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Ermes Bajoni – Fogli bagnati
Ermes Bajoni è un maestro dell’incisione tradizionale. Quella figlia di un mestiere antichissimo. Resa celebre dai mostri sacri del passato. Da Dürer a Rembrandt, da Goya a Piranesi, su fino Morandi, Bartolini e Ferroni. A quest’ultimo in particolare, genio solitario, autore di immagini sospese fra realismo e astrazione, Bajoni strizza un occhio con complicità e affetto reverenziale.
Comunicato stampa
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Ermes Bajoni è un maestro dell’incisione tradizionale. Quella figlia di un mestiere antichissimo. Resa celebre dai mostri sacri del passato. Da Dürer a Rembrandt, da Goya a Piranesi, su fino Morandi, Bartolini e Ferroni. A quest’ultimo in particolare, genio solitario, autore di immagini sospese fra realismo e astrazione, Bajoni strizza un occhio con complicità e affetto reverenziale. Rendendo omaggio ai suoi silenzi, ai suoi stati d’attesa, ai suoi tavolini zeppi di oggetti impolverati. E rievocando sulla lastra, incisa all’acquaforte, dettagli di una vita quotidiana che, proprio in quel silenzio, si caricano di magia. Una magia che si può scoprire oggi nei 40 fogli esposti negli spazi fascinosi del Centro dell’Incisione sull’Alzaia del Naviglio Grande, fra i torchi della scuola di Gigi Petroli, il profumo degli inchiostri e dei rampicanti selvatici.
«…Un’impronta di pneumatico, una sgommata, calchi di copertoni robusti hanno stampato orme spesse un palmo sulla terra bagnata. Un oggetto è caduto dalla tasca, un ritaglio di giornale, un segno scritto col gessetto sul muro. Pezzi di situazioni, indizi sparsi di una presenza lampo, diventati nelle sue mani di abile incisore racconti brevi fatti di impressioni. Impressioni di paesaggi, agguantati per la coda come dal finestrino di un treno in corsa. Impressioni di ambienti, cose, persone, gesti e giochi di bambini che Bajoni ha raccolto e trasformato in storie lasciate aperte perché tutti potessero bucarle, traghettati da una sponda all’altra, proprio come Alice passata dalla serratura nel paese delle meraviglie. E come lei, una volta tornati a casa, non ci si può dimenticare quel passaggio, col cuore in gola, attraverso la buca del coniglio bianco e la porticina d’ingresso a un altro mondo. I ricordi sono rimasti impressi sulla carta, che nei suoi pori soffici ha assorbito umori, sensazioni di un attimo, sospese nell’aria, déjà-vue dal retrogusto dolce-amaro, che attraverso gli occhi arrivano dritti al cervello, come l’odore familiare della terra calpestata, delle piante fiorite, del mare mosso, del fuoco, dell’aria umida. Sul foglio è rimasta la vita mischiata alla favola…»
Biografia
Nato nel 1941 a Bagnacavallo (RA) dove oggi vive e lavora, Bajoni si trasferisce nei primi anni Sessanta a Bologna per laurearsi in Matematica e Fisica. Contemporaneamente inizia ad interessarsi di grafica e, in un secondo tempo, di pittura frequentando i corsi liberi presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. A partire dal 1988 ha privilegiato il linguaggio incisorio, producendo fino a oggi centocinquanta lastre, utilizzando esclusivamente tecniche calcografiche. I soggetti delle sue opere, sebbene ricchi di significati metaforici, sono legati alla sfera del quotidiano e riflettono l’interesse dell’artista per il mondo naturalistico e la figura umana.
Fin dalla sua istituzione, Bajoni cura le iniziative del «Gabinetto Stampe Antiche e Moderne» del Comune di Bagnacavallo.
«…Un’impronta di pneumatico, una sgommata, calchi di copertoni robusti hanno stampato orme spesse un palmo sulla terra bagnata. Un oggetto è caduto dalla tasca, un ritaglio di giornale, un segno scritto col gessetto sul muro. Pezzi di situazioni, indizi sparsi di una presenza lampo, diventati nelle sue mani di abile incisore racconti brevi fatti di impressioni. Impressioni di paesaggi, agguantati per la coda come dal finestrino di un treno in corsa. Impressioni di ambienti, cose, persone, gesti e giochi di bambini che Bajoni ha raccolto e trasformato in storie lasciate aperte perché tutti potessero bucarle, traghettati da una sponda all’altra, proprio come Alice passata dalla serratura nel paese delle meraviglie. E come lei, una volta tornati a casa, non ci si può dimenticare quel passaggio, col cuore in gola, attraverso la buca del coniglio bianco e la porticina d’ingresso a un altro mondo. I ricordi sono rimasti impressi sulla carta, che nei suoi pori soffici ha assorbito umori, sensazioni di un attimo, sospese nell’aria, déjà-vue dal retrogusto dolce-amaro, che attraverso gli occhi arrivano dritti al cervello, come l’odore familiare della terra calpestata, delle piante fiorite, del mare mosso, del fuoco, dell’aria umida. Sul foglio è rimasta la vita mischiata alla favola…»
Biografia
Nato nel 1941 a Bagnacavallo (RA) dove oggi vive e lavora, Bajoni si trasferisce nei primi anni Sessanta a Bologna per laurearsi in Matematica e Fisica. Contemporaneamente inizia ad interessarsi di grafica e, in un secondo tempo, di pittura frequentando i corsi liberi presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. A partire dal 1988 ha privilegiato il linguaggio incisorio, producendo fino a oggi centocinquanta lastre, utilizzando esclusivamente tecniche calcografiche. I soggetti delle sue opere, sebbene ricchi di significati metaforici, sono legati alla sfera del quotidiano e riflettono l’interesse dell’artista per il mondo naturalistico e la figura umana.
Fin dalla sua istituzione, Bajoni cura le iniziative del «Gabinetto Stampe Antiche e Moderne» del Comune di Bagnacavallo.
25
settembre 2008
Ermes Bajoni – Fogli bagnati
Dal 25 settembre all'undici ottobre 2008
disegno e grafica
Location
CENTRO DELL’INCISIONE
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 66, (Milano)
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 66, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 16.00 – 19.00. Apertura straordinaria:
ultima domenica del mese, in concomitanza con il mercatone dell’antiquariato, orario: 9.00 – 19.00
Vernissage
25 Settembre 2008, ore 18
Autore
Curatore