Il titolo della mostra, che accosta uno dei concetti più elevati del pensiero occidentale a un aggettivo abitualmente associato a un carattere selvaggio e primitivo, suonerà forse come un ossimoro all’orecchio dei più; ed è stato scelto proprio per questo, per porre in evidenza un fraintendimento reiterato della nostra cultura, che stenta ancora oggi a riconoscere l’effettivo valore dell’arte dell’Africa nera, da sempre vista come una manifestazione poco controllata e - per quanto pregevole - dovuta molto più alla spontaneità e all’istinto più che a un progetto consapevole. Attraverso una selezione di antiche opere di elevato pregio estetico, e attraverso la guida dei testi che ne accompagnano il catalogo, la rassegna si propone di presentare la scultura africana per quello che veramente è; vale a dire, un’espressione estremamente codificata dal punto di vista stilistico, risultato di un procedimento creativo che non lascia nulla al caso e i cui esiti si collocano, per armonia, inventiva e forza evocativa, al livello delle più nobili tradizioni plastiche conosciute. In mostra, assieme a opere in legno provenienti da culture dell’Africa occidentale ed equatoriale, verranno presentati tessuti del popolo Kuba, della valle del Kasaï, in Congo, e cortecce dipinte dei pigmei Mbuti; queste ultime considerate diretta continuazione del più antico stile pittorico del mondo.