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Fabrizio Passarella – Retrophuture
Retrophuture è un progetto musicale/mediale con cui Fabrizio Passarella si presenta per la sua nuova personale romana presso The Gallery Apart nelle vesti non solo di artista visuale, ma anche di compositore e poeta.
Comunicato stampa
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(English text below)
Retrophuture è un progetto musicale/mediale con cui Fabrizio Passarella si presenta per la sua nuova personale romana presso The Gallery Apart nelle vesti non solo di artista visuale, ma anche di compositore e poeta. Messi da parte per una volta i pennelli, ma non certo il metodo di creazione di immagini per campionature, Passarella dà vita ad una sua interpretazione di quell'universo di suoni, stili, visioni e suggestioni ben noto agli appassionati di musica elettronica. Arte e musica sono per Passarella le passioni più grandi fin dall’infanzia e, in questa occasione, egli porta ad estreme conseguenze il suo approccio tecnico e teorico volto a decostruire o rifiutare i linguaggi tradizionali. Ne emerge, quale primo step concettuale del progetto, la mostra che sta in una scatola, secondo una visione popolare della fruizione del processo creativo, un multiplo d'artista contenente ognuno l'intero corredo creativo di cui Retrophuture si compone, vale a dire un cd con 24 brani musicali composti dall'artista, un libretto recante 24 poesie e 24 immagini corrispondenti ai brani e infine un dvd contenente un video.
Il contesto nel quale il progetto Retrophuture si sviluppa comprende il minimalismo di Steve Reich, Terry Riley e La Monte Young, la decadente trilogia berlinese di Bowie, i suoni ambient di Eno, il romanticismo congelato di John Foxx, il primo pop “meccanico” di Gary Numan, il Krautrock e i mantra industriali post-rileyani dei Kraftwerk, le bizzarrie oblique di Steven Brown e Blaine Reiniger così come le centinaia di effimeri gruppi flexi-synthpop scovati su internet.
Passarella fa inoltre largo uso di materiale iconografico e di propaganda della Germania e della Russia degli anni trenta, senza che ci sia, ovviamente, nessun aggancio di tipo ideologico, pur essendo ben cosciente di muoversi in un terreno minato affrontato con l’ironia necessaria, rilevando le coincidenze estetiche dei regimi totalitari e l’uso della retorica come poetica base (come nei monumenti dello Stadio dei Marmi, o dei Kolkosiani, o nelle raffinatissime pellicole della Riefenstahl) ed esaltando l’eroismo titanico e della macchina (ripresi da Bowie in quello che è stato l’inno della fin de siécle scorsa), simbolo della spinta al tempo stesso reazionaria e modernista verso un ipotetico futuro splendente. Applicato alla musica, ciò significa una composizione scaturita come in una scrittura automatica surrealista e veloce, frutto della piena appropriazione di softwares musicali facili da usare, magari ricreando suoni analogici attraverso un semplice e geniale programma di Mac per principianti; mezzi perfetti per un non-musicista e un artista educato all’occhio, funzionando più come una specie di montaggio video o un photoshop musicale che come un foglio di composizione tradizionale. Vera design-music o pittura sonora ottenuta aggiungendo, sottraendo, cancellando, copiando.
Parallelamente alla musica, Passarella ha lavorato sui testi (metrica stringatissima, rime basiche, linguaggio visionario dei testi dei musicisti prima citati) e sulle immagini, creando per ogni brano musicale un corrispettivo poetico e visivo.
Il suo interesse però non era realizzare un’operazione nostalgica o di archeologia tecnologica, bensì riflettere sul senso profondo dell'evidente definitivo tramonto/declino/decadenza/crollo/fine (in una parola, Untergang) di una fase storica caratterizzata dal connubio tra una persistente eredità romantica europea, l’industrialismo del dopoguerra e l'odierna onnipresenza della tecnologia. La potenza del progetto di Passarella risiede nella lucida e spietata evidenza con cui dipinge lo stallo ideologico e culturale che caratterizza la stagione che il mondo occidentale e l'Europa in particolare stanno vivendo. La deriva economicista cui le formule interpretative in auge costringono la crisi, per Passarella deve lasciare il passo ad altre categorie di pensiero, a partire dalla Storia degli uomini e delle idee da cui trarre ispirazione per un futuro possibile.
