Se le opere di Marconi, sottolinea Brunetto De Batté, “sono sedimentazioni poetiche del suo percorso ricognitivo”, le sue esposizioni sono sempre l’occasione per presentare al pubblico il frutto di un lavoro che, nonostante la giovane età, lo ha già fatto conoscere a livello internazionale.
L’artista viaggia e si confronta con numerose esperienze, ovvero adottando linguaggi espressivi differenti.
Estremamente interessanti sono quelli che segnano questa nuova serie di lavori, tutti siglati con un timbro autografo rosso in lingua cinese e contraddistinti dal ricorrere del numero sacro in Cina, l’otto. Opere che riflettono su concetti come quello di limite – sia inteso in senso fisico, come muro, che in relazione all’individuo – o che illustrano elementi iconografici tradizionali cinesi come il simbolo del bambù e la vestale, ma anche silhouettes e paesaggi che, come ombre, si stagliano dietro lastre fotografiche scure, come paraventi. E ancora, la Grande Muraglia e i grattacieli di Pechino, emblemi visivi e architettonici della contrapposizione fra antico e moderno, fra passato e presente.
Interessante anche l’influenza esercitata da alcuni artisti cinesi contemporanei su questa più recente produzione di Federico Marconi: certi grafismi di He Sen e Zhang Dazhuang, le vesti luminose di Qing Qing, i “tatuaggi” di Huang Yan sono le fonti più facilmente riconoscibili.
Un viaggio-studio, quello a Beijing, che si è rivelato dunque un’esperienza fertile ed intensa, dalla quale sono germogliati nuovi temi che sono parte integrante di questa ulteriore tappa dell’indagine di Marconi, alla ricerca di nuove forme di appropriazione dello spazio fisico e di relazione.
L’esposizione inaugurerà sabato 22 ottobre alle ore 17.30 presso GALLERIA BRANDI ARTE, Via Chiodo, 32 La Spezia e sarà comunque visitabile dal martedì al sabato dalle 15.30 alle 19.30 fino al 5 novembre.