After the fall è una tessitura onirica, una lunga sequenza di immagini intermittenti distese su un bianco e nero ossessivo, a tratti liquido e sfaldato, a tratti grafico e iper-contrastato. Lo scarto tra realtà e immaginazione, tra documentazione e deriva surreale si esplica nell’alternanza costante tra due tipologie di situazioni, nel tentativo di indagare il tema controverso della “sopravvivenza”: scene di repertorio, che illustrano episodi di caccia all’interno di contesti naturali fittizi (stati di cattività, laghi artificiali, etc.), si affiancano a riprese originali dal sapore intimo, quasi teatrale, in cui la poetica del primo piano è risolta nel close up sorprendente di un volto-maschera. La presenza umana, scandita da un respiro epidermico appena percettibile, rivela d’un tratto l’inquietudine dell’artificio, trovando un parallelo nella memoria sofferta di un paesaggio che ha smarrito la sua purezza.

A insinuarsi tra i due piani visivi sono ancora nuove scene, intermezzi improvvisi in cui microcatastrofi ambientali – terremoti, slavine, cicloni, incendi boschivi… - compaiono come infiltrazioni violente e brevissime. Grazie a sapienti fuori fuoco, a effetti di slow motion e a una sottile manipolazione delle immagini, il senso della dilatazione temporale altera la dimensione realistica dell’esplorazione naturale, dell’osservazione e della documentazione di luoghi, persone, accadimenti.

Un effetto amplificato dalla sound track del progetto, partitura per chitarra acustica e synth che accompagna, come un tappeto di suoni effettati, l’incedere nostalgico del racconto.



h.m.