Jocanda ospita tra le sue mura Erelin. La giovane artista presenta una serie ritratti fotografici che, enfatizzati dalla luce, svelano un atto performativo domestico.
La sua ricerca si focalizza su se stessa, sulla scoperta del “corpo che indossa espressioni”.
La macchina fotografica diventa il terzo occhio, che permette di familiarizzare con le emozioni.
La foto è lo specchio delle espressioni che danno vita a diversi personaggi.
Dare un volto a stati d’animo differenti è un’esigenza che parte dall’interno, dal bisogno di guardarsi raggiungendo la distanza estetica necessaria a liberarsi, “purificarsi”, provare emozioni senza esserne completamente preda. “Un atto teatrale terapeutico in cui un’emozione, un sentimento si appropria del corpo per esprimersi in tutta la sua forza. E’ un atto liberatorio che mi permette di conoscere l’immagine delle mie emozioni”.
Dall’invasione scenografica di Lucia
alla narcisistica e riflessiva indagine di Erelin.
..ancora tra le stanze di Jocanda..