrovigliate, già ordinate nei cosiddetti "alfabeti" e in alcune "geometrie", si aprono leggermente e lasciano uscire, a volte, un leggero bagliore.
"Il Cavalletto" si configura come un atto di contemplazione dell'arte, che si distanzia dalle tematiche più interiori e religiose tipiche dei lavori precedenti dell'artista, soprattutto degli anni '50.
Queste opere sono state accuratamente scelte per accompagnare la mostra "A Milano. Emilio Scanavino. Opere e documenti degli anni ‘50", presso la sede dell’Archivio Scanavino, un progetto che racconta l’attività dell’Artista a Milano, con una selezione di opere di quel periodo (maggiori info www.archivioscanavino.it).
L’esposizione presso Dep Art Gallery in collaborazione con l'Archivio enfatizza il legame storico ma anche l'interesse vivo e in evoluzione verso l'opera di Scanavino, dimostrando l'impegno della galleria nel preservare e celebrare la sua memoria attraverso il tempo.
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La mostra è accompagnata da un catalogo in italiano e inglese, comprensivo delle immagini dell’esposizione e alcune immagini storiche, apparati bio-bibliografici aggiornati oltre ad un testo critico dedicato.
In collaborazione con Archivio Emilio Scanavino
nell'ambito del progetto promosso da Comune di Milano Musei in Galleria
Presenta "Emilio Scanavino, Dare forma"
a cura di Antonio Addamiano e Amanda Nicoli
@DepArtGallery @Archivioemilioscanavino
01
marzo 2024
Emilio Scanavino. Dare forma
Dal primo al 05 marzo 2024
arte contemporanea
Location
DEP ART GALLERY
Milano, Via Comelico, 40, (Milano)
Milano, Via Comelico, 40, (Milano)
Orario di apertura
10.30 - 19.00; incluso domenica e lunedì.
Autore
Curatore