Ma la sintesi del progetto Retrophuture è il video, concepito come un veloce videoclip synthpop, con una colonna sonora il cui testo significativamente recita: L’arte è un vecchio giocattolo/ ingombrante spazzatura da museo/ Noi costruiamo in solitudine/ il battito della moltitudine/ Noi costruiamo sculture di suono/ pitture immateriali/ minimalismi monumentali/ concettualismi portatili/ Visionari disintossicanti artistici/ che si possono portare ovunque/ in un piccolo involucro musicale/ per stimolare il cervello/ Noi siamo Ingegneri (di musica) elettronici/ Costruttivisti romantici/ Noi siamo designer (di musica) elettronici/ Ossimorici Retrofuturisti.
Il video anima spezzoni storici scaricati dalla rete e filtrati: tra i tanti, documentari sulle Guardie Rosse maoiste, sui Pimpf hitleriani, cori e danze dell’Armata Rossa, Carmen Miranda, Rodolfo Valentino, ballerini di tango, un raro video sul “Monumento alla Terza Internazionale” di Tatlin, la “Lichtskhatedrale” dal “Triumph des Willens” di Leni Riefenstahl, sulle utopie urbanistiche della Russia stalinista e sul modellino della nuova Berlino di Speer. Ne è protagonista l’attore Michel Rennie di “The day the Earth stood still (Ultimatum alla terra) del 1951, archetipo dello spirito retrofuturistico dello scienziato manipolatore di energia (che qui si trasforma in suono elettronico), per riprendere la poetica robotica degli anni ’80, nei movimenti a scatto e stereotipati ottenuti con un’animazione primordiale.
Ed ecco che la mostra in scatola diventa anche esibizione in galleria di opere visuali, pezzi unici montati su alluminio delle immagini realizzate digitalmente in un fascinoso bianco e nero che dà enfasi alle atmosfere dove deco, retrò pre e postbellico e futuribile si mescolano. Una fanzine appositamente ideata e realizzata dall’artista completerà l’intero progetto.
SCHEDA INFORMATIVA:
MOSTRA: FABRIZIO PASSARELLA - RETROPHUTURE
LUOGO: The Gallery Apart – Via di Monserrato, 40 – 00186 Roma
INAUGURAZIONE: 14 febbraio 2012 - ore 18,30
DURATA MOSTRA: 14 febbraio – 7 aprile 2012
ORARI MOSTRA: dal martedì al sabato 16,00 - 20,00 e su appuntamento
INFORMAZIONI: The Gallery Apart – tel/fax 0668809863 – info@thegalleryapart.it – www.thegalleryapart.it
Fabrizio Passarella è nato a Contarina (RO) nel 1953. Vive e lavora a Castenaso (BO).
PRINCIPALI MOSTRE PERSONALI
2011 Floating Tales #1 e #2
2007 Ay mi corazón fileteado!, a cura di I. Arestizábal, The Gallery Apart presso Istituto Italo-Latino Americano, Roma
2005 No border-L’arte del delitto, a cura di M. R. Bentini e S. Simoni, MAR-Santa Maria delle Croci, Ravenna
2004 Ex-statica, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea d’Ac, e Buenos Aires Expotrastiendas
2003 BollyMood!, The Gallery Apart presso Studio Gobbi, Roma
2001 Worlds in a small room, Temple Gallery - Temple University, Roma
2000 Doguya Dogru (Verso Oriente), Çankaya Beledyesi, Çagdas Sanatlar Merkezi, Ankara
1999 Sexdeath&prayer, Galleria Graziano Vigato, Alessandria
1995 Saluti da Harar, Il Campo delle Fragole, Bologna
Seeing out the Angel, Musei Civici, Reggio Emilia
1994 Vertigine Divina- un invito alla danza, Galleria Rugerini e Zonca, Milano
1992 Tantrica, Galleria Placentia, Piacenza
SELEZIONE DELLE PRINCIPALI MOSTRE COLLETTIVE
2010 In What We Trust, The Art Miami Pavillon, Miami, a cura di/curated by J. Draganovic
Mediamorfosi 2.0. Act _01 | Contributi alle lingue dell’arterità. Between the images, experiences and contexts, Sudlab, Portici-Napoli, a cura di/curated by G. Perretta
Out book. Moltiplicazioni e sconfinamenti del libro d'artista contemporaneo, Palazzo Mauri, Biblioteca comunale G. Carducci, Roma
