Enrica Zanatto incontra la Pittura in un momento particolare e straordinario della sua vita. Nel pieno del suo fiorire come donna, l’entusiasmo per la vita che la caratterizza assieme ad un’indole da sperimentatrice insaziabile e curiosa la sospingono verso una ricerca pittorica che, in maniera folgorante la conquistano e rapiscono irrimediabilmente. Quasi come per la teoria dei “vasi comunicanti”, accade che Enrica nella Pittura percepisca e senta confluire in maniera potente e spontanea la sua propria e positiva carica vitale.
Fin da subito Vi si impegna quindi in maniera costante ed appassionata tanto da decidersi nel tempo di dedicarcisi completamente. L’afflato e la dedizione intensa con cui l’artista persegue, sperimenta, studia ed approfondisce, non tardano a dare i suoi frutti. Ben presto, cedendo alle sempre più numerose richieste e proposte di rendere visibile il proprio lavoro, Enrica inizia a mostrare le sue opere attraverso mostre personali. Grande è il favore ed il consenso che fin da subito ricevono le sue opere, veri e propri elogi alla Natura in virtù di suggestivi scorci prospettici resi in maniera sapiente ed efficace attraverso valenze cromatiche condotte con palpitante vitalità. Luoghi e atmosfere appaiono così animati da una luminosa e florida vivacità resa ancora più eloquente dall’utilizzo della tecnica ad olio, sviscerata in ricche e corpose pennellate intrise tanto di materia pittorica quanto di una sensibile e partecipata emozione, quella con la quale l’artista si rivolge con umile e appassionata devozione al paesaggio del quale dà testimonianza. Un atto creativo spontaneo e sincero che dà vita ad una realtà altra, ove forme e contorni riconoscibili alberi, fiori, colline, ecc…) convivono, come in una mirabile esecuzione d’orchestra, con altri inediti generati dalla sensibilità dell’artista. Una sensibilità raffinata ed acuta che porta l’artista Zanatto a concepire e realizzare appositamente per questa Personale dei lavori ispirati a forme e/a contenuti cari alla città di Marostica, volendo con questo omaggiare la grandiosità di una città che quale altissimo esempio di storia e cultura, si riconferma oggi, come un tempo, fulgida realtà di promozione artistica.
Al fine, quale il soggetto più adatto a simboleggiare assieme la fertilità e il rigoglio culturale di Marostica se non uno dei Suoi più noti ed invitanti simboli? In questa prospettiva l’artista ha scelto di ispirarsi e di intitolare quest’esposizione al Ciliegio, emblema d’antica bellezza e tradizione simbolo di generosità, che caratterizza con la sua prodigiosa fioritura i contorni della città dispensando da tempo immemorabile i suoi frutti prelibati.
Benvenuti dunque: “Nel giardino dei Ciliegi”.
A cura di Marta Longo