In una location estiva e accogliente, il California Dream di Moncalieri, nasce Evo, un ciclo di appuntamenti nell’ora dell’aperitivo, in cui l’avanguardia jazz incontra la sperimentazione nelle arti visive, sotto la direzione artistica della poliedrica artista torinese Rossella Cangini e con la collaborazione della vj e video artista Gemma Santi e della giovane curatrice Benedetta Bodo di Albaretto.

SERATA 01.07.2010 – EVO – RISKO
Testo a cura di Benedetta Bodo di Albaretto

Mi sono imbattuta nelle immagini di Risko, giovane grafico torinese, quasi per caso: facendo una ricerca sul surrealismo mi sono trovata davanti questi personaggi misteriosi, tra il solenne e l’ironico, irriconoscibili perché i tratti del volto, o il volto stesso, non esistono.
Dato il tema della serata, proposto dal duo Stella Sorcinelli e Giorgio Bertolusso con la loro rappresentazione teatrale intitolata Maigret & Magritte, ho pensato alla possibilità di far dialogare queste immagini con lo spettacolo, e quel che ho visto nella mia testa è stata un’unione perfetta.
La componente surreale ha continuato a farsi sentire nel momento in cui ho chiesto a Risko di esporre i suoi lavori per Evo, ed è venuto fuori che non lui si considera un artista nel senso stretto del termine, perché nella vita è un graphic design appassionato di musica… e di Magritte. Non ha mai esposto i suoi lavori, ma essendo attratto dalle novità e dalla possibilità di modificare la propria percezione delle cose, oggi abbiamo il piacere di partecipare alla sua prima esposizione.
La forza di queste immagini risiede proprio nel suo modo di vivere il proprio lavoro con passione: grafico per vocazione e artista un po’ per caso, il suo occhio sul mondo non ha bisogno di filtri, di giuste inquadrature, di realtà, ma piuttosto di elaborazione e nuovi stimoli, da qualunque parte questi vengano.
Non a caso in ognuna di queste stampe ritroviamo svariati elementi, uniti da un’idea più che da una logica: la diversa geometria delle forme, l’abbinamento dei colori, i motivi che richiamano in un attimo gli anni Sessanta, e un momento dopo sembrano appartenere ad un’atmosfera barocca, il tutto in sintonia con i personaggi che abitano questi scenari fantastici. Ognuno di loro sembra simboleggiare un’epoca, richiama alla mente figure che ognuno di noi ha visto nelle illustrazioni dei libri, in opere d’arte, sulle riviste, ma che non riusciamo a mettere davvero a fuoco: ne ricordiamo solo i particolari, motivo per cui ci si ritrova nella mancanza di lineamenti dei personaggi di Risko.
Verrebbe voglia di ricordare quale faccia dovrebbero avere, e il bello è che non sarebbe una sola, ma tante e diverse, proprio come piace a Risko: tagliuzzate, mischiate, modificate.