Here and Now, a cura di J. Draganovic, sedi varie, BolognaJeratica, Bologna Art First 2010, Palazzo Re Enzo, Piazza Maggiore, Bologna, a cura di/curated by J. Draganovic
2009 A Sud (del mondo). Identità culturali e diversità geo-politiche nell'arte contemporanea, a cura di R. Branà, Palazzo Delli Ponti – ARSMAC, Taranto
2008 ABRE TUS OJOS, a cura di Adriana Forconi e Ana Martínez Quijano, Sedi varie, Buenos Aires, Argentina
2007 On the edge of vision. New idioms in Indian & Italian contemporary art, a cura di L. Canova e R. Lohan, Victoria Memorial Hall Calcutta; National Gallery of Modern Art, New Delhi; National Gallery of Modern Art, Mumbai, India
2005 1905-2005 Cento Anni Fabbri: 28 artisti interpretano un'azienda, a cura di M. Sciaccaluga, Fondazione del Monte, Bologna; Esposizione Universale, Aichi (Giappone); Istituto Italiano di Cultura, Shanghai; Accademia russa di pittura, Mosca
Bologna contemporanea, a cura di Peter Weiermair, Galleria d’Arte Moderna, Bologna
Biennale del muro dipinto, Dozza, Bologna
2004 Media.comm(unity)/comm.medium, Museo d'Arte Contemporanea, MASEDU, Sassari
Arte italiana per il XXI secolo, Collezione giovani, Ministero degli Affari Esteri, Roma
Mito, auto, moto: dal Futurismo alla videoarte, Palazzo d’Accursio – Sala d’Ercole, Bologna
2003 Futuro italiano, Parlamento Europeo, Bruxelles
2002 Nel corpo dell’immagine. Nuove prospettive italiane, Musei Civici in Palazzo d’Avalos, Vasto
Misura unica per una collezione, Palazzo Tiranni-Castracane, Cagli
Una Babele postmoderna, Palazzo Pigorini, Parma; galleria S. Ludovico
Desire, Galleria d’Arte Moderna, Bologna
Effimera, Villa delle Rose, Bologna
2000 Cover 2000, Museo Civico, Palazzo Ducale, Larino. Galleria Civica d'Arte Contemporanea, Termoli
1998 Mitovelocità, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Repubblica di San Marino
1997 Von Kopf bis Fuß, Ursula Blickle Stifftung, Kraichtal; Kunstraum, Innsbruck; Städtische Kunstzentrum, Eisenstadt
Arte italiana, ultimi quarant'anni: pittura iconica, Galleria d’Arte Moderna, Bologna
1996 XII Quadriennale - Ultime generazioni, Palazzo delle Esposizioni, Roma
1994 Così lontano, così vicino, Castello Svevo, Bari
Icastica, Galleria Comunale d’Arte Moderna, Bologna
1993 Nuove acquisizioni, Galleria d’Arte Moderna, Bologna
Emergenze 1993, Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Trento
Medialismo, Flash Art Museum, Trevi
1992 Medialismi, Villa d’Este, Tivoli
1991 Anninovanta, Galleria d’Arte Moderna, Bologna
Retrophuture is a music/media project presented by Fabrizio Passarella for his new solo exhibition at The Gallery Apart in Rome, in which not only he plays the part of the visual artist, but where he also assumes the role of the composer and of the poet. Temporarily laid aside his brushes, but certainly not his method to create images through sampling, Passarella formulates his own interpretation of that universe made of sounds, styles and suggestions so well known to any electronic music buff. Art and music have been Passarella’s greatest passions since he was a child and, on such occasion, he takes his technical and theoretical approach to the extreme, aiming at deconstructing or rejecting all traditional languages. The result is, as a first conceptual step of the project, the exhibition contained in a box, consistently with a popular tradition related to the enjoyment of the creative process, an artist’s multiple, each complete with the whole creative kit that composes Retrophuture, namely a CD featuring 24 songs composed by the artist, a booklet containing 24 poems plus 24 images inspired to the tracks, and also a DVD featuring a video.
