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Eugenio Percossi – Christmas
Un ciclo di 25 fotografie lambda di grande e piccolo formato accompagna un video. La mostra, che non a caso si svolge nel periodo natalizio, ha come soggetto l’icona stessa del Natale: l’albero.
Comunicato stampa
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“Christmas” è il titolo della personale di Eugenio Percossi presso la Galleria Estro di Padova. Un ciclo di 25 fotografie lambda di grande e piccolo formato accompagna un video.
La mostra, che non a caso si svolge nel periodo natalizio, ha come soggetto l’icona stessa del Natale: l’albero. Nei paesi nordeuropei l’abete diviene il simbolo di una promessa. Promessa verde di una primavera tanto attesa che riporti luce e vita. Le decorazioni brillanti, di vetro e metallo, le luci, le candele amplificano la luce artificiale che resta un palliativo di un sole che non c’è.
Giungendo in galleria lo spettatore viene accolto da una familiare melodia natalizia. E´ la colonna sonora del video: un interno domestico, con un albero di Natale, addobbato ed illuminato. L´albero all´improvviso prende fuoco, e bruciando distrugge la stanza.
All’interno della galleria le fotografie mostrano vecchi abeti buttati per le strade di Praga dopo le feste. Del loro splendore non rimane nulla, scheletrici e spogli aspettano di essere portati via.
Eugenio Percossi (Avezzano 1974) vive e lavora tra Praga e Roma
La ricerca di Eugenio Percossi individua nella memoria e nell’illusione, che essa stessa genera, i suoi principi ispiratori. Le ossessioni personali e collettive, il senso di inadeguatezza, la lucida cognizione del vuoto e l’incognita della vita divengono argomenti sui quali l’artista si interroga e su cui invita lo spettatore a riflettere in modo assolutamente disincantato e razionale.
Le sue opere, siano esse dipinti su tela, fotografie o video, indagano la spietata e sistematica logica interna al fattore tempo, il suo ineluttabile potere di trasformare le cose, le situazioni, il corso degli eventi.
L’analisi parte dall’uomo, per sviscerarne quanto più da vicino le paure, i desideri, le illusioni e ridurli in frantumi con una perizia tanto scientifica e disillusa, quanto poetica e tranquillizzante.
Di conseguenza, anche l’instabile natura del ricordo, inteso come illusorio tentativo di fermare il tempo in un’immagine, diviene per l’artista argomento di studio e ulteriore pretesto per operare una demistificazione delle vane speranze umane in una auspicata immortalità. Il ricorrente atteggiamento dissacratorio nei confronti della presunta superiorità dell’uomo, di fatto, volge al ridimensionamento delle potenzialità e delle utopie su cui questo basa il proprio spasmodico e quotidiano inseguimento dell’affermazione sociale e genetica, miraggi bramati in vita, in funzione della conquista dell’eternità dopo la morte. Esemplare in questo senso lo studio dell’artista sul fenomeno della diffusione democratica del ritratto, in versione fotografica, nei primi del ‘900. Un’attenta e frequente ricerca di fotografie scattate tra gli anni '20 e '40 del secolo scorso, ha portato l’artista a collezionare una quantità ingente di ritratti che, non solo sono funzionali alla produzione di una determinata serie di lavori sul tema del souvenir quale grande e consolatoria “bugia” ma, più in generale, per il loro comune destino – la dispersione – e per via dello scarto temporale che li separa dal momento del ritrovamento, sembrano incarnare perfettamente la sua poetica fondata sul memento mori e sul regolare smascheramento dell’umana tendenza al feticismo, come perpetuazione, come sopravvivenza. (E.N.M.)
La mostra, che non a caso si svolge nel periodo natalizio, ha come soggetto l’icona stessa del Natale: l’albero. Nei paesi nordeuropei l’abete diviene il simbolo di una promessa. Promessa verde di una primavera tanto attesa che riporti luce e vita. Le decorazioni brillanti, di vetro e metallo, le luci, le candele amplificano la luce artificiale che resta un palliativo di un sole che non c’è.
Giungendo in galleria lo spettatore viene accolto da una familiare melodia natalizia. E´ la colonna sonora del video: un interno domestico, con un albero di Natale, addobbato ed illuminato. L´albero all´improvviso prende fuoco, e bruciando distrugge la stanza.
All’interno della galleria le fotografie mostrano vecchi abeti buttati per le strade di Praga dopo le feste. Del loro splendore non rimane nulla, scheletrici e spogli aspettano di essere portati via.
Eugenio Percossi (Avezzano 1974) vive e lavora tra Praga e Roma
La ricerca di Eugenio Percossi individua nella memoria e nell’illusione, che essa stessa genera, i suoi principi ispiratori. Le ossessioni personali e collettive, il senso di inadeguatezza, la lucida cognizione del vuoto e l’incognita della vita divengono argomenti sui quali l’artista si interroga e su cui invita lo spettatore a riflettere in modo assolutamente disincantato e razionale.
Le sue opere, siano esse dipinti su tela, fotografie o video, indagano la spietata e sistematica logica interna al fattore tempo, il suo ineluttabile potere di trasformare le cose, le situazioni, il corso degli eventi.
L’analisi parte dall’uomo, per sviscerarne quanto più da vicino le paure, i desideri, le illusioni e ridurli in frantumi con una perizia tanto scientifica e disillusa, quanto poetica e tranquillizzante.
Di conseguenza, anche l’instabile natura del ricordo, inteso come illusorio tentativo di fermare il tempo in un’immagine, diviene per l’artista argomento di studio e ulteriore pretesto per operare una demistificazione delle vane speranze umane in una auspicata immortalità. Il ricorrente atteggiamento dissacratorio nei confronti della presunta superiorità dell’uomo, di fatto, volge al ridimensionamento delle potenzialità e delle utopie su cui questo basa il proprio spasmodico e quotidiano inseguimento dell’affermazione sociale e genetica, miraggi bramati in vita, in funzione della conquista dell’eternità dopo la morte. Esemplare in questo senso lo studio dell’artista sul fenomeno della diffusione democratica del ritratto, in versione fotografica, nei primi del ‘900. Un’attenta e frequente ricerca di fotografie scattate tra gli anni '20 e '40 del secolo scorso, ha portato l’artista a collezionare una quantità ingente di ritratti che, non solo sono funzionali alla produzione di una determinata serie di lavori sul tema del souvenir quale grande e consolatoria “bugia” ma, più in generale, per il loro comune destino – la dispersione – e per via dello scarto temporale che li separa dal momento del ritrovamento, sembrano incarnare perfettamente la sua poetica fondata sul memento mori e sul regolare smascheramento dell’umana tendenza al feticismo, come perpetuazione, come sopravvivenza. (E.N.M.)
04
dicembre 2004
Eugenio Percossi – Christmas
Dal 04 dicembre 2004 all'otto gennaio 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA ESTRO
Padova, Via San Prosdocimo, 30, (Padova)
Padova, Via San Prosdocimo, 30, (Padova)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle ore 16 alle 19,30
Autore