La mostra si articola attorno a sei artisti che hanno in comune l’interesse per
materiali e strumenti espressivi non tradizionali che ripropone in modo innovativo
l’operare artigianale con la fibra.
Elvezia Allari che propone abiti-sculture in filo di ferro cotto e abiti in silicone con
divertimento linguistico e giocosa critica culturale, Vito Capone che utilizza l’arte
cartiera per portare la carta da supporto a opera, Gabriella Chelina Crisci che con
spille da balia intrecciate come una trama di tessuto costruisce tappeti di preghiera
riportando alla mente l’espiazione in modo ironico e dissacrante, Luciana Costa
Gianello che ripercorre le vie dell’arte tessile, Patrizia Panizzolo che adopera il
tessuto come “terreno” di sperimentazione tecnica e concettuale, Angela Simone
invece che attraverso la tecnica del quilling, unisce la carta con svariati materiali da
filati di ogni genere al vetro, al legno alla plastica crea gioielli e monili.
Questi sei artisti s’incontrano sul terreno comune della Fiber art che vede la
produzione di forme autonome con i più svariati procedimenti in cui colore, strutture
e segno sono di fibre naturali o artificiali, materiali plastici, metallo, carta,
improntando glifi, graffi e orditi alla sfilatura, all’intreccio, dalla cucitura al ricamo,
costruendo superfici, sculture, oggetti, monili, sculture da indossare.
All’interno della mostra, il sabato 5 dicembre alle ore 15.00 si svolgerà il
convegno Il filo e l’intreccio nell’arte e nella cultura occidentale con interventi di
Livio Billo (insegna Storia dell’arte contemporanea e Tecnologia della moda
all’università di Padova), Adone Brandalise (insegna Teoria della Letteratura e della
Critica all’università di Padova), Stefania Portinari (insegna Storia dell’arte
all’università di Venezia), moderatore François Bruzzo (insegna Letteratura francese
all’università IULM di Milano).
La domenica 20 dicembre dalle ore 16.00 alle 18.00 laboratorio a titolo gratuito,
“gioielli di carta, lana, cotone e stoffa” riservato ai bambini.