Retrophuture is a project influenced by musical minimalists such as Steve Reich, Terry Riley and La Monte Young, Bowie’s decadent Berlin Trilogy, Eno’s ambient sounds, the frozen romanticism of John Foxx, the first “mechanic” pop of Gary Numan, Krautrock and the industrial post-Riley mantras of Kraftwerk, the experimental eccentricity of Steven Brown and Blaine Reininger, as well as the hundreds fleeting flexi/synth-pop groups discovered on the Internet.
Passarella, moreover, makes extensive use of the iconographic and propaganda material from 1930s Germany and Russia, obviously without any ideological linkage, though the artist is perfectly aware that he is walking on thin ice, faced with due irony, highlighting the aesthetic connections of totalitarian regimes and the use of rhetoric as a sort of a basic poetics (as in the Stadium of the Marbles, the monument to kolkhoz workers, or in the refined films of the Riefenstahl), extolling the Titans’ as well as the machine heroism (later drawn on by Bowie for what became the hymn of the last fin de siècle), symbol of the reactionary and modernist acceleration of time towards a hypothetical bright future. Applied to the music, the result is a composition derived as from an automatic, surrealist and fast writing, consequence of the perfect mastery of easy-to-use music software, maybe recreating analog sounds through a user-friendly and genial Mac software designed for beginners; perfect means for non-musicians as well as artists having a well-trained eye, working more as a sort of video editing or a sound photoshop than as a traditional blank sheet music. Real design-music or sound painting achieved by adding, subtracting, deleting, copying.
In addition to scoring the music, Passarella also wrote the lyrics (terse metrical structure, basic rhyming, visionary language from the texts of the aforementioned musicians), and worked on the images, creating for each piece a poetic and visual counterpart.
He is not interested, however, in performing an operation that harks back nostalgically to the past or in carrying out a technological archaeology work but, rather, in reflecting on the deep sense of the clear and definite collapse/decline/decadence/downfall/demise (in a word, Untergang) of a historic era characterized by the combination of an abiding European romantic heritage with the post-war industrialism and the contemporary omnipresence of technology. The strength of the project conceived by Passarella is the objective and crude evidence whereby the artist depicts the ideological and cultural deepening crisis that Western societies and Europe in particular are currently experiencing. The economicist drift whose current interpretive frameworks cause the crisis, according to Passarella should give way to new categories of thought, starting from the History of mankind and of the ideas from which we can draw inspiration for a possible future.
However, the essence of the Retrophuture project is the video, conceived as a fast synthpop video clip featuring a soundtrack whose lyrics characteristically read: Art is like an old toy/ a cumbrous museum piece of junk / We build in solitude/ the beat of the multitude/ We create sound sculptures/ immaterial paintings/ monumental minimalisms/ portable/ Visionary detoxifying artistic conceptualisms/ which can be carried everywhere/ in a small music case/ to stimulate the brain/ We are electronic (audio) Engineers / Romantic constructivists / We are electronic (sound) designers / Oxymoronic Retro-futurist.
The video includes historical clips downloaded from YouTube and then edited: among others, documentary films on Mao’s Red Guards, on the Hitler’s Pimpfe, the Red Army choir and dance ensemble, Carmen Miranda, Rudolph Valentino, tango dancers, a rare video on the “The Monument to the Third International” by Tatlin, the “Lichtskhatedrale” from the “Triumph des Willens” (“Triumph of the Will”) film made by Leni Riefenstahl, on the utopian urban plans of Stalin’s Russia and on Speer’s model planned for the new Berlin. The protagonist is the actor Michael Rennie who starred in 1951 film “The day the Earth stood still”, the archetype of the retro-futuristic spirit of the scientist who neutralizes the electric power (here transformed in electronic sound), and drawing on the 1980’s robotic poetics, in the robot-like and stereotyped motions realized through a primordial animation.
Thus, the exhibition in the box becomes an exhibition in an art gallery featuring visual works, unique pieces mounted on aluminum, eye-catching black and white digital images that throw emphasis on the atmosphere where deco, retro pre- and post-war and futuristic elements are combined.
Finally, a fanzine purposely devised and realized by the artist will also complement the project.
