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Femminile, plurale
Al di là degli stereotipi di genere, due appuntamenti per parlare di donne attraverso le voci delle donne. Una trentina di artiste dell’ultimissima generazione raccontano, con linguaggi diversi, questa metà del cielo. Spesso ironiche, talvolta dure, a tratti malinconiche ma mai leziose, queste donne si guardano dentro e guardano il mondo di oggi per poi reinterpretarlo e farlo storia.
Comunicato stampa
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Nelle stanze del settecentesco Palazzo Pirola, a Gorgonzola, una rassegna in due tappe per raccontare le voci più nuove e originali dell’arte italiana al femminile.
Al di là degli stereotipi di genere, due appuntamenti per parlare di donne attraverso le voci delle donne. Una trentina di artiste dell’ultimissima generazione raccontano, con linguaggi diversi, questa metà del cielo. Spesso ironiche, talvolta dure, a tratti malinconiche ma mai leziose, queste donne si guardano dentro e guardano il mondo di oggi per poi reinterpretarlo e farlo storia.
Dal 15 febbraio al 9 marzo va in scena il primo capitolo. L’interiorità, lo sguardo dentro è un catalogo di pensieri intimi, ricordi raccolti qualche volta tra le lacrime, autoritratti, momenti di introspezione e attimi sospesi. Ci sono le ragazze di Tamara Ferioli, corpi sensuali e vulnerabili definiti da un tratto leggero sul fondo bianco, accesi solo dalla fiamma dei capelli (veri, i suoi) che l’artista applica al lavoro; ci sono le donne di Ilaria Margutti, teneri e struggenti autoritratti dell’artista che ricamano il proprio corpo ricucendo cicatrici; c’è Rossella Roli, che attraverso installazioni intrise di passato raccoglie i propri ricordi e le paure per un tempo che verrà. E poi c’è Erica Campanella, che sulla superficie lucente del rame e dell’ottone, così come sulla tela, dipinge seriche figure femminili colte in un attimo di malinconica solitudine, o nella preghiera. Se Angela Loveday costruisce scene teatrali, vagamente oniriche, per fotografie dalla tecnica impeccabile da cui la figura femminile esce ammantata di mistero, Vania Elettra Tam racconta nelle sue grandi tele attimi di quotidianità, per trasformarli nel sogno di un’evasione. E poi c’è Anna Madia, che con il pretesto del ritratto racconta un mondo segreto, evanescente, di malinconie, confidenze e rituali femminili. O Alice Olimpia Attanasio, che con un tratto leggero e una delicata ironia racconta un mondo femminile in bilico tra l’innocenza dell’infanzia e le insidie dell’età adulta. E se Vania Comoretti, con i suoi pastelli e le sue chine – precisi come bisturi – crea ritratti profondi, senza sconti, in cui l’anima femminile appare scritta sulla pelle, Marina Calamai racconta in tele sagomate dai colori zuccherini il potere consolatorio della panna soffice e del cioccolato fondente.
Lo sguardo sul mondo e Gli spazi del sogno saranno i temi della seconda mostra in programma. Attraverso pittura, scultura e fotografia le artiste racconteranno il mondo intimo della casa e i suoi spazi, accoglienti o claustrofobici, sicuri o pieni di incertezze. Racconteranno la folla delle ore di punta, l’amore per la natura e la passione per i piccoli oggetti che danno senso alla quotidianità, ma anche i desideri segreti, i sogni mai confessati, le fantasie.
Al di là degli stereotipi di genere, due appuntamenti per parlare di donne attraverso le voci delle donne. Una trentina di artiste dell’ultimissima generazione raccontano, con linguaggi diversi, questa metà del cielo. Spesso ironiche, talvolta dure, a tratti malinconiche ma mai leziose, queste donne si guardano dentro e guardano il mondo di oggi per poi reinterpretarlo e farlo storia.
Dal 15 febbraio al 9 marzo va in scena il primo capitolo. L’interiorità, lo sguardo dentro è un catalogo di pensieri intimi, ricordi raccolti qualche volta tra le lacrime, autoritratti, momenti di introspezione e attimi sospesi. Ci sono le ragazze di Tamara Ferioli, corpi sensuali e vulnerabili definiti da un tratto leggero sul fondo bianco, accesi solo dalla fiamma dei capelli (veri, i suoi) che l’artista applica al lavoro; ci sono le donne di Ilaria Margutti, teneri e struggenti autoritratti dell’artista che ricamano il proprio corpo ricucendo cicatrici; c’è Rossella Roli, che attraverso installazioni intrise di passato raccoglie i propri ricordi e le paure per un tempo che verrà. E poi c’è Erica Campanella, che sulla superficie lucente del rame e dell’ottone, così come sulla tela, dipinge seriche figure femminili colte in un attimo di malinconica solitudine, o nella preghiera. Se Angela Loveday costruisce scene teatrali, vagamente oniriche, per fotografie dalla tecnica impeccabile da cui la figura femminile esce ammantata di mistero, Vania Elettra Tam racconta nelle sue grandi tele attimi di quotidianità, per trasformarli nel sogno di un’evasione. E poi c’è Anna Madia, che con il pretesto del ritratto racconta un mondo segreto, evanescente, di malinconie, confidenze e rituali femminili. O Alice Olimpia Attanasio, che con un tratto leggero e una delicata ironia racconta un mondo femminile in bilico tra l’innocenza dell’infanzia e le insidie dell’età adulta. E se Vania Comoretti, con i suoi pastelli e le sue chine – precisi come bisturi – crea ritratti profondi, senza sconti, in cui l’anima femminile appare scritta sulla pelle, Marina Calamai racconta in tele sagomate dai colori zuccherini il potere consolatorio della panna soffice e del cioccolato fondente.
Lo sguardo sul mondo e Gli spazi del sogno saranno i temi della seconda mostra in programma. Attraverso pittura, scultura e fotografia le artiste racconteranno il mondo intimo della casa e i suoi spazi, accoglienti o claustrofobici, sicuri o pieni di incertezze. Racconteranno la folla delle ore di punta, l’amore per la natura e la passione per i piccoli oggetti che danno senso alla quotidianità, ma anche i desideri segreti, i sogni mai confessati, le fantasie.
15
febbraio 2014
Femminile, plurale
Dal 15 febbraio al 09 marzo 2014
arte contemporanea
Location
PALAZZO PIROLA
Gorgonzola, piazza della repubblica, (Milano)
Gorgonzola, piazza della repubblica, (Milano)
Vernissage
15 Febbraio 2014, ore 18.00
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