Per questo spazio Fabrizio Di Pietro ha creato due sculture attingendo alla materia

recuperata e ri-costruita:

nell’una, l’uso di materiali semplici carta, gesso, creano piccoli volumi bianchi e

neri. Questi sono poggiati a terra e tracciano ombre simili.

Nel giocoso percorso dell’andare <> ritroviamo, viceversa,

il percorso <> del saper tornare;

nell’altra, un muro diroccato di mattoni rossi sostiene un’impalcatura di metallo,

forgiata dalla tecnologia umana, che permette di recuperare i piccoli frammenti di

mattoni e calce, memoria di “essere stato”.