La ricerca artistica di Stefano Parisio Perrotti e Fabio Imperiale esplora i momenti dell’io, sviscerando il sentimento di solitudine esistenziale su cui l’uomo ricama ostinatamente, tra ironia bonaria e nostalgia.
“un’invisibile singolarità”: monos, che nel suo habitat di bellezza e creazione, sofferenza e solitudine, sempre in regale e segreta creatività, lotta con spazio e materia.
Costantemente in ascolto della sua coscienza e della sua anima, spia il suo e l’altrui respiro… mosso dall’inquietudine del rischio di non riuscire a costruirsi un’identità.
Nei suoi moti si scorge il segno della fragilità e della transitorietà dell’esistenza, in un corpo a corpo con gli elementi esterni.
Sovente lo si ravvisa in un inatteso impatto con “l’altro”: le figure si moltiplicano, si incontrano, affollano piazze silenziose, percorrono strade desolate, stagliate nella loro immobilità sovrana.
Volti non definiti-clochards della vita: soli.
Le figure si toccano, senza conoscersi, spettatrici dello stesso divenire inconoscibile, sospese negli spazi siderali verso una soluzione possibile, sublimata da un salvifico bagliore.

“dobbiamo tentare l'impossibile, dare le ali a ciò che ci blocca a terra come un macigno. La nostra vita è un'opera d'arte [...].come ogni artista, quale che sia la sua arte , bisogna porsi delle sfide difficili…”
Z.Bauman