Retrophuture è un progetto musicale/mediale con cui Fabrizio Passarella si presenta per la sua nuova personale romana presso The Gallery Apart nelle vesti non solo di artista visuale, ma anche di compositore e poeta. Messi da parte per una volta i pennelli, ma non certo il metodo di creazione di immagini per campionature, Passarella dà vita ad una sua interpretazione di quell'universo di suoni, stili, visioni e suggestioni ben noto agli appassionati di musica elettronica. Arte e musica sono per Passarella le passioni più grandi fin dall’infanzia e, in questa occasione, egli porta ad estreme conseguenze il suo approccio tecnico e teorico volto a decostruire o rifiutare i linguaggi tradizionali. Ne emerge, quale primo step concettuale del progetto, la mostra che sta in una scatola, secondo una visione popolare della fruizione del processo creativo, un multiplo d'artista contenente ognuno l'intero corredo creativo di cui Retrophuture si compone, vale a dire un cd con 24 brani musicali composti dall'artista, un libretto recante 24 poesie e 24 immagini corrispondenti ai brani e infine un dvd contenente un video.
Il contesto nel quale il progetto Retrophuture si sviluppa comprende il minimalismo di Steve Reich, Terry Riley e La Monte Young, la decadente trilogia berlinese di Bowie, i suoni ambient di Eno, il romanticismo congelato di John Foxx, il primo pop “meccanico” di Gary Numan, il Krautrock e i mantra industriali post-rileyani dei Kraftwerk, le bizzarrie oblique di Steven Brown e Blaine Reiniger così come le centinaia di effimeri gruppi flexi-synthpop scovati su internet.
Passarella fa inoltre largo uso di materiale iconografico e di propaganda della Germania e della Russia degli anni trenta, senza che ci sia, ovviamente, nessun aggancio di tipo ideologico, pur essendo ben cosciente di muoversi in un terreno minato affrontato con l’ironia necessaria, rilevando le coincidenze estetiche dei regimi totalitari e l’uso della retorica come poetica base (come nei monumenti dello Stadio dei Marmi, o dei Kolkosiani, o nelle raffinatissime pellicole della Riefenstahl) ed esaltando l’eroismo titanico e della macchina (ripresi da Bowie in quello che è stato l’inno della fin de siécle scorsa), simbolo della spinta al tempo stesso reazionaria e modernista verso un ipotetico futuro splendente. Applicato alla musica, ciò significa una composizione scaturita come in una scrittura automatica surrealista e veloce, frutto della piena appropriazione di softwares musicali facili da usare, magari ricreando suoni analogici attraverso un semplice e geniale programma di Mac per principianti; mezzi perfetti per un non-musicista e un artista educato all’occhio, funzionando più come una specie di montaggio video o un photoshop musicale che come un foglio di composizione tradizionale. Vera design-music o pittura sonora ottenuta aggiungendo, sottraendo, cancellando, copiando.
Parallelamente alla musica, Passarella ha lavorato sui testi (metrica stringatissima, rime basiche, linguaggio visionario dei testi dei musicisti prima citati) e sulle immagini, creando per ogni brano musicale un corrispettivo poetico e visivo.
Il suo interesse però non era realizzare un’operazione nostalgica o di archeologia tecnologica, bensì riflettere sul senso profondo dell'evidente definitivo tramonto/declino/decadenza/crollo/fine (in una parola, Untergang) di una fase storica caratterizzata dal connubio tra una persistente eredità romantica europea, l’industrialismo del dopoguerra e l'odierna onnipresenza della tecnologia. La potenza del progetto di Passarella risiede nella lucida e spietata evidenza con cui dipinge lo stallo ideologico e culturale che caratterizza la stagione che il mondo occidentale e l'Europa in particolare stanno vivendo. La deriva economicista cui le formule interpretative in auge costringono la crisi, per Passarella deve lasciare il passo ad altre categorie di pensiero, a partire dalla Storia degli uomini e delle idee da cui trarre ispirazione per un futuro possibile.
