Alla recente produzione di Enzo Lionello Natilli è dedicata questa personale della Galleria d’Arte Consorti, che con il riferimento alla fabula e alla narrazione favolistica, intende chiarire uno degli elementi propri della sua poetica: la ri-composizione di un mondo in cui leggere una possibile alternativa alla progressiva perdita di senso e al disorientamento culturale che caratterizzano la nostra contemporaneità. A questa componente del suo lavoro, che può dirsi pertanto politica, Natilli dà accento con l’ironica allusione del sottotitolo all’Eldorado voltairiano, a quella comunità quasi inverosimile per la sua perfezione, ma a cui, in fondo ogni “fabbricante di gioia” aspira; ed è nel rimando all’idealistica dimensione di questa “terra dei selvaggi”descritta dal grande scrittore francese, che la mostra intende istituire un ponte tra la “fabula pittorica” di Natilli e il contesto di realtà in cui essa si trova e con cui perennemente entra in relazione, in un dialogo a metà tra fantasia e rappresentazione.
Similmente alla favola, difatti, l’opera di Natilli si muove entro le maglie dell’immaginario e attraverso l’esperienza del mondo, ne reinventa gli intenti con frammenti e citazioni che spaziano dall’ellenismo greco al piacere della linea tardo-gotica, dalle Compenetrazioni balliane alla metafisica di Morandi, e che insieme all’uso della tecnica dell’acquerello, sono testimonianza viva del costante impegno dell’artista, in cui l’irrinunciabile ironia è elemento che interviene a render visibile, con la misurata leggerezza del disegno e del colore, altre più drammatiche finzioni.