Il trevigiano Fabio Bolinelli (1969), grazie al padre respira fin da piccolo i fantasmi della camera oscura. I suoi riferimenti artistici vengono direttamente dalla pittura e dalla scultura, sia classica sia moderna e contemporanea. Influenzato da alcune ben definite correnti (surrealismo, simbolismo, spazialismo, metafisica) nelle sue foto, prevalentemente in bianco e nero, si possono riscontrare spunti suggeriti per esempio da Fontana o da Dalì. Vi è poi uno spiccato interesse per la ricerca scientifica rapportata ai misteri dell'universo o a quella cinematografia d'autore che va in questa stessa direzione come Solaris di Tarkovskij o l'Odissea 2001 di Kubrick. L'origine delle cose riformulata con enigmatiche sospensioni di spazio-attimi e blue holes in scala di grigi...
recensione di Norman Zoia
