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Farid Rahimi
Tema centrale sia della mostra che dellʼintero lavoro dellʼartista è il paesaggio. Il paesaggio e la sua definizione in immagine. Il paesaggio come risultato finale di un processo di volta in volta diverso che tende a creare e inventare unʼimmagine.
Comunicato stampa
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Farid Rahimi, nato a Losanna in Svizzera.
Vive e lavora a Milano.
Tema centrale sia della mostra che dellʼintero lavoro dellʼartista è il paesaggio. Il paesaggio e la sua definizione in immagine.
Il paesaggio come risultato finale di un processo di volta in volta diverso che tende a creare e inventare unʼimmagine. Da intendersi come immagine icona di un luogo fortemente connotato che precipita in un dato emotivo.
Considerando lʼimmagine nel senso più ampio del termine, considerando parte dellʼimmagine il processo creativo che lʼha creata. Creare unʼimmagine significa inventarsi un sistema, un meccanismo che la determini. Il tentativo è di far nascere l'immagine naturalmente. Come se l'immagine si potesse inventare da sola. Come fosse un incidente voluto.
Lʼartista imposta quindi meccanismi complessi e strutturati, come nei video “Untitled movie” e “F_________H” in cui il sistema costruttivo di un lungometraggio viene fatto deragliare nella scelta di girare una sola sequenza dellʼintero progetto. Si ha una completa perdita del dato narrativo. Il meccanismo complesso di costruzione del film scatena imprevisti e incidenti, che vanno a provocare la nascita spontanea dellʼimmagine. Il suo autonomo disporsi nello spazio. Valorizzando al massimo la sua naturale imperfezione.
Nei quadri presentati in mostra si adotta un meccanismo analogo, dando la sensazione che le immagini siano “frame” di una narrazione più ampia, incomprensibile, che si manifesta solamente per dati emotivi. Per sensazioni artificiali. Per associazioni di immagini.
Parallela e spaziale quella dei quadri, sequenziale e temporale quella dei video "Untitled" presentati insieme ai quadri.
Il rapporto tra quadri e video è dunque di carattere fattuale. Vanno intese come dati visivi assolutamente simili al di là del media che le ha generate. Stesso il meccanismo scatenante, stessa lʼatmosfera aliena percepita.
Lʼimmagine rende idee e concetti teorici riducendoli a dati emotivi che scatenano intuizioni e sensazioni. E forse il tentativo finale è quello di riuscire ad inventare una nuova sensazione, un nuovo modo di percepire il dato reale.
Vive e lavora a Milano.
Tema centrale sia della mostra che dellʼintero lavoro dellʼartista è il paesaggio. Il paesaggio e la sua definizione in immagine.
Il paesaggio come risultato finale di un processo di volta in volta diverso che tende a creare e inventare unʼimmagine. Da intendersi come immagine icona di un luogo fortemente connotato che precipita in un dato emotivo.
Considerando lʼimmagine nel senso più ampio del termine, considerando parte dellʼimmagine il processo creativo che lʼha creata. Creare unʼimmagine significa inventarsi un sistema, un meccanismo che la determini. Il tentativo è di far nascere l'immagine naturalmente. Come se l'immagine si potesse inventare da sola. Come fosse un incidente voluto.
Lʼartista imposta quindi meccanismi complessi e strutturati, come nei video “Untitled movie” e “F_________H” in cui il sistema costruttivo di un lungometraggio viene fatto deragliare nella scelta di girare una sola sequenza dellʼintero progetto. Si ha una completa perdita del dato narrativo. Il meccanismo complesso di costruzione del film scatena imprevisti e incidenti, che vanno a provocare la nascita spontanea dellʼimmagine. Il suo autonomo disporsi nello spazio. Valorizzando al massimo la sua naturale imperfezione.
Nei quadri presentati in mostra si adotta un meccanismo analogo, dando la sensazione che le immagini siano “frame” di una narrazione più ampia, incomprensibile, che si manifesta solamente per dati emotivi. Per sensazioni artificiali. Per associazioni di immagini.
Parallela e spaziale quella dei quadri, sequenziale e temporale quella dei video "Untitled" presentati insieme ai quadri.
Il rapporto tra quadri e video è dunque di carattere fattuale. Vanno intese come dati visivi assolutamente simili al di là del media che le ha generate. Stesso il meccanismo scatenante, stessa lʼatmosfera aliena percepita.
Lʼimmagine rende idee e concetti teorici riducendoli a dati emotivi che scatenano intuizioni e sensazioni. E forse il tentativo finale è quello di riuscire ad inventare una nuova sensazione, un nuovo modo di percepire il dato reale.
03
ottobre 2009
Farid Rahimi
Dal 03 ottobre al 05 dicembre 2009
arte contemporanea
Location
FABIO TIBONI – SPONDA
Bologna, Via Del Porto, 52/a, (Bologna)
Bologna, Via Del Porto, 52/a, (Bologna)
Orario di apertura
martedì - venerdì dalle 14 alle 20
sabato dalle 10.30 alle 20
Vernissage
3 Ottobre 2009, ore 18.00
Autore