Ma la sintesi del progetto Retrophuture è il video, concepito come un veloce videoclip synthpop, con una colonna sonora il cui testo significativamente recita: L’arte è un vecchio giocattolo/ ingombrante spazzatura da museo/ Noi costruiamo in solitudine/ il battito della moltitudine/ Noi costruiamo sculture di suono/ pitture immateriali/ minimalismi monumentali/ concettualismi portatili/ Visionari disintossicanti artistici/ che si possono portare ovunque/ in un piccolo involucro musicale/ per stimolare il cervello/ Noi siamo Ingegneri (di musica) elettronici/ Costruttivisti romantici/ Noi siamo designer (di musica) elettronici/ Ossimorici Retrofuturisti.
Il video anima spezzoni storici scaricati dalla rete e filtrati: tra i tanti, documentari sulle Guardie Rosse maoiste, sui Pimpf hitleriani, cori e danze dell’Armata Rossa, Carmen Miranda, Rodolfo Valentino, ballerini di tango, un raro video sul “Monumento alla Terza Internazionale” di Tatlin, la “Lichtskhatedrale” dal “Triumph des Willens” di Leni Riefenstahl, sulle utopie urbanistiche della Russia stalinista e sul modellino della nuova Berlino di Speer. Ne è protagonista l’attore Michel Rennie di “The day the Earth stood still (Ultimatum alla terra) del 1951, archetipo dello spirito retrofuturistico dello scienziato manipolatore di energia (che qui si trasforma in suono elettronico), per riprendere la poetica robotica degli anni ’80, nei movimenti a scatto e stereotipati ottenuti con un’animazione primordiale.
Ed ecco che la mostra in scatola diventa anche esibizione in galleria di opere visuali, pezzi unici montati su alluminio delle immagini realizzate digitalmente in un fascinoso bianco e nero che dà enfasi alle atmosfere dove deco, retrò pre e postbellico e futuribile si mescolano. Una fanzine appositamente ideata e realizzata dall’artista completerà l’intero progetto.
SCHEDA INFORMATIVA:
MOSTRA: FABRIZIO PASSARELLA - RETROPHUTURE
LUOGO: The Gallery Apart – Via di Monserrato, 40 – 00186 Roma
INAUGURAZIONE: 14 febbraio 2012 - ore 18,30
DURATA MOSTRA: 14 febbraio – 7 aprile 2012
ORARI MOSTRA: dal martedì al sabato 16,00 - 20,00 e su appuntamento
INFORMAZIONI: The Gallery Apart – tel/fax 0668809863 – info@thegalleryapart.it – www.thegalleryapart.it
Fabrizio Passarella è nato a Contarina (RO) nel 1953. Vive e lavora a Castenaso (BO).
PRINCIPALI MOSTRE PERSONALI
2011 Floating Tales #1 e #2
2007 Ay mi corazón fileteado!, a cura di I. Arestizábal, The Gallery Apart presso Istituto Italo-Latino Americano, Roma
2005 No border-L’arte del delitto, a cura di M. R. Bentini e S. Simoni, MAR-Santa Maria delle Croci, Ravenna
2004 Ex-statica, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea d’Ac, e Buenos Aires Expotrastiendas
2003 BollyMood!, The Gallery Apart presso Studio Gobbi, Roma
2001 Worlds in a small room, Temple Gallery - Temple University, Roma
2000 Doguya Dogru (Verso Oriente), Çankaya Beledyesi, Çagdas Sanatlar Merkezi, Ankara
1999 Sexdeath&prayer, Galleria Graziano Vigato, Alessandria
1995 Saluti da Harar, Il Campo delle Fragole, Bologna
Seeing out the Angel, Musei Civici, Reggio Emilia
1994 Vertigine Divina- un invito alla danza, Galleria Rugerini e Zonca, Milano
1992 Tantrica, Galleria Placentia, Piacenza
SELEZIONE DELLE PRINCIPALI MOSTRE COLLETTIVE
2010 In What We Trust, The Art Miami Pavillon, Miami, a cura di/curated by J. Draganovic
Mediamorfosi 2.0. Act _01 | Contributi alle lingue dell’arterità. Between the images, experiences and contexts, Sudlab, Portici-Napoli, a cura di/curated by G. Perretta
Out book. Moltiplicazioni e sconfinamenti del libro d'artista contemporaneo, Palazzo Mauri, Biblioteca comunale G. Carducci, Roma
Here and Now, a cura di J. Draganovic, sedi varie, BolognaJeratica, Bologna Art First 2010, Palazzo Re Enzo, Piazza Maggiore, Bologna, a cura di/curated by J. Draganovic
