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Felicia Lo Cicero / Alessandro Maio – L’infinito punto di Dio. Per una mostra agnostico razionalista
L’evento, proponendosi in un intreccio metadiscorsivo tra arte, letteratura e scienza, si snoda esplicativo in un’installazione e da essa e attorno a essa, alla dimensione mitico-immaginativa delle opere di Felicia Lo Cicero e di Alessandro Maio.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Verrà inaugurata il 1 Febbrario alle ore 18:00 nello spazio LOC della Pinacoteca Comunale di Capo d'Orlando, sede Centro Culturale Polivalente Via del Fanciullo, 2 (I piano), la mostra “L’infinito punto di Dio. Per una mostra agnostico razionalista” degli artisti Felicia Lo Cicero e Alessandro Maio, curata dall’ermeneuta dell’arte Felicia Lo Cicero.
L’evento, proponendosi in un intreccio metadiscorsivo tra arte, letteratura e scienza, si snoda esplicativo in un’installazione e da essa e attorno a essa, alla dimensione mitico-immaginativa delle opere di Felicia Lo Cicero e di Alessandro Maio.
Il momento dell’inaugurazione daterà l’inizio della messa in opera dell’allegoria cosmogonica: un Io narratore atemporale colloquierà con il suo pubblico; un Io biologico-storico, continuo e immortale reggerà l’imperfetto, mentre un Io contemporaneo, morendo confermerà la sua discontinuità; un Io lirico affiorerà prorompente nell’opera dei due artisti.
“L’infinito punto di Dio” è il punto di concentrazione vorticante tra intelligenza creativa, intelligenza intellettuale e intelligenza spirituale; il punto in cui il pensiero fugace obbedendo a un disegno invisibile, annullato nella stoltezza e corretto nell’ingegno, può inaugurare una forma segreta: chiave dell'iniziazione e della cosmologia. Rimando costante è a “Tutte le Cosmicomiche” di Italo Calvino, un gioco evocativo intrigante e raffinato nell’intento di unificare la generazione spontanea delle immagini all'intenzionalità del pensiero discorsivo.
Il viaggio dei due artisti traccia un volo dell’intelletto atto a definire un caleidoscopio di universi impossibili, invisibili e impenetrabili, traslati in una vita d’uomo. Con il “distanziamento” dal nostro mondo, nel tempo e nello spazio, affiora netta ed evidente una critica spietata all’uomo, che fa risaltare a uno a uno tutti i suoi limiti. Ciononostante, resta nel fruitore l’idea della tensione “dell’uomo superiore” verso il superamento di sé e delle proprie contraddizioni per assurgere al livello in cui, non occupandosi di se stesso, a trovare redenzione sarà l’Uomo in generale.
In questa ineffabile dimensione vedremo muovere in sospensione i due artisti lungo rette parallele nella possibilità d’incontrarsi all’infinito. Siffatto ente geometrico, pur invalidando la dualità, permetterà la comunicazione tra lo spirituale e il materiale nell’opportunità di organizzare alcune informazioni su se stessi nello sforzo di trovare la maniera migliore di abitare la tragicità.
L’evento, proponendosi in un intreccio metadiscorsivo tra arte, letteratura e scienza, si snoda esplicativo in un’installazione e da essa e attorno a essa, alla dimensione mitico-immaginativa delle opere di Felicia Lo Cicero e di Alessandro Maio.
Il momento dell’inaugurazione daterà l’inizio della messa in opera dell’allegoria cosmogonica: un Io narratore atemporale colloquierà con il suo pubblico; un Io biologico-storico, continuo e immortale reggerà l’imperfetto, mentre un Io contemporaneo, morendo confermerà la sua discontinuità; un Io lirico affiorerà prorompente nell’opera dei due artisti.
“L’infinito punto di Dio” è il punto di concentrazione vorticante tra intelligenza creativa, intelligenza intellettuale e intelligenza spirituale; il punto in cui il pensiero fugace obbedendo a un disegno invisibile, annullato nella stoltezza e corretto nell’ingegno, può inaugurare una forma segreta: chiave dell'iniziazione e della cosmologia. Rimando costante è a “Tutte le Cosmicomiche” di Italo Calvino, un gioco evocativo intrigante e raffinato nell’intento di unificare la generazione spontanea delle immagini all'intenzionalità del pensiero discorsivo.
Il viaggio dei due artisti traccia un volo dell’intelletto atto a definire un caleidoscopio di universi impossibili, invisibili e impenetrabili, traslati in una vita d’uomo. Con il “distanziamento” dal nostro mondo, nel tempo e nello spazio, affiora netta ed evidente una critica spietata all’uomo, che fa risaltare a uno a uno tutti i suoi limiti. Ciononostante, resta nel fruitore l’idea della tensione “dell’uomo superiore” verso il superamento di sé e delle proprie contraddizioni per assurgere al livello in cui, non occupandosi di se stesso, a trovare redenzione sarà l’Uomo in generale.
In questa ineffabile dimensione vedremo muovere in sospensione i due artisti lungo rette parallele nella possibilità d’incontrarsi all’infinito. Siffatto ente geometrico, pur invalidando la dualità, permetterà la comunicazione tra lo spirituale e il materiale nell’opportunità di organizzare alcune informazioni su se stessi nello sforzo di trovare la maniera migliore di abitare la tragicità.
01
febbraio 2020
Felicia Lo Cicero / Alessandro Maio – L’infinito punto di Dio. Per una mostra agnostico razionalista
Dal primo al 20 febbraio 2020
arte contemporanea
Location
SPAZIO LOC
Capo D'orlando, Via Del Fanciullo, 2, (Messina)
Capo D'orlando, Via Del Fanciullo, 2, (Messina)
Orario di apertura
da Lunedì al Sabato dalle ore 9.00 alle 13.00 e dalle ore 16.00 alle 20.00
Vernissage
1 Febbraio 2020, h 18,00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico
Allestimento
FeliciaLo Cicero
Patrocini