"Questa mostra nasce da una duplice esigenza dell' autore:
dichiarare apertamente la sua appartenenza ideale a quegli utopisti che, intorno al 1968, realizzarono dei contro-luoghi utilizzando il paesaggio come soggetto artistico, compenetrando scultura, architettura, geologia, fotografia ed altro ancora...
Definire i contorni della propria esperienza di Satori (illuminazione, risveglio) al cospetto del Lago di Bracciano. La sua forma ad Enso (nello Zen un cerchio che rappresenta la forza, l' universo) consente alla mente di espandersi e liberare nel vuoto l' immaginazione.
E' stato quindi molto bello iniziare un rapporto con questo bacino effettuando una prima "scultura in campo espanso", guardandolo da sopra, dal bordo, da dentro ed infine rilassandosi con le sue pietre e bilanciandole."