2009 A Sud (del mondo). Identità culturali e diversità geo-politiche nell'arte contemporanea, a cura di R. Branà, Palazzo Delli Ponti – ARSMAC, Taranto
2008 ABRE TUS OJOS, a cura di Adriana Forconi e Ana Martínez Quijano, Sedi varie, Buenos Aires, Argentina
2007 On the edge of vision. New idioms in Indian & Italian contemporary art, a cura di L. Canova e R. Lohan, Victoria Memorial Hall Calcutta; National Gallery of Modern Art, New Delhi; National Gallery of Modern Art, Mumbai, India
2005 1905-2005 Cento Anni Fabbri: 28 artisti interpretano un'azienda, a cura di M. Sciaccaluga, Fondazione del Monte, Bologna; Esposizione Universale, Aichi (Giappone); Istituto Italiano di Cultura, Shanghai; Accademia russa di pittura, Mosca
Bologna contemporanea, a cura di Peter Weiermair, Galleria d’Arte Moderna, Bologna
Biennale del muro dipinto, Dozza, Bologna
2004 Media.comm(unity)/comm.medium, Museo d'Arte Contemporanea, MASEDU, Sassari
Arte italiana per il XXI secolo, Collezione giovani, Ministero degli Affari Esteri, Roma
Mito, auto, moto: dal Futurismo alla videoarte, Palazzo d’Accursio – Sala d’Ercole, Bologna
2003 Futuro italiano, Parlamento Europeo, Bruxelles
2002 Nel corpo dell’immagine. Nuove prospettive italiane, Musei Civici in Palazzo d’Avalos, Vasto
Misura unica per una collezione, Palazzo Tiranni-Castracane, Cagli
Una Babele postmoderna, Palazzo Pigorini, Parma; galleria S. Ludovico
Desire, Galleria d’Arte Moderna, Bologna
Effimera, Villa delle Rose, Bologna
2000 Cover 2000, Museo Civico, Palazzo Ducale, Larino. Galleria Civica d'Arte Contemporanea, Termoli
1998 Mitovelocità, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Repubblica di San Marino
1997 Von Kopf bis Fuß, Ursula Blickle Stifftung, Kraichtal; Kunstraum, Innsbruck; Städtische Kunstzentrum, Eisenstadt
Arte italiana, ultimi quarant'anni: pittura iconica, Galleria d’Arte Moderna, Bologna
1996 XII Quadriennale - Ultime generazioni, Palazzo delle Esposizioni, Roma
1994 Così lontano, così vicino, Castello Svevo, Bari
Icastica, Galleria Comunale d’Arte Moderna, Bologna
1993 Nuove acquisizioni, Galleria d’Arte Moderna, Bologna
Emergenze 1993, Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Trento
Medialismo, Flash Art Museum, Trevi
1992 Medialismi, Villa d’Este, Tivoli
1991 Anninovanta, Galleria d’Arte Moderna, Bologna
Retrophuture is a music/media project presented by Fabrizio Passarella for his new solo exhibition at The Gallery Apart in Rome, in which not only he plays the part of the visual artist, but where he also assumes the role of the composer and of the poet. Temporarily laid aside his brushes, but certainly not his method to create images through sampling, Passarella formulates his own interpretation of that universe made of sounds, styles and suggestions so well known to any electronic music buff. Art and music have been Passarella’s greatest passions since he was a child and, on such occasion, he takes his technical and theoretical approach to the extreme, aiming at deconstructing or rejecting all traditional languages. The result is, as a first conceptual step of the project, the exhibition contained in a box, consistently with a popular tradition related to the enjoyment of the creative process, an artist’s multiple, each complete with the whole creative kit that composes Retrophuture, namely a CD featuring 24 songs composed by the artist, a booklet containing 24 poems plus 24 images inspired to the tracks, and also a DVD featuring a video.
Retrophuture is a project influenced by musical minimalists such as Steve Reich, Terry Riley and La Monte Young, Bowie’s decadent Berlin Trilogy, Eno’s ambient sounds, the frozen romanticism of John Foxx, the first “mechanic” pop of Gary Numan, Krautrock and the industrial post-Riley mantras of Kraftwerk, the experimental eccentricity of Steven Brown and Blaine Reininger, as well as the hundreds fleeting flexi/synth-pop groups discovered on the Internet.
