Quello del paesaggio è un genere che si accompagna alla storia della pittura e della fotografia. Eugenio Tibaldi lo interpreta in modo esclusivo, facendo emergere quegli aspetti indigeni, che caratterizzano le periferie di molte città, in cui a dominare non è più la natura, ma l?intervento manipolatore dell?uomo, la cui presenza, non sempre, si manifesta fisicamente.
Il progressivo affastellarsi dei copertoni delle ruote, che divengono vere e proprie montagne di gomma, l?accumulo di cartelli pubblicitari, il cui elevato numero annulla ogni possibilità comunicativa, la progressiva costruzione di una casa, che nonostante tutto sembra perennemente precaria: tutto questo universo rientra nella produzione di Tibaldi, che carpisce la quotidianità attraverso la fotografia, per poi risaltarne gli aspetti peculiari con la pittura. Ne deriva un sistema figurativo fortemente vincolato alla realtà, che si rivela sconvolgente per le sue contraddizioni, ma autentico per la totale obiettività.
Un?intera parete della galleria è occupata da acquerelli: questi sintetizzano temi e argomenti trattati dall? artista negli ultimi anni e si presentano come un susseguirsi di flashback, che manifestano un maggiore apporto lirico, grazie all?utilizzo costante di una specifica tonalità di colore grigio.
Le opere, sia quelle ad acquerello, sia quelle fotografiche non derivano da uno sguardo polemico, perché l?intento di Tibaldi è di documentare, con precisa efficacia, i cambiamenti cui il ?Paesaggio? è soggetto quotidianamente.

Eugenio Tibaldi è nato ad Alba (CN) nel 1977. Vive e lavora a Giugliano in Campania (NA)