La sua è una poetica prevalentemente sensuale, fisica; e non è una scommessa facile, oggi come oggi, quella di cantare la fisicità senza essere ovvi o volgari. Federico Magnani vince questa scommessa anche attraverso l'uso di giochi compositivi e di sovrapposizioni tecniche che sottraggono i suoi soggetti alla quotidianità e che rivelano, in fondo, il suo interesse per l'astrazione e per le pure forme.

Ma allora: icone dell'immaginario o linee, campi, colori? Forse il segreto dell'arte di Magnani sta nell'oscillazione tra astratto e figurativo (con netta prevalenza di quest'ultimo), tra un vasto campionario di risorse tecniche e l'onnipresenza dell'emozione. Non è mai arte fredda, la sua; la fotocamera, il computer non pongono mai una vera distanza tra lui e i soggetti dei suoi quadri, ragazzi soli o a coppie, sempre osservati con affetto, prima ancora che con effetto(speciale).

E poi, cos'altro c'è, nella valigia di questo nuovo artista? C'è una iconografia gioiosa dell'amore. Ci sono, più raramente, ombre di inquietudine, ansie di liberazione. Per l'osservatore attento non mancano diversi possibili livelli di fruizione e di lettura problematica, diversi itinerari di esplorazione e magari di discussione critica di questi territori mentali.

Ma non c'è obbligo di sostenere cerebrali giochi interpretativi. Le composizioni grafiche di Magnani sono anche, semplicemente, belle da vedere. Se la cosa non disturba.


Gracco Spaziani





Federico Magnani, nato ad Isola della Scala, Verona, nel 1978, è un apprezzato grafico, sviluppatore e designer web, oltre che esperto di Internet e new media. I suoi interessi e le sue ricerche abbracciano la fotografia, la grafica, l’arte digitale, ma si nutrono di passioni accese per il cinema, la letteratura e la pittura. E’ alla sua prima mostra.