Passarella, moreover, makes extensive use of the iconographic and propaganda material from 1930s Germany and Russia, obviously without any ideological linkage, though the artist is perfectly aware that he is walking on thin ice, faced with due irony, highlighting the aesthetic connections of totalitarian regimes and the use of rhetoric as a sort of a basic poetics (as in the Stadium of the Marbles, the monument to kolkhoz workers, or in the refined films of the Riefenstahl), extolling the Titans’ as well as the machine heroism (later drawn on by Bowie for what became the hymn of the last fin de siècle), symbol of the reactionary and modernist acceleration of time towards a hypothetical bright future. Applied to the music, the result is a composition derived as from an automatic, surrealist and fast writing, consequence of the perfect mastery of easy-to-use music software, maybe recreating analog sounds through a user-friendly and genial Mac software designed for beginners; perfect means for non-musicians as well as artists having a well-trained eye, working more as a sort of video editing or a sound photoshop than as a traditional blank sheet music. Real design-music or sound painting achieved by adding, subtracting, deleting, copying.
In addition to scoring the music, Passarella also wrote the lyrics (terse metrical structure, basic rhyming, visionary language from the texts of the aforementioned musicians), and worked on the images, creating for each piece a poetic and visual counterpart.
He is not interested, however, in performing an operation that harks back nostalgically to the past or in carrying out a technological archaeology work but, rather, in reflecting on the deep sense of the clear and definite collapse/decline/decadence/downfall/demise (in a word, Untergang) of a historic era characterized by the combination of an abiding European romantic heritage with the post-war industrialism and the contemporary omnipresence of technology. The strength of the project conceived by Passarella is the objective and crude evidence whereby the artist depicts the ideological and cultural deepening crisis that Western societies and Europe in particular are currently experiencing. The economicist drift whose current interpretive frameworks cause the crisis, according to Passarella should give way to new categories of thought, starting from the History of mankind and of the ideas from which we can draw inspiration for a possible future.
However, the essence of the Retrophuture project is the video, conceived as a fast synthpop video clip featuring a soundtrack whose lyrics characteristically read: Art is like an old toy/ a cumbrous museum piece of junk / We build in solitude/ the beat of the multitude/ We create sound sculptures/ immaterial paintings/ monumental minimalisms/ portable/ Visionary detoxifying artistic conceptualisms/ which can be carried everywhere/ in a small music case/ to stimulate the brain/ We are electronic (audio) Engineers / Romantic constructivists / We are electronic (sound) designers / Oxymoronic Retro-futurist.
The video includes historical clips downloaded from YouTube and then edited: among others, documentary films on Mao’s Red Guards, on the Hitler’s Pimpfe, the Red Army choir and dance ensemble, Carmen Miranda, Rudolph Valentino, tango dancers, a rare video on the “The Monument to the Third International” by Tatlin, the “Lichtskhatedrale” from the “Triumph des Willens” (“Triumph of the Will”) film made by Leni Riefenstahl, on the utopian urban plans of Stalin’s Russia and on Speer’s model planned for the new Berlin. The protagonist is the actor Michael Rennie who starred in 1951 film “The day the Earth stood still”, the archetype of the retro-futuristic spirit of the scientist who neutralizes the electric power (here transformed in electronic sound), and drawing on the 1980’s robotic poetics, in the robot-like and stereotyped motions realized through a primordial animation.
Thus, the exhibition in the box becomes an exhibition in an art gallery featuring visual works, unique pieces mounted on aluminum, eye-catching black and white digital images that throw emphasis on the atmosphere where deco, retro pre- and post-war and futuristic elements are combined.
Finally, a fanzine purposely devised and realized by the artist will also complement the project.
20
febbraio 2012
Fabrizio Passarella – Retrophuture
Dal 20 febbraio al 07 aprile 2012
arte contemporanea
Location
THE GALLERY APART
Roma, Via Francesco Negri, 43, (Roma)
Roma, Via Francesco Negri, 43, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato dalle 16.00 alle 20.00
Vernissage
20 Febbraio 2012, ore 18.30
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